Auto, addio alla benzina in 20 anni

I più virtuosi sono i norvegesi, l’Italia va ancora a rilento: ma entro il 2040 le auto a combustibili fossili saranno un ricordo

Entro l’anno 2040 l’automobile a motore potrebbe essere una rarità, un ricordo vintage da condividere con i figli. Quello sarà l’anno entro il quale Regno Unito e Francia si sono impegnati a mettere al bando la produzione e la vendita di veicoli a benzina e diesel. In Italia si discute di fare lo stesso. Sotto la morsa del loro terribile inquinamento urbano, anche giganti come Cina e India stanno andando in questa direzione. Ma quali sono le prospettive e le alternative? Cosa guideremo nel 2040 (cioè tra 23 anni)? Le alternative sono tante, un solo dubbio: guideremo ancora noi?

Obiettivo: accordi di Parigi. Una commissione governativa nel Regno Unito ha quantificato il costo dell’inquinamento dell’aria: 2,7 miliardi di sterline all’anno (oltre 3 miliardi di euro). «Il Regno Unito non può più sopportare tutto questo, non c’è alternativa all’abbracciare le nuove tecnologie» ha spiegato Michael Gove, Environment Secretary (ministro dell’ambiente). Per questo motivo il governo britannico ha messo nero su bianco l’impegno a non produrre o vendere sul suo territorio veicoli a diesel o benzina entro il 2040. Lo stesso ha annunciato la Francia. Il nuovo ministro all’ecologia, Nicolas Hulot, ha promesso che sarà «una rivoluzione» che permetterà al paese di rispettare gli accordi sul clima di Parigi.

Norvegia elettrica, Italia ancora indietro. In Europa c’è anche chi è più ambizioso. L’obiettivo della Norvegia è di arrivare al 100% di auto elettriche o ibride entro il 2025. La stessa deadline, il 2025, è stata proposta nei Paesi Bassi, in Germania si parla del 2030 in molti Länder. E l’Italia? Per ora la discussione procede a rilento, ma per la prima volta il Senato, nelle Commissioni Ambiente e Lavori pubblici, ha indicato un anno, proprio il 2040, impegnando il governo almeno a valutare il divieto di commercializzazione degli autoveicoli a combustibili fossili entro quella data.

Si muovono anche Cina e India. Dall’altra parte c’è la Cina, dove ogni anno arrivano su strada 28 milioni di auto nuove, e solo circa 600mila sono elettriche o ibride. Nelle metropoli cinesi l’inquinamento dell’aria è un’emergenza e il vice ministro dell’industria, Xin Guobin, ha annunciato che il governo sta lavorando a un’agenda per la dismissione dell’auto a combustibili fossili da rendere più dettagliata «nel futuro prossimo». Una promessa generica, alla quale fa da contraltare il sistema di quote introdotto a giugno per spingere entro il 2020 tutti i produttori di auto a mettere sul mercato più veicoli elettrici. L’altro gigante asiatico, l’India, sta discutendo con già una deadline sul piatto: il 2030, prima della maggior parte dei paesi europei.

Le auto a benzina: obsolete come le carrozze. C’è anche chi sostiene che sarà il mercato ad anticipare questi divieti. Come Tony Seba, economista dell’Università di Stanford, che ha pubblicato una ricerca sul futuro dei combustibili fossili: «Mettere al bando la vendita dei veicoli a diesel e benzina entro il 2040 è un po’ come mettere al bando la vendita di cavalli per il trasporto su strada entro il 2040: non ce saranno più comunque in giro da mettere al bando». Ma quali sono le alternative presenti e future per i veicoli a motore? Quella principale è rappresentata dalle auto elettriche, che quest’anno hanno superato quota due milioni nel mondo: dieci anni fa erano poche centinaia, nel 2015 hanno superato quota 1 milione e nel 2016 c’è stato un incremento globale del 60%. Il paesi più virtuosi sono la Norvegia, dove un terzo delle auto è elettrico, l’Olanda (6,4%) e la Svezia (3,4%).

Alghe, solare o idrogeno. Ci sono poi i biocarburanti: le credenziali ecologiche di quelli di prima generazione sono state messe in discussione per la deforestazione che causano e per gli effetti sui prezzi alimentari globali. Ma quelli più innovativi prevedono fonti diverse e più eco-sostenibili, compreso l’uso di una microalga, che potrebbe essere dieci volte più produttiva e non implicherebbe l’uso di terra coltivabile. Tra le prospettive più futuribili, invece, ci sono le auto a energia solare: il primo prototipo, Stella, è stato presentato negli USA nel 2014 ed era in grado di fare 500 miglia con una carica, mentre Toyota è stato il primo produttore a inserire l’energia solare nell’ibrido. Tre le altre alternative esiste già anche la tecnologia per una produzione di automobili a idrogeno, ma l’energia per farle muovere, per quanto più pulita, sarebbe molto più costosa da produrre.

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