Potete dire finalmente addio all’ansia di tornare dalle vacanze con una bolletta del cellulare stratosferica. L’UE ha imposto i nuovi tetti di spesa massima per il traffico telefonico internazionale: massimo 19 centesimi al minuto per chiamare e 6 centesimi di euro per gli sms
Sarà un’estate più leggera, almeno dal pensiero di spendere una fortuna con il vostro cellulare. Sì, perché dopo l’abolizione del roaming, avete a disposizione un altro strumento che vi tutela dall’ipotesi di maxi bollette quando siete in viaggio. Lo scorso 15 maggio l’Unione europea ha approvato, infatti, il taglio delle tariffe telefoniche internazionali. Questo significa che telefonare o inviare sms quando siete all’estero, sia verso un numero di rete fissa che verso un cellulare, non può più superare una certa soglia prevista a livello europeo. E questo significa anche che potrete vivere le vostre vacanze in Spagna, Grecia, Inghilterra e non solo senza sorprese e senza l’ansia dei costi extra al vostro rientro.
Quanto costerà chiamare e inviare sms. La misura è stata resa possibile dopo l’approvazione del nuovo Codice europeo per le telecomunicazioni, che risale al dicembre 2018 ma che è entrato in vigore lo scorso 15 maggio. Quali sono le novità introdotte da questa normativa? Il Codice ha il merito di aver imposto agli operatori telefonici un tetto massimo di 19 centesimi al minuto per le telefonate e di 6 centesimi di euro per ogni sms, in entrambi i casi parliamo di prezzi Iva esclusa. Questo significa che non vi possono più essere addebitati sovrapprezzi o rincari, che in passato spesso variavano a seconda del Paese che stavate visitando.
In quali Paesi si applicano i nuovi tetti di spesa. La nuova regola si applica in tutti i 28 Paesi dell’Unione europea: Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria. A questi si aggiungono anche Islanda, Liechtenstein e Norvegia.
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