Aule con connessione Adsl, Lim, tablet ed ebook al posto (o in aggiunta) dei manuali tradizionali: la scuola del futuro è sempre più tecnologica e interattiva. Cambia la didattica, migliorano i risultati
La tecnologia che cambia la scuola. Istituita dall’Unesco, il 5 ottobre si celebra la “Giornata mondiale degli insegnanti”, figure fondamentali nel processo di crescita dell’individuo. Tema dell’edizione 2014, la “parità di genere”. Negli anni, la professione degli educatori è molto cambiata, grazie anche all’avvento del digitale: per alunni e professori sono arrivati registri elettronici, lavagne interattive, tablet e connessioni ad alta velocità che hanno trasformato l’offerta formativa e didattica. Se tanto è stato già fatto, molto però rimane da fare. Un recentissimo studio di Palazzo Chigi, infatti, attesta che a oggi solo il 10% delle scuole primarie e il 23% delle secondarie è connesso al web con una linea veloce. Obiettivo dei prossimi anni, quindi, sarà per prima cosa potenziare connessione e strumenti digitali presenti nelle aule nostrane.
Tablet ed ebook per arricchire la didattica. Oggi tramite la rete i ragazzi si confrontano, fanno brainstorming, prendono contatti con l’esterno e approfondiscono gli argomenti affrontati in classe. Molto più, quindi, della classica lezione frontale: attraverso app e programmi specifici segnalati dagli insegnanti l’apprendimento diventa costante, virale. Studiando sul tablet gli studenti possono avere sempre informazioni aggiornate, per esempio l’ultima versione del libro di testo, e visualizzare immagini, grafiche, tabelle, video che integrano lo studio sul manuale tradizionale.
I risultati non mancano. Secondo “Generazione Inoccupati? No grazie”, uno studio dell’Osservatorio nazionale sull’internazionalizzazione delle scuole e la mobilità studentesca promosso da Fondazione Intercultura e Fondazione Telecom Italia, tra gli effetti della tecnologia nella vita degli studenti ci sono maggiore predisposizione ad informarsi, ad aggiornarsi e a ragionare in termini globali. I risultati confermano quanto rilevato nel passato: già nel 2006 uno studio dell’Ocse diceva che gli alunni che usano regolarmente un pc per studiare ottengono risultati migliori degli altri.
Dal gesso al touch screen il passo è breve. Dal 2006 in moltissime scuole italiane è arrivata la Lim, la lavagna interattiva multimediale, un dispositivo elettronico simile, per dimensioni, a una lavagna tradizionale ma collegato a un pc e a un proiettore. Sulla Lim si scrive, si disegna, si visualizzano testi e immagini, si riproducono video o animazioni, si naviga in rete, e ancora ci si collega ad altre lavagne in modalità Bluetooth. Durante la lezione più contenuti possono essere presentati contemporaneamente: l’impatto visivo potenzia la spiegazione dell’insegnante, favorendo un maggiore coinvolgimento dell’alunno. Gli studenti, poi, possono stampare la propria interrogazione per ripercorrere errori o successi, recuperare la lezione in digitale e inviarla al proprio computer o ai compagni via mail. Il tutto, su uno schermo touch screen.
Registro elettronico: una realtà sempre più diffusa. Tra gli strumenti che più di tutti hanno trasformato il rapporto tra docenti, studenti e famiglie c’è il registro elettronico, molto più della semplice versione digitale del vecchio registro cartaceo. Secondo i dati del ministero della Pubblica istruzione, a oggi, note, assenze, compiti e lezioni sono annotati su registri elettronici nel 70% delle scuole secondarie superiori. Anche su questo fronte, però, la strada da percorrere verso la piena digitalizzazione è ancora lunga. In quasi un istituto su due il registro elettronico convive con la sua versione cartacea: insegnanti e personale non docente – quindi – in molti casi raccolgono i dati con i vecchi metodi e li inseriscono solo in un secondo momento nel pc in uso condiviso.
Anche la pagella è 2.0. Secondo un sondaggio di Skuola.net (campione di 2000 studenti tra gli 11 e i 19 anni), più della metà dei genitori controlla voti e assenze sul registro digitale. Considerare però il registro soltanto come strumento di controllo sarebbe riduttivo: si tratta di un tramite tra genitori e insegnanti attraverso il quale mamma e papà possono rendersi conto più facilmente di eventuali cali del rendimento scolastico dei figli e concordare con il docente come intervenire. Utilizzando un codice personale, poi, periodicamente i genitori possono anche ritirare la pagella, che nella versione elettronica ha la stessa validità legale del documento cartaceo (volendo, i genitori possono comunque averne copia cartacea).
Da Nord a Sud, gli esempi più virtuosi. Un esempio per la scuola del futuro è l’Itis Majorana di Brindisi. Qui già dal 2009 gli studenti strisciano il badge per entrare a scuola e studiano su tablet connessi alla Lim mentre l’insegnante rileva le presenze con il registro elettronico collegato alla rete. Altra scuola ad aver mandato in soffitta i libri di testo in forma cartacea è il liceo Meucci di Aprilia: qui i compiti in classe si sono trasformati in documenti multimediali e, grazie ad una piattaforma e-learning, l’insegnante è sempre disponibile per un aiuto anche da casa. Al liceo Malpighi di Bologna, infine, è partito il progetto pilota 3d-Makers@School, che permette agli alunni di progettare e realizzare prodotti con la stampante 3D.
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