Orti urbani mania

Coltivare da soli pomodori e zucchine? Si può, con gli appezzamenti urbani assegnati dai comuni ai cittadini, ma anche grazie a mini orti fai da te in giardino e sul balcone

Orti urbani, cosa sono. Piccoli appezzamenti di terra che il comune affida ai cittadini per coltivarli e far crescere frutta e verdura. Si chiamano “orti urbani” e da fenomeno di nicchia sono diventati consuetudine di moltissime città nostrane. Ogni centro ha i suoi regolamenti ma in generale la procedura è abbastanza simile: si fa domanda online attraverso i bandi per l’assegnazione degli appezzamenti e si ottengono i propri metri quadrati di verde dietro il pagamento di una tariffa annuale (in genere poche decine di euro).

Benefici per tavola, portafoglio e non solo. Spiega Giorgio Prosdocimi Gianquinto, docente di Orticoltura all’università di Bologna: “Coltivando orti urbani non solo si risparmia ma si ottengono prodotti a ‘centimetro zero’ che offrono una qualità garantita”. In più, aggiunge l’esperta di psicopedagogia Cristina Bertazzoni, docente all’università di Brescia, “partecipare a un progetto di coltivazione di orti urbani permette non solo di autoprodursi frutta e verdura, con vantaggi per la tavola e il portafoglio, ma anche di attivare scambi di saperi frutto di un’attività agricola sviluppata giorno dopo giorno, una base eccellente per costruire valori comunitari”. Il Caab – Centro agroalimentare di Bologna – calcola che coltivando da sé frutta e verdura si arrivano a risparmiare 600 euro l’anno al netto della spesa sostenuta per il canone d’affitto dello spazio.

Come ottenere un orto urbano. Per richiedere il proprio spazio in un orto urbano di solito basta fare domanda al comune attraverso i bandi che si trovano sui siti delle amministrazioni ed entrare in liste d’attesa: in base a vari fattori, che spesso cambiano di città in città, viene stabilita una graduatoria che porta all’assegnazione degli spazi. Alcuni orti urbani sono concessi gratuitamente, per altri occorre versare una piccola quota annuale, una cifra quasi simbolica che serve per pagare le spese di gestione dell’area.

Il fenomeno è in grande espansione. Di molte iniziative vi abbiamo parlato in questo pezzo, ma in giro per l’Italia ci sono tante novità. Gli orti urbani di Modena nasceranno alla Madonnina, area di 12 mila metri quadrati nella zona del cimitero di San Cataldo che sarà trasformata in un orto urbano da affidare ai privati (ulteriori informazioni qui). A Genova la Consulta del Verde, organismo creato dal comune con il compito di verificare la corretta applicazione del regolamento del verde, ha deciso di agevolare nell’assegnazione degli spazi chi ha tra i 26 e i 30 anni. A Sassari ci saranno sette orti urbani in mezzo ai palazzoni, in tutto 37.600 metri quadrati messi a disposizione di anziani, disoccupati, scuole e associazioni. A Roma gli orti condivisi sono moltissimi: per avere un’idea basta dare un’occhiata al sito zappataromana.net che dal 2010 fa un vero e proprio censimento di orti e giardini condivisi nella Capitale. A Bologna, il collettivo TrameUrbane ha lanciato una rete nazionale per tutte le esperienze di giardini e orti comunitari che stanno nascendo in questi anni ovunque nel nostro Paese.

A Milano, in attesa di Expo 2015. In Lombardia gli orti urbani nei capoluoghi di provincia sfiorano quota 2.800, il 40% in più di due anni fa. A Milano, nel distretto del design di via Tortona, si segnala l’installazione “SuperOrtoPiù”, che dimostra come un nuovo modo di progettare e costruire può portare l’agricoltura in città. “SuperOrtoPiù”, in pratica, è un grande orto urbano pensile di 750 metri quadrati, progettato dall’artista Michelangelo Pistoletto, e realizzato sul tetto di uno dei palazzi di Superstudio Più. L’installazione, presentata in occasione degli eventi del Fuorisalone (dall’8 al 13 aprile a Milano), rimarrà aperta fino a giugno e poi in maniera permanete nel periodo di Expo 2015, che ha come tema proprio “Nutrire il pianeta. Energia per la vita”. La terrazza per il momento ospita un prato. Nei prossimi mesi sarà allestita una piccola risaia (ulteriori informazioni sono disponibili qui).

L’orto sul balcone. Chi non riesce ad accaparrarsi uno spazio in un orto urbano, se ha a disposizione un balcone, può crearsi un piccolo vivaio in casa. Per farlo basta pochissimo spazio, anche solo la parete di un balconcino, purché abbia la giusta esposizione di luce: una fioriera da balcone può dare soddisfazioni insperate. D’inverno si possono piantare fave e piselli, da marzo-aprile via libera a piante aromatiche, ortaggi (lattuga, zucchine, melanzane, peperoni, pomodorini, sedano; patate e carote, invece, richiedono un interramento maggiore e sono sconsigliate), e frutti di bosco (fragole, more, lamponi). Sul terrazzo, con uno spazio più grande a disposizione, la rendita è maggiore. In autunno, le piante che garantiscono i risultati migliori sono cavoli, verza, broccoli, broccoletti, rape. Se lo spazio è minimo, ricordarsi che si può coltivare anche in verticale. In questo caso si può prendere un bancale alto venti centimetri, chiuderlo nella parte inferiore, riempirlo di terra e fissarlo al muro. Tra un’asta di legno e l’altra, infilare le piantine, avendo cura di posizionare in alto quelle che si sviluppano di più in altezza:il basilico, per esempio, va in cima, mentre il peperoncino in basso. Altriconsigli per gestire l’orto sul balcone li trovate anche qui e qui).

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