TFR, sai cos’è? Scopri di più

Cos’è il TFR (Trattamento di fine rapporto)? Come scegliere se lasciarlo in azienda o destinarlo a un fondo pensione? Leggilo nel nostro articolo!

Ci siamo. Hai superato tutti i colloqui e una nuova sfida è alle porte. Prima di conoscere i colleghi e imbarcarti in questo nuovo lavoro, dovrai firmare il contratto e prendere alcune decisioni importanti. Fra queste, ce n’è una che riguarda anche il tuo futuro, a cui ti consigliamo di prestare particolare attenzione. Di cosa parliamo? Del TFR.

Scopri nell’articolo tutto quello che devi sapere.

Partiamo dalle basi. Cos’è il TFR?

Il Trattamento di fine rapporto, che probabilmente conosci come liquidazione, è una parte della tua retribuzione (se sei dipendente) che viene accantonata mensilmente dal tuo datore di lavoro e che viene poi erogata quando termina il vostro rapporto di lavoro. Puoi quindi considerarlo una sorta di “tesoretto”, a cui attingere nel futuro.

A chi è destinato il TFR?

Secondo l’art. 2120 del Codice Civile il TFR spetta ai lavoratori, con contratto part-time, full-time, determinato o indeterminato, che lavorano per un’azienda pubblica o privata.

Per alcune categorie di dipendenti pubblici, ad esempio chi è stato assunto prima del 2000, il TFR potrebbe essere sostituito dal TFS, Trattamento di Fine Servizio.

Come si calcola il TFR?

A quanto ammonta il tuo TFR? La quota di TFR annuale corrisponde a circa una mensilità lorda, ma un calcolo preciso tiene conto anche della rivalutazione per legge del TFR con i coefficienti basati sull’indice Istat e di alcune imposte, trattenute, deduzioni e detrazioni. Per un calcolo preciso del tuo TRF, quindi, ti invitiamo ad affidarti a un professionista fiscale.

Dove destinare il TFR?

Quando sottoscrivi un contratto di lavoro sei chiamato a decidere dove lasciare il tuo TFR. Puoi scegliere se:

  • Lasciarlo in azienda e ritirarlo al termine del rapporto di lavoro, come liquidazione.
  • Farlo confluire in un fondo pensione in modo da investirlo e integrare l’assegno pensionistico pubblico al momento del ritiro definitivo dal lavoro.

Quando fai questa scelta, tieni a mente alcuni fattori.

  • Tassazione: per chi lascia l’importo in azienda la tassazione sarà del 17%, o del 23%, se la società ha più di 50 dipendenti. Destinandolo ad un fondo pensione, la tassazione è del 15% nei primi 15 anni e scende al 9% dopo 35 anni.
  • Costi: lasciarae il TFR in azienda non comporta costi aggiuntivi, che vanno considerati nel secondo caso, e in caso di cambio o perdita del lavoro, il datore di lavoro è tenuto a versarlo. Se scegli un fondo pensione complementare, invece, potrai riscattarlo al 50% in caso di disoccupazione dopo 1 anno o al 100% in caso di disoccupazione dopo 4 anni o invalidità superiore al 66%.

Cosa conviene fare?

Non c’è una risposta univoca a questa domanda: entrambe le opzioni, come abbiamo visto, possono presentare vantaggi o svantaggi a seconda delle tue esigenze.

Lasciando il TFR in azienda, potresti avere disponibilità immediata in caso di cessazione del contratto, che potrebbe diventare una sorta di salvagente se vivi un periodo di pausa dal lavoro.

Scegliendo un fondo pensione, invece, potresti invece crearti un fondo integrativo per vivere la pensione più tranquillo, dato l’attuale contesto economico incerto, la prospettiva di allungamento dell’età media e la crisi del sistema pensionistico.

E se cambi idea?

È possibile cambiare idea sulla destinazione? Se decidi di destinare a un fondo il tuo TFR dopo anni di permanenza in azienda, puoi farlo? Sì, puoi versare il TFR pregresso a forme pensionistiche complementari, ma solo se c’è accordo con il datore di lavoro.

TFR in azienda, quando puoi richiederlo anticipatamente

Hai letto bene: in caso di bisogno puoi richiedere alla tua azienda il TFR in anticipo, ma ad alcune condizioni. Prima di tutto devi aver maturato almeno 8 anni di lavoro nella stessa azienda, inoltre devi dimostrare che la tua richiesta sia finalizzata a uno di questi obiettivi:

  • Acquisto prima casa
  • Spese sanitarie
  • Congedo parentale

Se cambi lavoro l’azienda non può pagarti il TFR?

 Poniamo che tu abbia perso il lavoro perché l’azienda era in crisi. Può non pagarti il TRF? Ovviamente no. Oltre alle procedure legali che dovrai seguire in questi casi per far valere il tuo diritto, viene in tuo aiuto un fondo dell’INPS chiamato Fondo di Garanzia del TFR e dei Crediti di Lavoro, istituito per garantire ai lavoratori il pagamento del TFR in sostituzione del datore di lavoro insolvente.

Consulta il sito di INPS per scoprire maggior dettagli e i casi in cui non potrai fare domanda al fondo.

Tutto chiaro sul TRF? Ora non ti resta che ragionarci su e prendere questa importante decisione per il tuo futuro.

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Disclaimer. Questo articolo ha finalità divulgativa e non costituisce parere di natura tributaria o pensionistica

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