Nel nostro Paese sono tante le cose che si possono vedere o fare in tutta allegria, da soli o con la famiglia. Il tutto, senza spendere un euro...
Il costo dello sforzo. «Le cose gratuite sono quelle che costano di più. Costano lo sforzo per capire che sono gratuite» (Cesare Pavese, 1941).
In giro per l’Italia gratis. In l’Italia ci si può divertire anche senza mettere mano al portafogli: ecco una piccola guida per scegliere che cosa fare, in vacanza o nel tempo libero dal lavoro, completamente gratis.
I giorni giusti per visitare i musei. A Milano, il venerdì pomeriggio è possibile visitare il Museo del Novecento nel palazzo dell’Arengario senza pagare il biglietto d’ingresso. Dalle 16 alle 19.30 si possono ammirare gratis le opere di Juncker, Picasso, Soffici, Balla, Carrà, Morandi e De Chirico e visitare il Duomo. A Roma, per entrare nei Musei Vaticani senza pagare, bisogna aspettare la mattina dell’ultima domenica di ogni mese (orari: 9- 14). Altro tesoro artistico che si può ammirare proprio lì vicino (e sempre gratis) è la Basilica di San Pietro.
Camminare nel tempo. Al Castello Sforzesco di Vigevano si possono ammirare gratis quattrocento tipi di calzature: dalla pianella del 1495 di Beatrice D’Este alle opere più creative di Dior, Ferragamo, Armani, Saint Laurent e a quelle più recenti di Jimmy Choo o di Louboutin. Un’intera stanza è dedicata al tacco a spillo, inventato proprio a Vigevano nel 1953. Ci sono pezzi esclusivi come il cappello scarpa ideato da Dalì per la moglie Gala, gli stivali di Mussolini, le décolleté preferite da Brigitte Bardot, dalla Loren e dalla Monroe ecc. (info: Museo internazionale della calzatura).
L’Italia in un giorno. Per visitare tutto il Belpaese senza spendere un soldo basta andare all’Italia in miniatura di Rimini il giorno del proprio compleanno. Per entrare bisogna esibire un documento d’identità, per i minori basta invece il tesserino sanitario con codice fiscale. In un giorno solo si potrà andare in gondola sul Canal Grande di Venezia, tentare di raddrizzare la Torre di Pisa, fare un salto in piazza San Pietro o andare alla Valle dei Templi di Agrigento. Il tutto, senza sforzi e completamente gratis.
All’estero, eppure in Italia. A pochi chilometri da Imperia c’è un piccolo feudo che non risulta annesso al Regno d’Italia, quindi, secondo i suoi abitanti, non fa parte della Repubblica: è il Principato di Seborga. Da sempre i suoi quattrocento residenti si battono per l’indipendenza e per dimostrare che fanno sul serio nel 1963 hanno eletto il loro principe. In più, hanno stampato francobolli, patenti, passaporti (tutte cose che possono essere comprate nei negozi della cittadina), hanno proprie targhe automobilistiche (che però valgono solo nel principato), cantano il loro inno nazionale e comprano in Luigini. Le tasse però le pagano allo Stato italiano: per l’Italia Seborga non è affatto diversa dalle altre città e, come tale, ha il proprio sindaco. Il municipio e il palazzo del Principe sono l’uno davanti all’altro: è curioso vedere sventolare le bandiere da ciascuna finestra.
Borghi medievali. Per chi va alla ricerca di un posto tranquillo e dal gusto un po’ retrò, c’è Calcata, paesino in provincia di Viterbo che dagli anni Settanta ospita numerosi artisti e scrittori che hanno scelto di ritirarsi in questo borgo per creare le loro opere. Appena varcata la doppia porta del paese (un tempo con il ponte levatoio) si respira subito un’aria bohémienne: dopo una ripida salita si arriva nella piazza principale e da lì bisogna solo avventurarsi nei vicoli per imbattersi nelle creazioni di artigiani e artisti. Civita di Bagnoregio è un piccolo borgo, sempre nel Viterbese, appollaiato su un colle di tufo. L’atmosfera che si respira è molto suggestiva: quando il cielo è nuvoloso il paesino sembra sospeso nel vuoto, quando è limpido il panorama lascia senza parole. L’architettura è di stampo medievale; anche se il piccolo centro è stato ristrutturato, Civita di Bagnoregio viene chiamata, da oltre un secolo, «la città che muore» perché è sempre a rischio frana. Negli anni terremoti, smottamenti e l’erosione delle acque del Chiaro e del Torbido hanno come separato il paese da Bagnoregio creando una sorta di isola di tufo raggiungibile solo con un lungo ponte.
Una Spa gratis. In Toscana ci si può rilassare alle terme senza pagare l’ingresso, di solito piuttosto costoso. Alle cascate di acqua sulfurea di Saturnia, in provincia di Grosseto, l’acqua scorre in piccole pozze e diventa sempre più calda man mano che si risale verso la sorgente, fino a trasformarsi in un idromassaggio nella vasca più grande. Le terme di Petriolo (Siena), le cui acque bollenti (42°) servivano, secondo papi e notabili, «a chi ha il capo pieno di umori», aiutano anche a respirare meglio grazie all’elevata concentrazione di zolfo.
Alla ricerca dell’oro. Nel torrente dell’Elvo, nel biellese, si può andare gratis a caccia di pepite d’oro. Il fiume era un’antica riserva aurifera sfruttata dai romani: con un po’ di fortuna e qualche attrezzo (un badile per raccogliere la terra, un setaccio per separare i materiali, un canaletto per lavarli e la batea, la padella che mette in evidenza tutto quel che luccica) si può ancora sperare di trovare una pagliuzza d’oro.
A Marsala con Garibaldi. Per festeggiare il centocinquantesimo anniversario dell’unità d’Italia, infine, si può andare a Marsala, dove Garibaldi sbarcò con i Mille. La città ha reso omaggio all’Eroe dei due mondi ribattezzando il Marsala “Garibaldi dolce” perché piaceva molto al generale, e cambiando il nome a Porta di Mare con Porta Garibaldi, perché da lì entrarono i Mille. In più al locale Museo garibaldino si possono vedere le famose camicie rosse, le divise, le baionette, i fucili, i documenti e le fotografie dell’epoca, nonché la poltrona sulla quale riposò Garibaldi dopo lo sbarco. Tutto, gratis.
Per poter visualizzare i commenti devi accettare i cookie facoltativi, clicca qui per cambiare le tue impostazioni sui cookie.