Esami e visite gratis, corsi pre-parto a costo zero, congedi, bonus e tutto ciò che spetta alle future mamme
Crescere un figlio è un grande impegno a livello umano ed economico: secondo Federconsumatori la spesa per mantenere un bambino nei primi 12 mesi di vita è compresa tra i 6.945,40 e i 14.905, il 3% in più rispetto al 2015. L’arrivo di un figlio comporta inevitabilmente una serie di costi da affrontare, ma anche i nove mesi che precedono il lieto evento possono portare spese extra in famiglia: ecco quindi alcuni consigli per risparmiare in gravidanza, dalle visite mediche ai corsi pre-parto, dal bonus maternità al parcheggio rosa, passando per le detrazioni per i pannolini.
- Visite ed esami gratuiti. In Italia l’assistenza medica in gravidanza è coperta dal Servizio Sanitario Nazionale. Per non pagare il ticket è necessario che gli esami siano richiesti da un medico di base o da un ginecologo di una struttura pubblica e che sul ricettario sia indicato il codice di esenzione con la settimana di gestazione. Se la mamma in attesa si rivolge al ginecologo o all’ostetrica del servizio sanitario pubblico, cioè al personale che opera negli ambulatori delle ASL, negli ospedali o nei consultori, le visite di controllo – di solito una al mese – sono comprese tra le prestazioni gratuite. Chi sceglie l’assistenza di un ginecologo privato va invece incontro a una spesa che oscilla tra gli 80 e i 150 euro a visita. Se la gravidanza procede senza complicazioni, la futura mamma può scegliere l’assistenza di un’ostetrica al posto del ginecologo. La visita di controllo dell’ostetrica che lavora per il servizio sanitario pubblico è gratuita. Se opera privatamente, il costo indicativo di una visita è di 50 euro.
- Esami speciali ed ecografie. Le tre ecografie previste dal protocollo ministeriale sono gratuite se fatte in una struttura pubblica. Di solito, chi si rivolge a un ginecologo privato fa un controllo ecografico nello studio del medico, compreso nel costo della visita. Nel privato, l’ecografia costa in media 150 euro. L’amniocentesi, esame che serve a intercettare eventuali malformazioni cromosomiche, è a carico della mutua solo se la mamma ha superato i 35 anni di età, a meno che non ci siano problematiche familiari conosciute (per esempio una persona affetta dalla sindrome di down in famiglia). Le mamme più giovani, in assenza di fattori di rischio, per sottoporsi a quest’esame possono rivolgersi agli ambulatori pubblici al costo del ticket. Spesso, però, le liste d’attesa sono tali da costringere le donne a far ricorso al privato: in questo caso si dovrà mettere in conto una spesa di almeno 600 euro.
- Il corso pre-parto. Negli ospedali e nei consultori, di solito, i corsi pre-parto sono offerti gratuitamente o al costo di una piccola quota. Alcuni ospedali, però, mettono a disposizione soltanto un numero limitato di posti gratuiti per frequentare il corso. Nelle strutture private, invece, si paga fino a 200/250 euro. Un modo per risparmiare su questa voce è rivolgersi al web: corso preparto è un motore di ricerca che permette di trovare anche corsi online a costo zero.
- Bonus bebè. Il Bonus bebè è un assegno di 80 euro al mese (960,00 euro l’anno) per ciascun figlio nato o adottato dal I gennaio 2015 al 31 dicembre 2017 per la durata massima di 3 anni di età. L’agevolazione spetta alle famiglie con ISEE sotto i 25mila euro. Per le famiglie a basso reddito fino a 7mila euro l’importo dell’assegno è raddoppiato e passa da 80 a 160 euro. Per presentare domanda ci si può rivolgere all’Inps, al CAF o al patronato che curi la pratica. Ad avanzare richiesta dovrà essere un genitore, fornendo adeguata autocertificazione che sarà sottoposta al vaglio dell’ente di previdenza per la verifica dei requisiti. Trovate tutte le informazioni nella nostra guida al bonus bebè.
- Congedo di maternità. Il congedo di maternità obbligatorio è un periodo di cinque mesi (due mesi precedenti la data presunta del parto e tre dopo) nei quali la donna per legge deve astenersi dal lavoro. Il congedo di maternità è riconosciuto alla madre lavoratrice anche nei casi di adozioni e/o affidamenti (nazionali e internazionali). Dal 2000 è stata introdotta la possibilità per la lavoratrice dipendente di continuare l’attività lavorativa nel corso dell’ottavo mese e di prolungare il periodo di congedo post partum, a condizione che il medico attesti lo stato di buona salute.
- Pannolini. Per i pannolini, secondo Federconsumatori, in un solo anno si spendono tra i 715 e i 1095 euro. Già nel corso della gravidanza si può organizzare una piccola scorta, approfittando delle offerte speciali nei supermercati, nei negozi specializzati per l’infanzia e online. Ricordarsi che la taglia più piccola sarà utilizzata per poco tempo, quindi sarà sufficiente una quantità limitata. Se poi alla componente risparmio si vuole aggiungere quella ecologica, si possono usare i pannolini lavabili, in vendita online e presso diversi supermercati. Il risparmio è notevole: in tre anni la spesa per i pannolini lavabili si aggira intorno ai 300-800 euro contro i 2.500-3.000 dei pannolini usa e getta.
- Parcheggio rosa. Delimitati da strisce rosa e molto frequenti in prossimità di scuole, farmacie, ospedali e supermercati, i parcheggi rosa sono posti auto riservati a donne in gravidanza o con bambini piccoli. Si tratta però di una cortesia, non di un diritto. Mentre in alcuni stati dell’Unione europea questi parcheggi rientrano a tutti gli effetti nelle disposizioni stradali, in Italia, invece, non è una misura prevista dal codice della strada, ma lasciata alla cortesia degli utenti: chi parcheggia lì non avendone diritto non può essere multato.
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