La sharing economy contagia il mondo delle spedizioni: tutto sull’app italiana che collega chi ha bisogno di inviare un pacco a chi viaggia con spazio nel bagaglio
ToxTocBox è un servizio tutto italiano, creato nel 2015, che applica i principi della sharing economy alle spedizioni. Potremmo definirlo un Blablacar dei pacchetti. La piattaforma (che funziona anche con un’app iOS e Android) mette in contatto da un lato chi ha un oggetto da spedire, ma ha bisogno di un servizio più flessibile dei corrieri tradizionali, e dall’altro chi ha dello spazio libero mentre viaggia ed è disposto a usarlo per trasportare pacchetti per conto degli utenti della piattaforma. Scalette per le barche, parti di auto, biciclette smontate o torte per regali di compleanno a sorpresa: da quando esiste, TocTocBox ha permesso la consegna di merci di ogni tipo. I fondatori sono Ruggero Fede, ceo dell’azienda, Emanuele De Santis, che segue il marketing, Giancarlo Faglia, che cura la parte finanziaria e amministrativa, e Umberto Pompei, che si occupa della parte tecnologica della piattaforma. Ci siamo fatti raccontare da loro come funziona la piattaforma e come sperano di farla crescere.
Come nasce TocTocBox? «TocTocBox è nato dall’idea di quattro trentenni di provenienza marchigiana e lombarda, con un’amicizia solida alle spalle e la voglia di buttarsi in un progetto nuovo. La combinazione delle tendenze di crescita del car sharing urbano ed extra urbano e dei nostri tanti viaggi fatti da ex studenti con borse e valigie piene di cibo, oggetti di amici dimenticati a casa in terra natia, ci ha dato lo spunto per immaginarci quello che sarebbe stato TocTocBox ».
Perché scegliere TocTocBox e non un corriere tradizionale? «Sono servizi diversi e non ci riteniamo competitor dei corrieri, quanto un servizio innovativo che si affianca ai corrieri. Uno dei più importanti ostacoli al compimento di una spedizione, oltre ai costi e tempistiche, è nella difficoltà dell’utente di adattarsi agli standard di confezionamento complessi, legati a indici di peso, dimensione e materiali e a una scarsa flessibilità e personalizzazione».
In che modo TocTocBox supera questi ostacoli? «Non ci sono intermediari, non servono imballi, le parti si aiutano per posizionare gli oggetti con cura, il trasporto è diretto, gli oggetti sono visibili per una maggiore trasparenza e sicurezza. Chi si sposta può collaborare nel trasporto con ogni mezzo a sua disposizione (auto, furgone, scooter, bici o mezzi pubblici). Poi c’è la convenienza economica: le tariffe sono calcolate secondo una logica di condivisione delle spese, in un’ottica di risparmio reciproco per chi spedisce e chi trasporta. Poi la sostenibilità: l’ottimizzazione di tragitti già pianificati è adatta a uno stile di vita più rispettoso dell’ambiente. Infine, la flessibilità: non ci sono limiti di orario, si possono cogliere opportunità last minute, anche 24 ore al giorno.
Ci sono dei limiti alle merci da spedire? «Ogni tipo di merce pericolosa o non consentita dalla legge non può essere spedita».
Quali sono i costi di TocTocBox? «Il servizio prevede che chi spedisce un oggetto dia un rimborso in contanti al viaggiatore (al ritiro o alla consegna). A sua volta colui che viaggia corrisponde una commissione che oscilla intorno al 10% a TocTocBox. Con il rilancio del sito web, la commissione è stata temporaneamente annullata per invogliare gli utenti a testare il nostro servizio in forma gratuita».
Chi è il vostro utente tipo? «Studenti o lavoratori fuorisede, che viaggiano o hanno spesso l’esigenza di ricevere oggetti o cibo da casa, nativi digitali e appassionati di compravendite online. Poi: chi ha necessità di piccoli traslochi da una città a un’altra, chi deve spedire oggetti di dimensioni medio grandi e ha paura del preventivo di un corriere e anche chi ha dimenticato le chiavi di casa mentre era in vacanza».
Quali sono i numeri della community? «Il servizio ha circa 7.000 iscritti, principalmente residenti in grandi aree urbane, i download dell’app sono almeno tre volte tanto. Sono stati inseriti oltre 2mila annunci di viaggio o spedizione e vediamo crescere sempre di più l’interazione fra gli utenti e le spedizioni portate a termine».
Che obiettivi di crescita avete? A che numeri mirate nei prossimi anni? «Siamo in cerca di finanziamenti che possano permetterci di raggiungere i numeri prefissati. Da nostre stime pensiamo che un primo traguardo per migliorare il livello del servizio e permettere a chi prova a usarci di trovare ciò che fa al caso suo sia il raggiungimento di una community con almeno 100mila utenti».
In che modo garantite la sicurezza per gli utenti, sia chi spedisce che chi trasporta? «Noi cerchiamo di costruire una community sana e leale, nella quale sono gli utenti, tramite i feedback, a lasciare un segno della loro esperienza. Durante i viaggi consigliamo di spedire oggetti non imballati e di controllarne il contenuto, inviamo come prova un documento di riepilogo a chi si accorda, diamo la possibilità di verificare lo stato del viaggio tramite il tracking, il tutto sempre in un’ottica di massima collaborazione e chiarezza».
C’è qualche storia di startup o qualche innovatore al quale vi siete ispirati? «Certamente BlablaCar è la case history di successo alla quale ci sentiamo maggiormente vicini. Abbiamo molto da imparare da loro e chissà che un giorno non possiamo trovarci seduti allo stesso tavolo a discutere di future sinergie».
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