Puoi correggere omissioni, violazioni e irregolarità tributarie grazie al ravvedimento operoso, a patto che non siano già state contestate. Ecco come procedere
Non hai inviato per tempo la tua dichiarazione dei redditi oppure hai omesso una parte delle tue entrate? Puoi correre ai ripari con il ravvedimento operoso. Di che si tratta? Il ravvedimento operoso è lo strumento con cui puoi regolarizzare spontaneamente violazioni, irregolarità oppure omissioni tributarie versando una sanzione ridotta, il cui importo varia in base alla tempestività del tuo intervento.
Il principio del ravvedimento operoso
Il ravvedimento operoso è regolato dal Decreto legislativo 18/12/1997, n. 472, art. 13, com. 1. Il riconoscimento da parte dello stesso contribuente dell’irregolarità commessa e l’alleggerimento dell’attività di controllo per il Fisco, che non dovrà sprecare tempo e risorse negli accertamenti fiscali, sono premiate dal legislatore con una riduzione della sanzione amministrativa prevista per la violazione.
Devi però sapere che puoi avvalerti del ravvedimento operoso solo se la violazione non è già stata contestata e non siano iniziate attività amministrative di accertamento comunicate formalmente al contribuente.
Chi può accedere al ravvedimento operoso e a quali condizioni
Come indicato dall’Agenzia delle Entrate, il ravvedimento è consentito a tutti i contribuenti per imposte dirette (es. Irpef, Ires ecc.), Iva, tributi locali, imposta di registro e tributi similari.
L’utilizzo del ravvedimento è escluso nei seguenti casi:
- la violazione è già stata constatata e notificata da parte del Fisco;
- sono già iniziati accessi, ispezioni o verifiche;
- sono già iniziate altre attività di accertamento, come ad esempio la notifica di invito a comparire, la richiesta di esibizione di documenti o l’invio di questionari informativi consegnati in modo formale al soggetto coinvolto.
Quali tasse che puoi “correggere” con il ravvedimento operoso
Ecco le tipologie di tributi che puoi correggere con il ravvedimento operoso:
- Irpef, Ires, Irap, Addizionali, et cetera;
- le ritenute alla fonte operate dal sostituto di imposta;
- Iva;
- l’imposta di registro (nelle locazioni quella dovuta per le annualità successive alla prima), ipotecaria e catastale
Lo “sconto” sulla sanzione grazie al ravvedimento
Come già accennato fare ricorso al ravvedimento oneroso ti permette di ottenere una riduzione delle sanzioni previste per la violazione commessa. Al momento della correzione dovrai versare al Fisco sia l’imposta dovuta sia gli interessi e le sanzioni in misura ridotta, in un’unica soluzione.
Il vantaggio economico è davvero consistente se confrontato con la sanzione ordinaria e il beneficio in termini di risparmio varia a seconda del tempo trascorso tra la scadenza originaria e la data di pagamento. Nello specifico:
- entro 14 giorni dalla scadenza la sanzione è pari allo 0,1% per ogni giornata trascorsa, arrivando dunque fino al 1,4% al termine del periodo indicato;
- da 15 a 30 giorni successivi al termine la penalità è del 1,5%, pari ad 1/10 della violazione ordinaria;
- dal 31esimo giorno al 90esimo la sanzione invece è pari ad 1/9, quindi 1,67%.
Come effettuare il pagamento
Dovrai quindi effettuare il versamento utilizzando i seguenti modelli:
- F24, per le imposte sui redditi, Iva, Irap;
- F23, per l’imposta di registro e gli altri tributi indiretti;
- F24 Elide per tributi, sanzioni e interessi, connessi alla registrazione dei contratti di locazione e affitto di beni immobili.
I codici tributo che dovrai utilizzare all’interno dei modelli di pagamento sono consultabili sul sito dell’Agenzia delle Entrate.
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