Il clima finanziario al momento è positivo, ma il 2017 sarà un anno intenso, ricco di eventi e anche di incertezze da gestire con prudenza
Il 2016 è stato un anno ricco di eventi: Cina, Brexit, Trump e Fed solo per citarne alcuni, ma alla fine i mercati sono stati in grado di reggere senza grandi scossoni. Chiuso il libro del 2016 si apre quello di un nuovo anno e l’agenda politica lascia intendere che saranno 12 mesi pieni di avvenimenti e quindi, anche di incertezza. I vari analisti finanziari sono già pronti a fare le proprie previsioni per i mercati e le classi di investimento per questo 2017. Proviamo ad identificare anche noi i potenziali rischi del nuovo anno.
La zona euro in crisi. Dopo il referendum sulla Brexit i vari movimenti populisti hanno preso sempre più piede in tutta l’Europa ed il 2017 vede all’orizzonte due importanti elezioni politiche in Francia e in Germania, il cui esito potrebbe mettere in crisi e forse anche compromettere l’intero progetto europeo. Se in Francia Marine Le Pen, leader del movimento populista di estrema destra Front National, riuscisse a spuntarla nelle elezioni presidenziali, potrebbe trascinare la Francia fuori dalla zona euro segnando così la fine dell’Unione Monetaria. La probabilità che questo avvenimento avvenga davvero è bassa ma l’impatto che potrebbe avere sui mercati è molto elevato, con forti vendite sui mercati finanziari europei, ma non solo. Inoltre, i creditori della Grecia, che continuano a litigare e non riescono a mettersi d’accordo sul grado di austerity che il governo ellenico debba mantenere, potrebbe accompagnarci lungo tutto l’anno. Ancora una volta, in discussione c’è l’ultima revisione del piano di salvataggio del valore di 86 miliardi di euro. La Brexit ha caratterizzato la prima metà dello scorso anno, ma la saga non è ancora terminata. I negoziati per accompagnare il Regno Unito fuori dall’Unione Europea dovrebbero iniziare a fine marzo del 2017 quando sarà attivato l’ormai famoso articolo 50 del Trattato di Lisbona. Per il momento l’economia inglese sembra aver retto al colpo, ma è ancora presto per dare delle valutazioni definitive.
Stagflazione. BankofAmerica e Merrill Lynch, in un sondaggio dello scorso dicembre, ha rilevato che secondo i vari gestori intervistati il pericolo della stagflazione potrebbe essere un ‘cigno nero’. Cosa significa ‘cigno nero’? Con questa espressione si intende un evento che presenta un forte impatto e che è del tutto inaspettato; una cosa da scongiurare insomma. Si parla di stagflazione, invece, quando ci troviamo in un contesto caratterizzato da un aumento generale dei prezzi (inflazione) ed una mancata crescita economica (stagnazione). Quindi inflazione + stagnazione = stagflazione.In questo caso le banche centrali avrebbero un po’ le mani legate: per combattere l’inflazione sarebbero costrette ad aumentare i tassi d’interesse, ma a scapito della crescita economica.
Incertezza USA. Negli USA, il 2016 è stato caratterizzato dalla vittoria di Donald Trump e dall’aumento dei tassi da parte della Federal Reserve. Gli indiscussi protagonisti dell’anno scorso potrebbero esserlo anche nel 2017. Lo scorso dicembre quando la Banca Centrale americana ha alzato i tassi di interesse solamente dello 0,25%, i mercati hanno assorbito la notizia senza battere ciglio. Ma nel 2017 ci potrebbero essere altri tre aumenti dei tassi, almeno stando alle parole del numero uno della Fed, Janet Yellen. Ma se l’inflazione dovesse accelerare l’aumento dei tassi potrebbe arrivare prima del previsto e questo potrebbe portare ad un crollo dei titoli obbligazionari e ad una potenziale recessione. Donald Trump, dal lato suo, potrebbe mettere in atto una serie di misure protezionistiche in grado di compromettere il potenziale di crescita del commercio globale, con effetti anche sull’occupazione e sulla crescita economica mondiale.
Il 2017 si preannuncia quindi un’annata ricca di avvenimenti. Come ci insegna l’anno appena trascorso, è molto difficile prevedere l’esito e gli effetti sui mercati degli eventi politici. Quello che si può fare, invece, è tenere sempre a mente il proprio orizzonte temporale e, come investitori, mantenere un portafoglio sufficientemente diversificato in modo da poter navigare anche nel mare in tempesta.
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