Secondo l’ultima Indagine Internazionale sui risparmi di ING, aumenta il comfort degli italiani sui propri risparmi e sul livello del debito personale
ING svolge a cadenza annuale un’indagine internazionale, intervistando circa 15.000 individui in 15 paesi, per indagare la loro percezione relativa i loro risparmi e i loro debiti. L’ultima edizione, realizzata nello scorso mese di ottobre, segnala un miglioramento quasi generalizzato del comfort relativo al livello dei propri risparmi rispetto ad un anno fa. Il grado di comfort varia significativamente fra paesi: a guidare la classifica fra i paesi europei esaminati è l’Olanda, dove il 38% degli intervistati si è dichiarato soddisfatto, mentre fanalino di coda è la Romania, con il 21%. L’Italia, con il 24%, resta nella parte bassa della classifica, ma migliora di una posizione rispetto allo scorso anno.
Diminuisce il numero di chi non ha risparmi. Il miglioramento del livello di comfort trova una buona corrispondenza nella diminuzione della percentuale di coloro che dichiarano di non avere risparmi. Per il consumatore medio europeo questa percentuale scende al 27% (dal 38% di un anno fa). A un estremo troviamo il Lussemburgo (13% dal 14%) e all’estremo opposto la Romania (45% da 56%); in Italia è il 27% dei rispondenti a dichiarare di non avere risparmi, in forte diminuzione dal 38% dello scorso anno. Da sottolineare la netta riduzione della dispersione fra paesi europei.
Il miglioramento del quadro occupazionale come influenza positiva. L’aumento del livello di comfort relativo al proprio livello di risparmi appare riconducibile al miglioramento del quadro macroeconomico intervenuto nel corso dello scorso anno. Con riferimento al caso italiano, l’economia italiana ha proseguito il proprio percorso di modesta ripresa, nella quale il miglioramento del quadro occupazionale ha indotto un’inversione di rotta del reddito disponibile delle famiglie. Il fatto che una quota crescente dei nuovi occupati abbia contratti a tempo indeterminato, sta verosimilmente avendo una ricaduta positiva sul senso di sicurezza circa la sostenibilità della propria posizione reddituale.
Europei meno preoccupati dei propri debiti personali. Un altro aspetto indagato dalla ricerca ING è quello sul confort relativo alle varie forme di debiti personali, con l’esclusione dei mutui immobiliari. L’indagine mostra che la percentuale di chi dichiara di avere una qualche forma di debito personale è del 50% per la media europea, partendo da un minimo del 37% in Olanda sino a un massimo del 74% in Turchia. L’Italia, con il 42%, registra un marginale incremento dal 41% dello scorso anno, e si conferma un paese non particolarmente propenso ad accendere debiti. La tipologia di debito prevalente fra i connazionali si confermano i prestiti personali (20% degli intervistati), seguiti a distanza da debito sulle carte di credito, prestiti da amici e famigliari e scoperto di conto corrente (8% degli intervistati per ciascuna di queste modalità di indebitamento). A fronte della sostanziale stabilità di chi si dichiara indebitato, in Europa si registra un aumento generalizzato del comfort relativo alla propria posizione debitoria, anche se con differenze sensibili fra i paesi. Il quadro che emerge per gli italiani è particolarmente confortante: il 35% di loro infatti si dichiara a proprio agio con il proprio livello di indebitamento (secondi solo ai Lussemburghesi con il 36%), con un aumento di ben otto punti percentuali rispetto allo scorso anno. Come nel caso dei risparmi, il maggior senso di sicurezza circa la propria posizione reddituale potrebbe avere svolto un ruolo importante nel determinare il miglioramento della percezione sulla sostenibilità della propria posizione debitoria.
Disorientati dai tassi di interesse bassi a lungo. In questa edizione dell’indagine, ING ha cercato anche di indagare se e come la fase prolungata di bassi tassi di interesse abbia avuto un impatto sui comportamenti di risparmio dei consumatori. Le risposte indicano che i sentimenti prevalenti siano stati di frustrazione e preoccupazione. In Europa, così come in Italia, le famiglie stanno percependo in maniera più netta l’impatto dei bassi tassi sulla redditività dei loro risparmi di quello, favorevole, sui loro debiti. Non sorprendentemente, l’effetto sul debito è stato percepito maggiormente in Spagna e Olanda, paesi caratterizzati da un forte indebitamento privato. Da sottolineare che, alla frustrazione data dalla difficoltà di raggiungere gli obiettivi di risparmio, evidente in un’ottica di breve periodo, si associ la preoccupazione circa i propri risparmi pensionistici. Forse un indizio del fatto che la fase prolungata di tassi bassi non è più vissuta come un fenomeno episodico.
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