I tagli, gli aumenti e tutte le altre misure che riguardano noi cittadini. Obiettivo per l’Italia: trovare 54 miliardi di euro entro due anni...
La promessa dell’Italia. L’Italia ha promesso all’Europa che nel 2013 riuscirà a chiudere in attivo i suoi conti nazionali. Per farcela, secondo i calcoli del governo, nei prossimi due anni bisognerà raccogliere almeno 54 miliardi di euro aggiuntivi. Di questa somma, 36 miliardi verranno chiesti alle famiglie e alle imprese, 18 dovrà risparmiarli lo Stato. Ecco dove e come saranno trovati questi soldi.
I risparmi dello Stato. Lo Stato risparmierà principalmente tagliando tre tipi di uscite. La prima sono i ministeri, cui la manovra impone di ridurre le spese di 8,5 miliardi di euro. Poi vengono gli enti locali, che avranno dallo Stato centrale 7,4 miliardi in meno. Quindi gli statali, che dovranno aspettare 24 mesi, invece che sei, per incassare il loro trattamento di fine rapporto, garantendo un risparmio di 2 miliardi di euro. Nel caso in cui i ministeri non raggiungano gli obiettivi di risparmio, scatterà la riduzione del 30% della retribuzione di risultato dei dirigenti responsabili.
16 miliardi dalla delega al governo. Dei 36 miliardi di euro chiesti a famiglie e imprese, 16 arriveranno da provvedimenti ancora da definire. Entro la fine del mese il Parlamento dovrebbe affidare, attraverso una legge delega, la decisione al governo. L’esecutivo punta a rivedere le detrazioni e le agevolazioni fiscali e a modificare il sistema delle pensioni d’invalidità e reversibilità. Se la delega non arriverà, la manovra prevede il taglio automatico del 10% per tutte le agevolazioni fiscali.
8,5 miliardi dall’Iva. Altri 8,5 miliardi saranno ottenuti con l’aumento dell’Iva ordinaria, che si applica sulla maggior parte dei beni e dei servizi. L’aliquota sale dal 20 al 21% dal giorno dell’entrata in vigore della legge. Già nel 2011 questa misura dovrebbe garantire 700 milioni di euro. L’aliquota al 20% – ora al 21% – si applica ai beni non alimentari considerati di lusso: vini e spumanti, ad auto con cilindrata superiore ai 2000 mc, motocicli con cilindrata superiore ai 350 mc, autofurgoni, navi e imbarcazioni di stazza lorda superiore a 18 tonnellate. Ma anche a giocattoli, televisori, abbigliamento e calzature, taglio e piega dal parrucchiere ecc. Per il Codacons l’aumento dell’Iva costerà a ogni famiglia circa 290 euro.
Tre miliardi da giochi e fumo. Dai giochi e dalle sigarette dovranno arrivare altri tre miliardi di euro. Saranno i Monopoli a decidere come raccoglierli: potranno introdurre nuovi giochi, modificare la tassazione su quelli esistenti e potranno anche recuperarli aumentando le accise sui tabacchi.
Tre miliardi dalle rendite. Entrate significative, per altri tre miliardi in due anni, saranno generate dalla parificazione delle tasse sulle rendite finanziarie. La manovra fissa al 20% la tassazione dei guadagni finanziari: in questo modo scendono le tasse sugli interessi maturati su depositi e conti bancari (oggi al 27%) mentre salgono quelle sulle obbligazioni (esclusi i titoli di Stato) e sui profitti del trading azionario, oggi al 12,5%.
2 miliardi e mezzo dagli evasori. La manovra punta molto sulla lotta all’evasione fiscale. A partire da una stretta sugli studi di settore, che dovrebbe garantire 550 milioni di euro. Chi evade oltre il 30% delle tasse nascondendo all’erario più di tre milioni di euro, andrà in carcere senza possibilità di condizionale. Grazie a questa “minaccia” il governo si aspetta di incassare 650 milioni. Dall’abbassamento da 3 mila a 2.500 euro della soglia massima per i pagamenti in contante si attendono altri 95 milioni. L’aumento di 10,5 punti dell’aliquota Ires sulle società “di comodo”, dietro le quali l’erario sospetta siano nascosti yacht e altri beni di lusso, dovrebbe generare altri 396 milioni. Controlli più duri da parte dell’Agenzia delle entrate dovrebbero fare incassare al Fisco altri 796 milioni.
1,8 miliardi con la Robin Tax. Le società energetiche subiranno, per i prossimi tre anni, un aumento dell’Ires del 4%. Il governo si aspetta di incassare con questa misura 1,8 miliardi, che serviranno a ridurre il taglio dei trasferimenti agli enti locali.
200 milioni dal “contributo di solidarietà”. Il cosiddetto contributo di solidarietà, un aumento dell’aliquota Irpef sui redditi oltre i 300 mila euro pari al 3%, partirà il primo gennaio del prossimo anno e resterà in vigore fino alla fine del 2013, ma potrebbe essere anche prorogato se il pareggio di bilancio sarà mancato. Deve garantire 200 milioni. Gli italiani che guadagnano più di 300 mila euro oggi sono 34mila. L’attuale aliquota Irpef massima, che si applica oltre i 75 mila euro di reddito, è al 43%.
100 milioni dalle coop. Anche le cooperative saranno chiamate a contribuire. La manovra aumenta del 10%, dal 30 al 40%, la quota di utile delle coop valida per la determinazione della base imponibile, con l’obiettivo di incassare 100 milioni di euro in più.
Altri interventi. La manovra prevede anche altri interventi i cui effetti, per motivi diversi, non entrano nel pacchetto da presentare all’Europa.
Donne in pensione a 65 anni. L’aumento dai 60 ai 65 anni della soglia per il pensionamento delle donne nel settore privato partirà dal 2014, con il primo incremento di un mese, per completarsi nel 2026.
Contratti che cambiano. La manovra introduce la possibilità che i contratti aziendali e territoriali approvati dalla maggioranza dei sindacati più rappresentativi possano prescindere dalle leggi nazionali sul contratto di lavoro, comprese quelle sui licenziamenti, fatti salvi quelli che riguardano maternità e congedi parentali.
Meno feste. Ogni anno il governo emanerà un decreto che accorperà i giorni di alcune festività (come quelle delle feste dei Santi patroni delle città) alla domenica più vicina, spostandoli quindi al lunedì o al venerdì, con l’obiettivo di ridurre i ponti. Sono escluse: le feste stabilite con il Concordato, il 25 aprile, il 1° maggio, il 2 giugno.
Il condono. Un emendamento vincola il governo a recuperare anche con azioni coattive i 4,2 miliardi non ancora riscossi da chi ha aderito al condono del 2002.
Tagli ai parlamentari. Indennità e retribuzioni dei parlamentari saranno ridotte con un prelievo del 10% nella parte che eccede 90.000 euro e del 20% per la quota superiore a 150.000 euro. E dalla prossima legislatura il doppio incarico (come sindaco-deputato) non sarà ammesso.
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