Il social network professionale può essere un’ottima opportunità per mettersi in vetrina a patto di saperlo usare: ecco i passi falsi da evitare
Nove milioni di iscritti soltanto in Italia, 433 in tutto il mondo. Linkedin, il social network dedicato al lavoro e alle imprese, può essere un’ottima opportunità per trovare lavoro, mettere in vetrina competenze, passioni ed esperienze, a patto di saperlo usare. I profili di LinkedIn, infatti, non sostituiscono il curriculum, ma rappresentano comunque uno strumento prezioso per farsi conoscere. Anche su LinkedIn, proprio come sugli altri social network, ci sono azioni che proprio non si possono fare: ecco gli errori più comuni da cui tenersi alla larga.
- Descriversi in modo incoerente. Ogni anno il blog di LinkedIn pubblica la classifica delle parole più utilizzate dagli iscritti per descriversi, divisa per nazione. L’indagine 2016 sulle “buzzword” (cioè le parole più inflazionate) dice che la più ricorrente di quest’anno è “experienced”, “con esperienza”. L’espressione, in sé neutrale, diventa scivolosa quando né il curriculum né le competenze dimostrano di aver maturato esperienza. In questo modo il rischio – concreto – è passare inosservati o apparire generici. Nel presentarsi, invece, è bene essere personali e, in caso ci si consideri creativi, dimostrarlo. Gli inviti – altra cosa – non devono mai essere seguiti dalla richiesta di farsi presentare qualcuno: la sensazione che si trasmette al proprio interlocutore è di essere usato per altri scopi.
- Inserire una foto non professionale (o non metterla affatto). Quando l’obiettivo è farsi conoscere, metterci la faccia è indispensabile. Anche se LinkedIn appare simile a Facebook e molti utenti generano fiumi di notifiche collegando account di social network diversi, presentare un’immagine di sé consona al contesto è fondamentale. Secondo Eures è bene evitare foto poco chiare e scatti presi durante feste o quelle in cui il fotoritocco ha evidentemente eliminato persone o elementi dall’ambiente. Meglio preferire scatti frontali, gradevoli, in cui si appare sereni e amichevoli, mai troppo seri. Rispetto all’abbigliamento, poi, è bene pensare che nella migliore delle ipotesi il proprio profilo potrebbe essere costantemente sotto la lente di professionisti: niente shorts, canottiere e scollature esagerate.
- Non aggiornare il proprio profilo. Parlando del profilo di LinkedIn come “elevator pitch” il Guardian diceva che iscriversi senza aggiornare con regolarità i propri contenuti equivale a pretendere di rimettersi in forma semplicemente iscrivendosi in palestra. Gli aggiornamenti danno visibilità ai profili perché permettono di apparire nel newsfeed degli altri utenti: è bene approfittarne, aggiornando regolarmente competenze, lingue e mansioni professionali.
- Non personalizzare l’Url. Cliccando su “Profilo” e poi su “Modifica profilo” è possibile visualizzare l’Url permanente alla propria pagina su LinkedIn, quello che cioè appare immediatamente sotto la foto. Cliccando su “Modifica” e poi su “Personalizza l’Url del tuo profilo pubblico” è possibile cambiarlo come si preferisce: inserendo il proprio nome e cognome, il progetto su cui si sta lavorando o un elemento in grado di rimandare esclusivamente a se stessi, il proprio profilo potrà essere ritracciato più facilmente dai motori di ricerca.
- Dimenticare la cortesia. Non invitare persone a collegarsi al proprio network solo per avere il loro indirizzo email e aggiungerlo ai destinatari della propria newsletter. Non usare la conoscenza di qualcuno per cominciare una conversazione: nella realtà quotidiana non si chiederebbe mai un favore a una persona appena conosciuta, seguire le regole della cortesia e della buona educazione.
- Accelerare i tempi. Se si sta cercando un lavoro, aspettare la fine del processo di selezione prima di invitare le persone coinvolte nella selezione a unirsi al proprio network. Se si otterrà il lavoro, saranno colleghi; se non lo si otterrà, si potrà inviare loro un breve messaggio di ringraziamento e, contestualmente, chiedere se si può inviare una richiesta per LinkedIn.
- Avere aspettative troppo elevate. Non dare per scontato che tutte le persone nella prima cerchia delle proprie conoscenze non aspettino altro che fornire delle referenze: chiedere se sono disponibili a farlo ma non aspettarselo come gesto dovuto. Ricordare che tutti i contatti sono invasi da comunicazione: non approfittare della gentilezza e del tempo di persone che non si conoscono è un modo infallibile per mantenere integra la propria reputazione nel network.
- Chiedere raccomandazioni a chi non si conosce. Non inviare messaggi a chi non si conosce chiedendo raccomandazioni o di essere presentati a terzi. Rivolgersi alle persone con cui si è lavorato in passato: chiedere loro un endorsement è assolutamente lecito.
- Improvvisare canali di vendita. Se ci si occupa di vendite, non mandare un invito a qualcuno solo per farlo seguire da una proposta commerciale. I social non servono per vendere, servono per comunicare, creare valore attorno alla persona, a relazionarsi con possibili clienti o a mantenere vivo il rapporto con un cliente acquisito. Essere eccessivamente autopromozionali non è una buona idea.
- Non usare LinkedIn come se fosse Facebook. LinkedIn non è Facebook: su questo social network è inopportuno fare riferimenti alla sfera privata. Condividere solo contenuti pertinenti con il proprio settore lavorativo: ci si mostrerà reattivi alle novità e si rafforzeranno i legami con la propria rete professionale.
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