Frigoriferi, lavastoviglie, tv, smartphone: quando non funzionano più possono ancora essere una risorsa. Ecco come recuperarli o gettarli senza disperderli nell’ambiente.
Gli italiani sono sempre più tecnologici e connessi via web: in ciascuna famiglia sono presenti in media 19 dispositivi hi-tech, che sono utilizzati tutti i giorni, per quasi 9 ore al giorno (rispetto alle 7,8 ore registrate nel 2014). Inoltre cresce la tendenza a sostituire gli apparecchi ben prima dell’usura alla ricerca delle ultime potenzialità tecnologiche. In questo contesto non è difficile immaginare che i “rifiuti del futuro” saranno sempre più “rifiuti elettronici”, i cosiddetti RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche). Ma se riciclassimo queste apparecchiature correttamente ogni anno potremmo ricavare un valore di 15 miliardi di euro. Vale quindi la pena di conoscere come smaltire o riutilizzare questi elettrodomestici ed evitare che vengano gettati in maniera indifferenziata o ancor peggio dispersi nell’ambiente. Ecco i nostri suggerimenti per un utilizzo della tecnologia sempre più sostenibile e vantaggioso.
Cosa sono i rifiuti elettrici ed elettronici. Sono ciò che rimane delle apparecchiature alimentate a corrente elettrica o da pile e batterie. Possono essere molto grandi (come il frigorifero) o molto piccoli (come i cellulari o le sveglie e le lampadine a basso consumo). La normativa individua 5 raggruppamenti di rifiuti elettronici a seconda della tipologia e delle tecnologie necessarie al loro corretto trattamento:
• Raggruppamento R1 – freddo e clima (frigoriferi, condizionatori e scalda-acqua)
• Raggruppamento R2 – grandi bianchi (lavatrici, lavastoviglie, forni, piani cottura, etc.)
• Raggruppamento R3 – TV e monitor
• Raggruppamento R4 – piccoli elettrodomestici, elettronica di consumo, apparecchi di illuminazione e altro (abat-jour, tostapane, ferri da stiro, friggitrici, frullatori, mouse, tastiere, stampanti, etc.)
• Raggruppamento R5 – sorgenti luminose neon o a risparmio energetico
Come e dove buttare un rifiuto Hi-Tech. Di qualsiasi dimensione siano e a qualunque categoria appartengano, è fondamentale che questi apparecchi elettronici non siano buttati tra i rifiuti indifferenziati, né abbandonati nell’ambiente o dimenticati in casa, in soffitta o nei garage. Occorre smaltirli presso la propria isola ecologica o presso i centri di raccolta comunali (cercate qui il più vicino). Il rifiuto elettronico dovrà poi essere affidato al cassonetto giusto in funzione del raggruppamento a cui appartiene (R1, R2, R3, R4 o R5). La faccenda si fa più complicata per i grossi elettrodomestici (lavatrici, frigoriferi, forni, condizionatori): essendo pesanti e ingombranti, trasportarli di persona all’isola ecologica può risultare complesso. In questo caso è meglio verificare se il proprio Comune ha attivato il servizio di raccolta a domicilio per i RAEE: in tal caso è possibile chiedere il ritiro dei vecchi elettrodomestici direttamente a casa propria. Le modalità del servizio variano da città a città, può essere gratuito o richiedere il pagamento di una tariffa apposita per il servizio (ad esempio se il ritiro avviene ai piani alti di un palazzo).
Restituire la tecno-spazzatura al negoziante. Questa è un’opportunità garantita da tutti i grandi negozi di apparecchiature elettriche ed elettroniche (la legge recita: “con superficie di vendita maggiore di 400 metri quadri”), che sono tenuti a effettuare il ritiro “uno contro zero”. In pratica, si può consegnare l’apparecchio gratuitamente al negoziante anche senza effettuare nuovi acquisti. Attenzione però: vale solo per i RAEE di piccole dimensioni, cioè di dimensione massima inferiore a 25 centimetri (telefonini, asciugacapelli, rasoi elettrici, etc.). Nel caso, invece, di elettrodomestici più grandi si può usufruire del cosiddetto ritiro “uno contro uno”. In base a quanto previsto dalla normativa, i rivenditori di elettrodomestici devono assicurare il ritiro gratuito dell’apparecchiatura da buttare al momento dell’acquisto di un nuovo elettrodomestico “equivalente”. In altre parole: comprando una nuova lavatrice, il rivenditore è tenuto a ritirare quella vecchia senza costi aggiuntivi.
Iniziative per il recupero e il riuso sociale. La prima regola in caso di guasto è chiaramente quella di tentare la via della riparazione, come nel caso dello smartphone. Nel caso di vecchi computer (che magari funzionano ancora, anche se con una tecnologia superata), si può provare a recuperare le parti ancora utili, rigenerando dei pc con nessuna pretesa di velocità, ma che possono essere assolutamente funzionali per le operazioni più comuni. Si otterrebbero così nuove apparecchiature da donare a scuole, associazioni e famiglie che non hanno la possibilità economica di acquistarli. È questa l’idea che ha ispirato l’associazione “Progetto Nuova Vita”. Dal 2010 ad oggi l’associazione è riuscita a creare una struttura consolidata che conta 2 laboratori, 4 depositi, oltre 20 punti di raccolta e 78 iscritti che hanno permesso di ricollocare più di 3mila apparecchiature elettroniche. Campagne di sensibilizzazione, conferenze e incontri hanno interessato alcune decine di migliaia di persone, non solo in Lombardia, ma anche in altre regioni italiane.
Riciclare e riusare con l’aiuto dei social. Prima di portare il vecchio elettrodomestico in un’isola ecologica, si può fare una foto e provare a regalarlo a qualcuno attraverso la rete. Basta mostrarlo sul gruppo Facebook “te lo regalo se vieni a prenderlo”: i vecchi oggetti potrebbero far comodo a qualcun altro che verrà a ritirarli al domicilio. Il gruppo è diviso per regione, quindi se si vive in Lombardia bisogna cercare su Facebook: te lo regalo se vieni a prenderlo Lombardia. A questo punto basta cliccare su “Iscriviti al gruppo” e aspettare di essere aggiunti da uno degli admin per poi procedere con l’offerta.
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