La ricerca di un posto – così come quella di nuovi talenti - è sempre più digitale. LinkedIn, Twitter, Facebook, Google+, Instagram: social dopo social, consigli per farsi conoscere e assumere
Strumenti per farsi conoscere. I social network non offrono soltanto la possibilità di rimanere in contatto con gli amici, possono essere utilizzati per trovare lavoro. Fanno conoscere i brand e, allo stesso tempo, sono un ottimo strumento di “self-branding”, cioè per promuovere se stessi. Per i responsabili delle risorse umane, ormai, dare un’occhiata ai profili social dei candidati prima di un colloquio di lavoro (anche di uno online) è diventata un’abitudine: lì si cercano informazioni sulla personalità del candidato, informazioni che – a volte – risultano più veritiere di quanto emerge durante l’incontro. Un tweet o un nuovo status su Facebook, Google+ o LinkedIn, quindi, possono offrire un’occasione lavorativa o escludere da una selezione: per questo sarà bene prestare attenzione ai post, verificare le impostazioni di privacy e, se necessario, eliminare eventuali informazioni personali compromettenti.
LinkedIn, il social del lavoro per eccellenza. Su LinkedIn, social network con oltre 300 milioni di membri, è possibile nutrire e coltivare la propria rete professionale. Dopo l’iscrizione, è bene cercare le aziende per le quali si vorrebbe lavorare e seguirle; individuare tra i propri contatti quelli che sono connessi a queste compagnie e interagire con loro. Inoltre, collegando il proprio blog e la propria pagina Twitter al profilo LinkedIn, ogni aggiornamento apparirà automaticamente anche sul social business. Le raccomandazioni hanno alta rilevanza su LinkedIn: è quindi utile raccoglierne quante più possibile dalle aziende per le quali si è lavorato in precedenza. Altro consiglio, scegliere un titolo dettagliato per descrivere le proprie competenze: è la prima cosa che le persone leggeranno e deve quindi essere esauriente e interessante. Importante, poi, che il curriculum sia preciso, scritto anche in inglese (le opportunità di lavoro possono arrivare da tutto il mondo) e accompagnato da una foto profilo gradevole ma composta. La cosa peggiore? Non aggiornare i dati, denota sciatteria.
Twitter, il social per parlare con tutto il mondo. Potenzialmente, attraverso i 140 caratteri di un tweet ci si rivolge al mondo intero. Se si è alla ricerca di un lavoro, Twitter diventa uno strumento indispensabile perché permette di entrare in contatto con quante più persone abbiano gli stessi interessi o lavorino nell’ambito nel quale si sta cercando un’occupazione. Per questo sarà importante seguire le aziende cui si è interessati e interagire con loro. Scrivere con chiarezza le competenze nella biografia, utilizzando un’immagine professionale. Se possibile, inserire un link che rimandi al curriculum completo. Controllare da chi si è seguiti: se si tratta di follower utili allo scopo, scoprire chi seguono e diventare loro follower. Menzionare – con moderazione – nei tweet l’azienda per la quale si vorrebbe lavorare, utilizzare hashtag legati al settore a cui si è interessati. Lino Garbellini, giornalista esperto di new media e autore del libro “Twitter per la tua vita e il tuo business”, consiglia di twittare in alcuni orari strategici. “L’intervallo più redditizio – scrive – è dalle 13 alle 15, tra lunedì e giovedì. Da evitare post dopo le otto di sera e quelli dopo le 15 il venerdì”.
Facebook, il social dell’amicizia può aiutare a lavorare. Nella pagina d’accesso a Facebook, il più grande social network del mondo, si legge: “Facebook ti aiuta a connetterti e rimanere in contatto con le persone della tua vita”. Se amicizie e sentimenti rimangono il fulcro di Facebook, ormai questo social può diventare anche uno strumento per scovare offerte di lavoro. Per farlo, è necessario essere connettersi alle aziende cui si è interessati, mettendo un mi piace sulla loro pagina: spesso infatti le società anche sui social se sono alla ricerca di personale, oltre che nelle sezioni “lavora con noi” dei loro siti. Oltre a dare il proprio like, provare a essere presenti partecipando alle discussioni e commentando gli status. Aggiornare la propria pagina con regolarità e, periodicamente, scrivere note per spiegare che si è alla ricerca di un lavoro (la nota tende a rimanere sulle bacheche più a lungo di uno status e permette di essere più dettagliati). Infine, qualche avvertenza. Rispetto a LinkedIn e a Twitter, il social di Mark Zuckerberg coinvolge maggiormente la vita privata e per questo motivo si dovrà prestare massima attenzione a quello che si pubblica. Meglio quindi non postare nulla che non si voglia far sapere a potenziali datori di lavoro, evitare commenti che possano essere tacciati di razzismo o sessismo, rimuovere foto imbarazzanti e cancellarsi da gruppi potenzialmente problematici.
Google+ & Instagram, altri strumenti per chi cerca lavoro. Il profilo su Google+ è fondamentale poiché si tratta di una pagina sul social del motore di ricerca più usato al mondo. Rispetto agli altri network, poi, Google + ha anche le cerchie, che servono a seguire le persone che agiscono nell’ambito lavorativo prescelto. Anche Instagram, infine, può essere utile nella ricerca di contatti lavorativi: si può navigare con gli hashtag, seguire qualcuno e commentare le sue foto, entrando quindi direttamente in contatto con persone che hanno i nostri stessi interessi.
Per poter visualizzare i commenti devi accettare i cookie facoltativi, clicca qui per cambiare le tue impostazioni sui cookie.