Dalla generazione di elettricità alla produzione di acqua calda sanitaria: come è meglio sfruttare l’energia solare rinnovabile? La guida definitiva per fare un buon investimento.
L’energia solare può essere sfruttata oggi in due modi utili per le nostre case: con i pannelli solari termici – che convertono i raggi solari in energia termica per riscaldare l’acqua sanitaria o per il riscaldamento domestico – oppure con i pannelli solari fotovoltaici, capaci di convertire la luce solare in energia elettrica. Ma quanto si risparmia con l’energia solare e in quanto tempo? Quale investimento preferire tra solare termico e solare fotovoltaico? Quali permessi servono e quali incentivi offre lo Stato per passare all’energia rinnovabile? Ecco la guida definitiva per fare la scelta più adatta per le nostre case.
Fotovoltaico e termico, le differenze. Un pannello (o modulo) fotovoltaico produce energia elettrica, convertendo l’energia solare in elettricità, può essere integrato a un edificio, posizionato sul tetto di una casa o a terra (in commercio sono disponibili anche delle varianti del classico impianto a pannelli fotovoltaici: fotovoltaico portatile, smartflower, tegole fotovoltaiche, ecc.). I prezzi di un impianto fotovoltaico variano dai 6.000 ai 13.000 euro e la sua durata può raggiungere i 30 anni. Un pannello solare termico utilizza un raccoglitore per riscaldare acqua, può essere installato in qualsiasi punto dell’edificio (meglio se a Sud) ed è indicato per chi ha poco spazio disponibile. Inoltre può essere integrato all’impianto di riscaldamento esistente (caldaia, sistema di riscaldamento a pavimento). Un impianto invece può costare dai 1.500 ai 3.500 euro, ha una durata di almeno 20 anni e gode degli incentivi fiscali. Quindi è meglio fotovoltaico o solare termico? Dipende: occorre prima capire quale sistema sia l’ideale per la propria abitazione e per le proprie necessità, ma ai nostri giorni, considerando l’investimento iniziale e i contributi concessi dallo Stato, appare più conveniente l’installazione di un pannello solare, che risulta meno dispendioso e più efficace. Scopriamo il perché.
Come funziona un impianto solare termico. Un pannello solare termico impiega circa 10 ore per riscaldare l’acqua del serbatoio; il periodo di tempo necessario è fortemente variabile in base all’esposizione solare, alla stagione, alle condizioni meteo e alla latitudine. Quando il cielo è coperto, e d’inverno, il rendimento dei pannelli solari cala dal 40% all’80%. Nelle ore notturne è soltanto possibile utilizzare l’acqua calda precedentemente prodotta nelle ore diurne. Una volta esaurita la scorta di acqua calda, bisognerà attendere il sole e un nuovo ciclo di riscaldamento: per questo è sempre consigliabile abbinare il solare termico a una caldaia a gas.
Quanto si risparmia. I pannelli solari soddisfano in media dal 50% al 90% circa del fabbisogno di acqua calda sanitaria di un’abitazione. Se si utilizza il solare anche per integrazione al riscaldamento domestico il fabbisogno complessivo che si soddisfa potrebbe arrivare fino al 40%. Stimando che solo il 50% dell’acqua calda consumata venga prodotta dal nostro impianto rinnovabile, il risparmio totale complessivo per una famiglia di 3 persone è di 240 euro annui.
È un buon investimento? Il solare termico è una tecnologia diffusa, sicura e disponibile a prezzi contenuti. Un impianto adeguatamente dimensionato si ripaga in pochi anni, a maggior ragione con l’aiuto degli incentivi fiscali per l’efficientamento energetico, di cui leggere i dettagli sul sito dell’Agenzia delle Entrate. Il risparmio energetico e quindi economico è tanto maggiore quanto più obsoleta è la fonte energetica che viene sostituita. Ad esempio, se l’impianto solare sostituisce parte dei consumi (elevati) di uno scaldabagno elettrico o di una caldaia a gasolio, il risparmio economico risulterà molto consistente. Analizzando caso per caso si può stimare un tempo di ritorno dell’investimento da 4 a 8 anni.
Il vantaggio per l’ambiente. I pannelli solari danno un fondamentale contributo in termini ambientali e di risparmio energetico. Una famiglia di 3 persone, con un impianto solare che copre il 50% del fabbisogno di acqua calda sanitaria, integrato con caldaia a gas, risparmia all’atmosfera fino a 1,5 tonnellate annue di anidride carbonica rispetto alla stessa quantità di acqua calda prodotta esclusivamente con uno scaldabagno elettrico.
Consigli per l’acquisto. Prima dell’acquisto è sempre meglio richiedere più preventivi per l’installazione di un impianto solare termico (costo dell’installazione incluso) nei quali concordare per iscritto i costi complessivi e i tempi di installazione. Un altro suggerimento è quello di collocare l’impianto in luoghi facilmente accessibili (in ottica interventi di manutenzione). Altrettanto importante è assicurarsi che l’installatore sia registrato alla Camera di Commercio. Meglio se è in possesso anche di altri attestati, come il Solarpass, rilasciato dall’associazione italiana di categoria del solare termico, Assolterm.
Servono permessi per l’installazione di un impianto solare termico? Gli interventi di installazione di impianti solari termici sono considerati attività ad edilizia libera e sono realizzati, previa comunicazione (anche per via telematica) dell’inizio dei lavori da parte dell’interessato all’amministrazione comunale. Più precisamente, se effettuati:
• su edifici esistenti dovrete recarvi al comune della vostra città e presentare la DIA, ovvero la Dichiarazione Inizio Attività. Con tale dichiarazione, se entro 30 giorni non riceverete comunicazioni contrarie all’inizio dei lavori, questi potranno regolarmente iniziare;
• su edifici soggetti a vincolo storico-artistico-paesaggistico dovrete rivolgervi al comune della vostra città e presentare la DIA e una Comunicazione alla Soprintendenza ai Beni Culturali e Architettonici o all’Ente competente per quel vincolo. Se entro 60 giorni dalla data di dichiarazione non riceverete comunicazioni contrarie all’inizio dei lavori, avrete automaticamente il via libera per l’installazione dell’impianto solare termico.
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