Disattivare una fornitura, cambiare operatore o effettuare una voltura: ecco come si fa
Passare a un altro operatore, fare una voltura, disattivare una fornitura di luce o gas, tutte queste cose richiedono di seguire una procedura e spesso sostenere dei costi. Ma oltre ai doveri ci sono anche i diritti: il consumatore può ricevere un rimborso se la disattivazione non rispetta i tempi, e se si riscontrano problemi col fornitore – a cominciare dagli errori di fatturazione – si può correre ai ripari. Se avete deciso di cambiare operatore con le offerte del mercato libero o dovete traslocare, e ancora, se avete problemi con le forniture, vi spieghiamo passo passo cosa fare.
Interrompere la fornitura di luce e gas, un diritto dei consumatori. Per interrompere una fornitura di gas o di elettricità la prima cosa da fare è leggere con attenzione il contratto sottoscritto per verificare la presenza di eventuali penali. La procedura cambia in base all’operatore: nella maggior parte dei casi, comunque, ci si può rivolgere al numero verde o agli uffici predisposti dell’azienda fornitrice di energia. In entrambe le situazioni occorre avere a portata di mano documento d’identità, codice fiscale e copia dell’ultima bolletta.
Se la disattivazione non rispetta i tempi, il cliente va rimborsato. Come spiega l’Autorità per l’energia elettrica e il gas, entro due giorni lavorativi il venditore deve trasmettere la richiesta al distributore che, a sua volta, deve provvedere alla disattivazione della fornitura entro cinque giorni lavorativi da quando riceve la richiesta. Se, per responsabilità del distributore, ciò non avviene, il cliente ha diritto a un indennizzo di 35 euro per disattivazioni realizzate entro il doppio del tempo previsto, di 70 euro entro il triplo del tempo previsto e di 105 euro oltre il triplo del tempo previsto. Per il cliente non domestico (negozi, uffici, spazi commerciali ecc.) gli indennizzi sono di 70, 140 e 210 euro, a seconda del ritardo nell’esecuzione.
Quanto costa disattivare la fornitura. Per interrompere la fornitura, l’autorità prevede un contributo di 23 euro per i clienti in regime di maggiore tutela. Nel mercato libero, invece, la quota dipende da quanto previsto dalle condizioni contrattuali sottoscritte dal cliente con l’operatore. Se il recesso è avvenuto per passare a un altro operatore, sarà quest’ultimo a occuparsi di tutto: il nuovo operatore, cioè, inoltrerà al precedente la richiesta di disdetta, semplificando le operazioni a carico del consumatore. Il cliente ha comunque dieci giorni per esercitare il diritto di ripensamento sul nuovo contratto e tornare eventualmente al vecchio venditore.
Anche l’operatore può interrompere la fornitura. La disdetta della fornitura può avvenire anche da parte dell’operatore. Se, in particolare, si rilevano furti d’energia, manomissioni, rottura dei sigilli del contatore, uso degli impianti in modi non conformi con quanto stabilito nel contratto e, infine, dispersioni di gas metano, l’operatore può provvedere all’interruzione può avvenire senza preavviso.
Con la voltura il contratto cambia intestatario. Quando un nuovo inquilino subentra nel contratto di locazione o un nuovo proprietario acquista l’immobile, entro due mesi si può ricorrere alla voltura, operazione che permette di non interrompere l’erogazione del servizio ma semplicemente di cambiare di intestatario del contratto. La voltura deve essere richiesta direttamente dal nuovo intestatario, che dovrà sostenere alcune spese:
1. I clienti che hanno un contratto a condizioni regolate dall’Autorità (regime di maggior tutela) devono pagare:
2. un contributo fisso di 27,03 euro per oneri amministrativi;
3. Un contributo fisso di 23 euro;
4. L’imposta di bollo (16,00 euro) sul nuovo contratto come previsto dalla normativa fiscale.
L’esercente può richiedere al cliente, al momento della conclusione del contratto, un deposito cauzionale o altra garanzia.
1. I clienti che hanno scelto il mercato libero devono pagare:
2. Un contributo fisso di 27,03 euro per oneri amministrativi;
3. Un eventuale addebito dei costi per la prestazione commerciale, variabile e indicato nel contratto stipulato con l’operatore prescelto
L’esercente può comunque richiedere al cliente, al momento della conclusione del contratto, un deposito cauzionale o altra garanzia e, nei casi previsti dalla normativa fiscale, il pagamento dell’imposta di bollo (16,00 euro). L’ammontare totale di tali costi viene solitamente addebitato con l’arrivo della prima bolletta a carico, ovviamente, del nuovo inquilino. La procedura, di solito, si conclude in tempi brevi.
Cosa dice la bolletta. Lo scorso 1° gennaio è entrata ufficialmente in vigore la bolletta 2.0, il documento che contiene in un solo foglio tutti gli elementi essenziali di spesa e di fornitura descritti in modo semplice e chiaro, visualizzabile eventualmente su tablet, smartphone e pc (chi richiede il formato elettronico, riceve dall’operatore un piccolo sconto). La spesa totale è divisa in quattro voci: la luce o il gas consumato, le imposte che vanno allo Stato, le spese di gestione del contatore, gli oneri di sistema. Chi ritiene che possano esserci degli errori di fatturazione può fare richiesta del documento più dettagliato.
A chi rivolgersi in caso di problemi con le utenze. In caso di errori di fatturazione e, più in generale, se si riscontrano problemi con utenze e bollette, ci si può rivolgere al Servizio clienti dell’azienda fornitrice. Se il tentativo va a vuoto, il consumatore può inoltrare, attraverso raccomandata con ricevuta di ritorno, una richiesta di verifica e, in caso di errata emissione della bolletta, di rettifica. Se l’azienda minaccia di interrompere la fornitura, ci si può rivolgere all’Autorità per l’energia e il gas o proporre ricorso davanti al Giudice di pace. Dal momento in cui riceve la lettera del consumatore, l’azienda ha 40 giorni per effettuare le verifiche e rispondere. Se il consumatore ha già pagato la bolletta, l’ente dovrà entro 90 giorni ricalcolare la quota e restituire la somma versata in eccesso; se il consumatore non ha pagato, la fattura precedente sarà annullata e occorrerà saldare l’importo ricalcolato. Altra possibilità è rivolgersi allo sportello di assistenza e tutela messo a disposizione dall’Autorità per l’energia e il gas. Clienti, associazioni di categoria e gli stessi produttori d’energia possono rivolgersi all’Autorità se non hanno ricevuto una risposta soddisfacente a segnalazioni di disservizio o irregolarità. Acquisite le necessarie informazioni, lo sportello indicherà come risolvere il problema.
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