Internet non ci isola dal mondo, anzi, può diventare uno strumento “iperlocale” e aiutarci a fare cose nuove a pochi metri da casa: dal cercare aiuto per piccoli lavori o scambiarsi favori, al trovare compagni per un hobby o un concerto
“Sappiamo cosa succede a Pechino o a San Francisco, ma non conosciamo il volto del nostro vicino di casa”. È una delle critiche che vengono mosse all’era di Internet. Ma negli ultimi anni la tecnologia sta scoprendo le sue potenzialità come strumento “iperlocale”. L’obiettivo è ambizioso: aumentare l’umanità dei social network che, da mezzi per condividere informazioni, si trasformano in strumenti per riscoprire ciò che abbiamo intorno: le persone del nostro quartiere, gli inquilini del palazzo in cui abitiamo, le iniziative organizzate a poche centinaia di metri da casa. Certo, per questo scopo esistono già gruppi tematici su Facebook con il nome della strada in cui abitiamo o della nostra città. Negli ultimi anni però sono spuntate app pensate proprio per connettere gente vicina ma che non si conosce. Ad esempio er trovare chi ci può fare lezioni di tedesco, prestarci un trapano o, ancora, per condividere il tempo in attività di volontariato.
Una misura comune, per evitare i “fake”. Una delle piaghe dei social network sono le notizie false (abbiamo parlato qui di come difendersi). Le “app di vicinato”, per proteggere la comunità dai falsi annunci, chiedono di inserire il proprio nome, cognome e indirizzo. Poi, attraverso il gps dello smartphone, verificano che ci troviamo proprio nel luogo in cui diciamo di essere. In alternativa, ci inviano per posta un codice identificativo, per assicurarsi che i dati corrispondano. Per chi è sensibile alla privacy, possiamo dire che queste informazioni non sono rese pubbliche (né sull’app né sui motori di ricerca). Ecco la nostra selezione tra le app più interessanti.
Nextdoor, la più pratica. Questa app iperlocale è utile per chiedere o cercare oggetti, oppure per trovare aiuto nelle attività di tutti i giorni: la ricerca di una babysitter, piccoli traslochi, ripetizioni. È da poco arrivata in Italia e vanta 200 mila utenti in tutto il mondo. Si può usare sia sullo smartphone, sia con il browser di un qualunque computer.
Vicinimiei, un vero social network di vicinato. È una creazione tutta italiana e ha un obiettivo più ampio: innescare relazioni tra persone geograficamente vicine. Sulla bacheca di quest’app è possibile chiedere consigli, avere oggetti in prestito, creare gruppi che uniscono passioni comuni (la musica o la lettura, per esempio) oppure di organizzare eventi, come cene collettive o piccoli concerti.
Croqqer, per scambiare tempo e competenze. Croqqer permette di scambiare favori mettendo a disposizione degli altri “ciò che sappiamo fare” negli intervalli di tempo che vogliamo. Se sappiamo creare la grafica per un volantino o fare l’idraulico, sull’app, possiamo scegliere di farci pagare o di farlo su base volontaria. È insomma una piattaforma che, nel vicinato, incrocia domanda e offerta dando vita a un vero e proprio baratto autogestito. A ogni persona è possibile dare un feedback, per alimentare la fiducia nella piattaforma.
Paladin, per scambiarsi oggetti e guadagnare. Non è proprio un’app di quartiere, ma ha il raggio d’azione esteso a tutta la città. Paladin (qui la versione per Android, qui quella per iOS) permette di prendere in prestito oggetti di uso comune, dagli strumenti musicali agli aspirapolveri, fino a fotocamere e droni. Si può scegliere di “dare” o “chiedere” qualcosa e questa forma di affitto temporaneo ha una tariffa giornaliera. Insomma, grazie a questo software iperlocale potrete evitare di comprare qualcosa che, magari, vi servirà solo per 24 ore. Per facilitare la navigazione, tutto è organizzato per categorie come, per esempio, “giardinaggio” o “hi-tech”.
E voi avete mai utilizzato un’app di vicinato? Quali sono i servizi che vi sembrano più utili? Raccontatecelo nei commenti.
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