La parola che ci permette di accedere alla nostra vita digitale deve essere sicurissima. Consigli per sceglierne una a prova di sguardi indiscreti (e di furto)...
10 mila password su sei milioni di miliardi di combinazioni. Scegliere password sicure è un buon punto di partenza per evitare che la propria privacy digitale possa essere in qualche modo violata. Dice Alberto Donato, responsabile italiano dello studio Tmt Prediction 2013 (Tecnology, media e telecommunication): “Sebbene sia vero che in una tastiera le combinazioni potenziali di lettere, numeri e caratteri speciali sono oltre sei milioni di miliardi, va ricordato che risultano soltanto 10 mila le password usate per accedere al 98% degli account presenti sul web”. Insomma, nella scelta della password, spesso, siamo pigri. E questo, ovviamente, può essere un problema.
“Password”, la password più diffusa. Forse per il timore di dimenticarle, spesso le password sono di una facilità irrisoria. Lo rivela l’elenco delle 25 parole chiave più comuni pubblicato dalla società californiana Splash Data. Al primo posto c’è proprio il termine “password”, seguito da “123456”, “abc123” e “qwerty” (parola che deriva dalla sequenza delle lettere dei primi sei tasti della riga superiore della tastiera). Con una consuetudine disarmante si scopre che gli utenti abbinano le prime lettere dell’alfabeto e i primi tre numeri alle iniziali dei loro nomi o, ancora, alla data di nascita e ai nomi dei parenti. Un invito a nozze per hacker e truffatori, che dai social network reperiscono con facilità informazioni personali, con la possibilità di ricostruire le password.
Errori da evitare. Ecco gli errori che un utente non dovrebbe mai commettere quando sceglie una password:
- Una parte qualsiasi del proprio nome;
- Il nome del proprio account, cioè l’UserID. Di solito per creare un account servono due elementi: UserID, che spesso è il proprio indirizzo di posta elettronica, e password. Mai usare come password il nome del proprio account, meglio differenziare;
- Numeri con significato particolare (la propria data di nascita o quella di un avvenimento importante);
- Facili associazioni con le cose che più si amano o con quelle detestate (il nome del proprio attore preferito o dello sport che si pratica);
- Nulla che sia scritto tutto in maiuscole o minuscole;
- Nulla che contenga soltanto lettere dell’alfabeto;
- Nomi dei luoghi in cui si è vissuto;
- Qualsiasi parola effettivamente esistente, in qualunque lingua;
- Parole effettivamente esistenti con numeri/lettere sostitutivi, come zeri per la lettera O, 1 per la lettera L, 3 per la lettera E ecc.
10. Qualsiasi password di esempio trovata sul web.
Il vademecum di Google. Ecco il vademecum lanciato da Google in occasione del Safer Internet Day 2013, iniziativa di cui vi abbiamo parlato in questo articolo:
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