Grazie al decreto “End of waste” si inizieranno a riciclare pannolini e assorbenti femminili. Dal riciclo si potranno potranno produrre giochi, biocarburante e capi d’abbigliamento
Stop alla (cattiva) abitudine di gettare tra i rifiuti indifferenziati anche i pannolini per bambini, assorbenti femminili e pannoloni per incontinenti. Fino a oggi, infatti, questi prodotti non potevano essere differenziati, ma venivano gettati direttamente nel “sacco nero” dell’indifferenziata, mandando letteralmente in fumo un potenziale enorme. Grazie all’approvazione del decreto “End of Waste” firmato lo scorso 15 maggio dal Ministro dell’Ambiente Costa, però, le cose sono destinate a cambiare: i rifiuti derivanti da questi prodotti potranno essere nuovamente inseriti nel ciclo produttivo e dare vita a nuovi materiali. Per diventare operativo, il decreto deve ancora terminare il suo iter ed essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale; si aspettano inoltre i dettagli pratici sulle modalità di raccolta da parte dei singoli Comuni.
In Italia il primo impianto al mondo su scala industriale. Stando alle verifiche effettuate dal Ministero dell’Ambiente, il riciclo di pannolini e assorbenti assicurerebbe al materiale praticamente le stesse prestazioni dei materiali “vergini”. Questi prodotti avrebbero quindi tutte le carte in regola per diventare materie prime “seconde” da immettere nuovamente nel processo produttivo per produrre, ad esempio, cellulosa per biocarburante. L’impianto italiano in cui è avvenuta la sperimentazione è il primo al mondo su scala industriale in grado di riciclare questi prodotti, è stato realizzato nel comune di Spresiano ed è in mano a Contarina, la società del trevigiano impegnata da anni nella gestione dei rifiuti. Alla base della tecnologia in grado di trattare correttamente pannolini e prodotti assorbenti c’è Fater spa, della quale fanno parte Procter & Gamble e il Gruppo Angelini.
Tonnellate di rifiuti destinate a generare nuove risorse. Ogni anno in Italia produciamo tonnellate e tonnellate di spazzatura dovute appunto all’utilizzo dei prodotti assorbenti. Rifiuti che, per anni, sono stati smaltiti insieme alla raccolta del secco residuo. Oltre allo spreco di risorse preziose, non va sottovalutato l’impatto ambientale ed economico di uno smaltimento non a regola d’arte. In che modo questa iniziativa contribuirà quindi al bene dell’ambiente? Il potenziale è alto: in un anno, per esempio, si stima che l’impianto di Spresiano possa smaltire anche 10 mila tonnellate di pannolini e assorbenti usati. Ma in cosa si trasformano questi rifiuti? Per ogni tonnellata di PAP trattati e smaltiti correttamente si potranno ricavare 150 chili di cellulosa, 75 di plastica e 75 di polimero super-assorbente, tutti materiali destinati a diventare nuovi prodotti e a essere immessi nuovamente sul mercato.
Le alternative smart ed eco-friendly ad assorbenti e pannolini. Oltre alle nuove tecnologie che ci permettono di riciclare assorbenti e pannolini, esistono alternative green in grado di farci risparmiare in termini di rifiuti e soldi. Per i più piccoli c’è la versione lavabile dei classici pannolini, realizzati con materiali naturali come canapa, bambù e cotone biologico, che assicura a mamma e papà un risparmio del 50% rispetto alla versione usa e getta. Ma se proprio non potete farne a meno, optate per l’alternativa biodegradabile, di origine vegetale, la cui degradazione avviene in circa 3 mesi. Per le donne, invece, si prospettano più scenari: la scelta può spaziare dagli assorbenti ecologici, in cotone organico e biodegradabili, agli assorbenti lavabili, in cotone, bamboo, flanella o in tessuti tecnici traspiranti e antimacchia, fino alle coppette mestruali, sempre più apprezzate per la loro praticità. Da segnalare anche un trend che sta prendendo sempre più piede nel mondo femminile: l’uso degli slip lavabili con capacità assorbenti: sicuri, comodi e riutilizzabili.
Pensate che il provvedimento “End of waste” sia utile per ridurre il nostro impatto ambientale sul Pianeta? Diteci la vostra nei i commenti.
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