Sintetica e mai banale, la cover letter ideale accompagna il curriculum vitae e spiega al selezionatore perché si è giusti per il lavoro. Le nostre dritte per essere convincenti
Di presentazione, di accompagnamento, motivazionale: ci sono tanti modi per chiamare la lettera che, allegata al curriculum, può fare la differenza quando ci si presenta per una posizione lavorativa. Più spontanea e meno schematica di un curriculum, la cover letter – così la chiamano gli inglesi – deve colpire l’attenzione di chi la riceve e chiarire, in poche righe, perché si è la persona giusta per il lavoro per il quale ci si candida. Secondo il New York Times, è meglio evitare di seguire un modello e scrivere una lettera personale, seguendo però qualche consiglio generale. Ecco come non sbagliare.
Come cominciare. Se si sa già chi leggerà la lettera, indicarlo come destinatario, specificando nome, cognome e posizione professionale (meglio cioè rivolgersi a una persona specifica che all’intera azienda). La lettera di presentazione deve aprirsi con un’introduzione puntuale e sintetica sul candidato: età, provenienza, formazione, principali esperienze professionali ed eventuali attività di volontariato, stage o tirocini, purché coerenti con la posizione. Inserite le informazioni principali, sarà bene aggiungere notizie sugli interessi, sul carattere e sui propri punti di forza, soprattutto se combaciano con le competenze e le caratteristiche richieste nell’offerta di lavoro.
Presentarsi in maniera originale. Obiettivo della lettera è catturare l’attenzione di chi legge: per raggiungere lo scopo, è bene presentarsi in maniera originale. Per direche si ha una buona capacità di adattamento, , per esempio, non usare una formula scontata e prevedibile come “ho una buona capacità di adattamento”, preferire una frase che faccia emergere la propria qualità come risultato delle esperienze vissute , ad esempio “i miei viaggi in paesi lontani dalla cultura occidentale mi hanno aiutato a sviluppare una grande capacità di adattamento”.
Argomentare ma non dilungarsi. Nella maggior parte dei casi la lettera di presentazione è letta prima del curriculum quindi deve invogliare l’esaminatore a scoprire di più sul candidato. Dopo essersi (brevemente) presentati, puntare su personalità, interessi e sul perché l’azienda cui ci si rivolge dovrebbe essere interessata. Nella scrittura, cercare di rispondere alle possibili domande di un selezionatore: “Perché vi state rivolgendo proprio a quest’azienda? Perché dovrebbe scegliere proprio voi? Quale valore aggiunto apportereste?”. Mostrare, proprio come si farebbe in un colloquio, interesse per l’attività dell’azienda e cercare di valorizzare ciò che non emerge dal Cv. Ricordarsi di quanto scritto dal giornalista Luca Sofri qualche tempo fa a proposito della difficoltà di selezionare le persone per un certo lavoro: “Io sto cercando uno che risolva un mio problema, non uno che voglia risolvere il suo. Il mio problema è che mi servono persone in gamba. Spiegami come pensi di risolvere il mio problema”. Per il New York Times una buona idea potrebbe essere parlare di alcuni progetti cui si è lavorato in passato, spiegare cosa si è imparato e in che modo queste competenze potrebbero essere utili nell’azienda a cui la lettera è rivolta.
Usare un linguaggio semplice ma non colloquiale. La lettera di presentazione non è un messaggio scritto a un amico. Evitare un linguaggio troppo colloquiale, pur usando un tono chiaro e semplice. Curare anche l’impaginazione: dividere la lettera in quattro – cinque paragrafi al massimo di poche righe ciascuno. Tra una riga e l’altra mantenere un’interlinea di 1,5.
Cosa evitare. Tenersi lontani da frasi fatte e banalità (“sono una persona socievole e solare” o “mi piace stare a contatto con il pubblico”), citazioni e aforismi, informazioni superflue su se stessi che servirebbero solo a divagare. Rileggere più volte il testo prima di inviarlo per accertarsi dell’assenza di errori grammaticali o sintattici. Proprio come nel curriculum, non mentire: le competenze devono rispondere al vero: non spacciarsi per poliglotti se delle lingue si ha una conoscenza scolastica.
Una lettera per ogni destinatario. Sul web si trovano molti modelli di lettere di presentazione pronti all’uso. Limitarsi a prendere un’ispirazione, ma poi fare da sé: il documento deve raccontare la propria storia, e un documento scaricato da internet sarà per forza impersonale. Infine, ricordarsi che la lettera motivazionale andrebbe scritta da capo ogni volta che ci si candida per una posizione: riutilizzare contenuti già usati in passato per risparmiare tempo potrebbe voler dire sciupare un’occasione importante.
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