Fatti notare: il curriculum non basta

Spedire curriculum a tappeto non è la via più efficace per renderti interessante agli occhi dei recruiter: inizia piuttosto a usare Linkedin come strumento di personal branding. Nella nostra guida ti spieghiamo come

Un bel curriculm? Non basta. Lo dice anche un articolo di Fast Company. Questi documenti vengono letti in meno di trenta secondi e cestinati con scelte a volte arbitrarie. Non funzionano perché si focalizzano sulle tue esperienze e non sulle tue capacità; presentano la tua carriera come un susseguirsi di job title (spesso fantasiosi) che disorientano i recruiter e, infine, rendono difficile raccontare i tuoi progressi senza farti apparire un egocentrico. Certo, avere un curriculum in ordine è indispensabile (e questo articolo ti sarà sicuramente utile) ma, per farti notare, ti racconteremo alcune strategie collaterali di personal branding, che renderanno te interessante e non solo le tue qualifiche.

Espandi la tua rete di contatti LinkedIn in base al settore nel quale vorresti lavorare. Sul social network professionale per eccellenza puoi trovare chiunque, da Bill Gates al tuo vicino di casa. Dopo aver impostato il profilo (come ti abbiamo raccontato qui), non vergognarti: LinkedIn non è come Facebook o Instagram, dove si chiede “l’amicizia” e una parte di intimità. Al contrario, è utile “chiedere il collegamento” alle figure di primo piano che operano nel settore che ti appassiona: non pensare solo all’azienda nella quale vorresti candidarti, allarga lo sguardo anche ai concorrenti. Per due motivi: il primo, avrai informazioni di prima mano che ti faranno apparire aggiornato durante un colloquio; il secondo, quando un recruiter ti cercherà, è probabile che – grazie al network condiviso – apparirai come un contatto più prossimo. E questo è un mattoncino positivo in più per la tua reputazione digitale.

I quattro passi per sfruttare i gruppi LinkedIn. Fermiamoci ancora su questo social, perché – per farti notare – il tuo profilo deve essere vivo. Non basta avere oltre 500 collegamenti e il dettaglio completo delle tue esperienze dal primo stage in avanti. E postare contenuti come se fossi su Facebook rischia di essere altrettanto controproducente: a meno che tu non abbia già un seguito, saranno in pochi a leggerti.
Che fare allora? Inizia a partecipare ai gruppi. Queste bacheche virtuali arricchiranno il tuo profilo perché appariranno tra i tuoi “interessi”. Ecco come sceglierli con cura:

  1. Per formarti. Scegli le comunità italiane e internazionali degli argomenti che ti interessano. Avrai punti di vista diversi e potrai leggere le discussioni tra i professionisti. Oltre a darti contenuti da leggere, maturerai senso critico.
  2. Per entrare in contatto con offerte di lavoro informali. I gruppi sono spesso anche circoli di fiducia. E capita spesso che un professionista si rivolga a queste bacheche per cercare candidati, accorciando la trafila delle selezioni.
  3. Per potenziare la tua reputazione e il personal branding. Partecipare alle discussioni, con suggerimenti e commenti (ovviamente pertinenti) è oggi uno dei modi migliori per farti notare. Perché la tua opinione apparirà “al momento giusto” in coda a un tema caldo.
  4. Per far emergere le tue passioni con discrezione. Una delle questioni più dibattute quando si scrive un curriculum è: “Gli hobby si inseriscono o no?”. Le opinioni dei recruiter si dividono da sempre, perché dipende dalle sensibilità dei singoli più che da una regola aurea. Invece, partecipare a un gruppo – per esempio – di tennisti, farà emergere i tuoi interessi in un contesto professionale. E, con un pizzico di fortuna, dalla passione si potrà a un colloquio.

LinkedIn ti permette l’iscrizione fino a un massimo di 50 gruppi, ma ti consigliamo di limitarti a massimo 8-10 per essere efficace.
Sia perché partecipare a tante discussioni è complesso, sia perché rischieresti di sembrare un collezionista seriale di argomenti più che un appassionato.

Partecipa agli eventi digitali, per guardare più da vicino altri professionisti. Nell’ultimo periodo, i webinar e i meeting online si sono moltiplicati. Ti permettono di essere virtualmente fianco a fianco con amministratori delegati e manager di ogni settore. Partecipando agli eventi digitali in primo luogo avrai persone da aggiungere alla tua rete di contatti, inoltre avrai occasioni per porre domande (purché pertinenti) e stabilire un rapporto più diretto con figure dirigenziali. Anche in questo caso, LinkedIn ti suggerirà eventi ai quali partecipare ma – se cerchi una prospettiva più ampia, ti consigliamo di cercarli anche con il motore di ricerca di Eventbrite, sito che – tra le altre cose – ti permetterà di prenotarti.

Dai voce ai tuoi progetti. Un tempo si sarebbe detto: aprire un blog è la strada naturale per raccontare cosa sai fare. Oggi i recruiter sono molto meno disposti a tollerare prodotti artigianali, come i siti personali fatti con template standard. A meno che tu non abbia competenze grafiche e di programmazione, e voglia investire tempo nella realizzazione di un tuo prodotto digitale, ti consigliamo di pubblicare i tuoi contenuti su Medium. È una piattaforma dedicata ai contenuti di approfondimento. Funziona perché ti permette di ottenere un’impaginazione accattivante, è dedicata a una community interessata alla lettura (quindi anche a professionisti disposti a leggerti) e inoltre chi ti legge può evidenziare o commentare singoli passaggi. Così saprai quali passaggi hanno destato interesse.

E infine… batti i robot! Assicurati di superare il primo scoglio di selezione. La creatività e la reputazione sono molto utili per emergere ma, soprattutto nelle grandi aziende, ci sono momenti formali da non sottovalutare. E qui il curriculum torna rilevante, soprattutto se sei a inizio carriera. Perché spesso il primo passaggio è del tutto automatizzato: per gestire grandi quantità di candidature, i recruiter utilizzano i cosiddetti Applicant Tracking Systems (ATS), software che analizzano i documenti e approveranno o scarteranno il tuo profilo solo se presenterà le giuste parole chiave, le giuste skill ecc. Per superare questa barriera ti consigliamo di visitare Jobscan e caricare il tuo curriculum sul sito. Qui verrà simulato un ATS e scoprirai come rivedere il tuo profilo per battere i software.

E tu? Credi sia importante costruire una reputazione professionale per farsi notare dalle aziende?

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