Da quest’anno il modem libero è realtà. Basta vincoli con i provider e stop ai costi extra per i noleggi dei device brandizzati. Ma non con tutti gli operatori è così semplice
Ricordate la voce della bolletta relativa al noleggio del modem? Un costo extra che, inevitabilmente, veniva imposto ai consumatori che attivavano un nuovo contratto Adsl o fibra per la propria abitazione. Bene, grazie alla delibera emanata a fine 2018 da Agcom questa spesa è destinata a rimanere un ricordo. Grazie al modem libero, infatti, dal 1° gennaio 2019 ogni utente ha la facoltà di scegliere con quale router collegarsi alla propria linea internet domestica, senza essere vincolato in nessun modo a quanto proposto dal proprio operatore telefonico. Insomma tutti i modem marchiati dai vari provider e acquistati obbligatoriamente al momento della stipula del contratto di fornitura hanno le ore contate.
Cosa prevede la normativa sul modem libero. Tutto è partito grazie alla direttiva europea 2015/2120, emanata con l’obiettivo di garantire ai consumatori una maggiore libertà nella scelta del modem da utilizzare per la connessione in casa. In Italia la direttiva è stata recepita con la delibera 348/18/Cons dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato che ha finalmente fatto un passo importante sul tema della libertà di accesso a internet. L’Agcom ha stabilito che gli utenti hanno diritto a utilizzare apparecchiature terminali di accesso a internet di loro scelta. Gli operatori, dal canto loro, non possono rifiutare i dispositivi di connessione se l’apparecchiatura scelta dall’utente soddisfa i requisiti prevista dalla normativa UE e da quella nazionale. I fornitori, inoltre, non possono imporre oneri aggiuntivi o ritardi di collegamento ingiustificati.
Nuove stipule e contratti già in essere: a cosa fare attenzione. Nonostante la delibera sia già operativa per i nuovi contratti dal 1° dicembre 2018, prima di sottoscrivere un contratto di telefonia fissa con un traffico dati tramite linea Adsl o fibra ottica è necessario prestare la massima attenzione. Leggere bene le condizioni prima di firmare è un buon inizio: meglio accertarsi sempre che non compaiano costi aggiuntivi relativi all’acquisto o al noleggio del modem. Chi ha già un contratto attivo e che prevede costi extra per il noleggio di un modem, invece, ha la facoltà di chiedere al provider di dotarsi del proprio dispositivo o, in alternativa, di recedere dal contratto. La decisione di chiusura della fornitura (che deve essere senza costi) va comunicata all’operatore e l’utente deve quindi restituire il modem.
Le reazioni degli operatori e cosa fare in caso di problemi. Chiariamo subito che, nonostante la delibera, nel momento in cui scriviamo non tutti gli operatori si sono adeguati a quanto previsto da Agcom. Da gennaio, infatti, alcuni hanno cercato di agire per vie legali chiedendo di impugnare la direttiva. Tim ha fatto ricorso al Tar del Lazio senza successo: la richiesta è infatti stata respinta. Anche Fastweb, Vodafone e Wind Tre hanno tentato la via del ricorso, segnale che la nuova normativa non è stata recepita da tutti bonariamente. Sono diverse le segnalazioni degli utenti che hanno avuto problemi legati all’adozione del modem libero o che hanno ricevuto pressioni dal proprio operatore. In questi casi, dopo aver inviato un reclamo formale, è possibile avviare un procedimento online utilizzando la piattaforma ConciliaWeb, il servizio dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato per la risoluzione delle controversie tra consumatori e operatori di telefonia. Per accedere al servizio è necessario registrarsi con il codice fiscale oppure utilizzando la propria Spid.
Avete mai avuto un problema col vostro operatore nell’utilizzare un modem di vostra proprietà? Raccontateci come siete riusciti a risolverlo tra i commenti!
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