Lo spazio che ha ospitato Expo2015 riapre per eventi sportivi e artistici gratuiti. Ecco quali sono i nuovi progetti per il sito espositivo e i padiglioni
Il primo maggio ricorrerà l’anniversario dell’apertura al pubblico di Milano Expo 2015, manifestazione che in sei mesi è riuscita a raggiungere i 21,5 milioni di spettatori. È già passato un anno e nel frattempo alcune nazioni hanno deciso di smontare le loro realizzazioni per portarle nel proprio paese, altri hanno semplicemente fatto tabula rasa, altri ancora hanno donato nuova vita a strutture e piante, per costruire parchi cittadini o ristoranti esotici. Sul futuro del sito espositivo nel suo complesso (un’area di un milione di metri quadri a Rho) c’è ancora incertezza, ma le idee in campo sono davvero tante: sorprende la prossima riapertura di una parte di Expo prevista per il 27 maggio, con tante opportunità culturali e di intrattenimento, tutte gratis.
Riapre l’Expo e sarà gratis. Una notizia che sorprende: il 27 maggio l’ex Expo tornerà a popolarsi e l’ingresso questa volta sarà gratuito. Proprio così, nell’area espositiva ci saranno campi da calcio e da basket, dove fare sport all’aria aperta; ci saranno anche le mostre della Triennale dedicate al design ospitate nell’ex supermercato del futuro; mentre nell’ex auditorium ci sarà un orto planetario con 150 specie di frutta e verdura coltivate e vendute in un mercato a chilometro zero; e poi maxischermi nel teatro all’aperto per vedere le partite degli Europei 2016, le Olimpiadi di Rio e la Champions League. Sarà aperto anche Palazzo Italia con una nuova mostra, mentre l’Albero della Vita verrà riacceso con uno spettacolo inedito. Non sarà riaperta l’intera area che ospitava Expo, ma solo una parte (130.000 metri quadrati) e la zona sarà delimitata da barriere artistiche. L’apertura è prevista per 4 mesi (ma non si esclude che possa durare fino a ottobre) dal venerdì alla domenica, dalle 15 alle 23 (orari da confermare). Mentre dal 10 giugno al 10 luglio, quando inizieranno i campionati europei, i cancelli si spalancheranno ogni volta che ci sarà una partita. Non finisce qui: tutti i sabati di giugno ci saranno degli spettacoli organizzati dal corpo di ballo della Scala. L’ingresso sarà gratuito, dalle entrate di porta Merlata, Roserio e Triulza.
Il padiglione che diventa un ristorante. Si tratta del padiglione dell’Uruguay, acquistato da un’azienda che valorizzerà le specialità enogastronomiche del Paese sudamericano. I lavori sono andati avanti a pieno regime, e il padiglione sarà installato nel paese di Origgio, in provincia di Varese. L’idea iniziale era quella di utilizzarlo per insediarci degli uffici, ma dato il successo riscosso dal ristorante uruguaiano durante Expo è stato deciso di mantenere la vocazione gastronomica. Senza trascurare l’attenzione per l’ambiente, visto che l’intera struttura è completamente ecosostenibile. Il ristorante dovrebbe aprire prima dell’estate con il nome di El Primero.
Il padiglione convertito in giardino cittadino. Si chiama “Il giardino della vita” la nuova area verde di Rho composta dagli alberi del padiglione ungherese. I cittadini di Rho e i visitatori che si troveranno a passeggiare per i viali del nuovo Parco Europa, di fronte alla celebre Villa Burba, potranno godere della presenza di 25 alberi ungheresi di diversa tipologia: si va dai Meli dei Carpazi all’Acero ungherese, dal Pero al Ciliegio Pado.
La memoria verde di Expo continua. Si tratta del centinaio di alberi che sono stati recuperati dal sito dell’esposizione universale e che hanno avuto una seconda chance. Grazie al lavoro di un gruppo di volontari e al sostegno di alcune aziende, 655 alberi che fino al 30 ottobre 2015 abbellivano gli spazi di Rho sono stati donati a diverse cittadine e lì ripiantati in nome dell’ambiente e del non-spreco. Le donazioni sono avvenute principalmente in Lombardia, nell’hinterland milanese (da Bollate ad Arese, da Pioltello a Vignate), ma in qualche caso anche nel centro Italia, ad esempio nelle Marche (a Pesaro hanno adottato le preziose rose rampicanti che adornavano il padiglione dell’Oman). L’iniziativa si chiama “Recupero Verde” e chi ha aderito ha dovuto presentare una mappa dei luoghi dove avrebbe potuto ospitare una pianta. Sono nati in questo modo “i luoghi di memoria di Expo” con il supporto di alcuni rappresentanti dell’esposizione, di aziende municipalizzate e dei paesi espositori. Luoghi di nuova vita per queste piante, invece delle ruspe e dei camini dove altrimenti sarebbero finiti.
Il futuro a lungo termine di Expo. Il progetto di quanto accadrà al sito espositivo è ancora work in progress, ma sembra che il 2017 sarà l’anno della svolta, quando i progetti a lungo termine inizieranno a prendere forma. A oggi si parla di tre grandi interventi: uno Human Technopole, un campus dell’Università degli studi di Milano e un Polo delle Arti e dell’Artigianato, oltre ad un’ampia parte destinata a un parco pubblico.
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