Vivere di quello che amate di più fare non è impossibile: servono coraggio e pianificazione. Ecco i nostri consigli
Per trasformare la vostra passione in un lavoro servono due cose: coraggio e pianificazione. Ogni tanto si leggono sul Web storie di persone che hanno lasciato la propria occupazione all’improvviso per rincorrere un sogno, ma nella maggior parte dei casi fare una cosa del genere sarebbe da incoscienti. La transizione da passione a lavoro retribuito non deve somigliare a lanciarsi da un aereo, con o senza paracadute, ma al passare da una sponda all’altra di un fiume mettendo un sasso dopo l’altro senza farvi trascinare dalla corrente (la vita, i problemi, le aspettative degli altri). Non servono transizioni brutali: per alcuni periodi molto probabilmente dovrete affiancare le due attività, e non è detto che la vostra passione debba sostituire il vostro lavoro principale, magari lo può solo affiancare. Una buona regola generale, quale che sia il vostro obiettivo, è studiare: informatevi su chi, prima di voi, ha compiuto il guado, provate a capire quali sentieri e quali strategie hanno funzionato. Intanto, ecco cinque passioni che possono concretamente diventare un lavoro, con qualche consiglio e link utile per farlo.
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Volete diventare chef? Provate col social eating
L’Italia è piena di cuochi non professionisti di grande bravura. Per la carriera da chef servono anni di esperienza e per aprire un ristorante ci vuole abilità imprenditoriale, e non tutti quelli bravi in cucina lo sono anche con i conti e i numeri. Esistono tante soluzioni intermedie per mettervi alla prova, cominciare a guadagnare qualcosa e farvi conoscere, in attesa di fare un grande salto. Una di queste viene dal mondo della sharing economy ed è il social eating, organizzare cene, di solito a tema, per sconosciuti. La piattaforma più conosciuta è Gnammo, ma ce ne sono anche altre. Con il social eating la vostra cucina diventa un piccolo ristorante, avrete il piacere di mettere alla prova ricette e ospitalità per degli sconosciuti, con questi siti non si guadagna moltissimo ma è divertente, impegnativo ed è pur sempre un inizio.
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Diventa un artigiano digitale
Avere una buona manualità e saper creare oggetti belli con le vostre mani è un dono. Probabilmente, lo avete usato solo per fare regalini originali agli amici per Natale o per il loro compleanno. Avete mai pensato che potreste vendere quei pupazzi o quelle spille? Prima l’unica speranza per chi aveva questo tipo di abilità erano i mercatini e le fiere, ma con grossi costi in termini di tempo e spostamenti. Il Web e soprattutto piattaforme come Etsy hanno spalancato il mercato per gli artigiani 2.0 in grado di produrre pezzi unici. Dalla vostra cameretta potreste vendere le vostre creazioni in ogni angolo del mondo. Per aprire uno shop su Etsy non è obbligatorio avere la partita IVA, ma per battere la concorrenza avrete bisogno di belle foto e di ottimizzare la vostra pagina per i motori di ricerca. Etsy non è l’unica piattaforma per vendere le vostre creazioni online: ci sono anche MissHobby, DaWanda, Cargoh, Blomming.
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Accogliete turisti e viaggiatori con i vostri posticini segreti
Conoscete ogni angolo della vostra città, i suoi scorci segreti, le sue storie più belle? Ci sono tantissime persone pronte a ingaggiarvi: esplorare un luogo con una guida del posto è sempre meglio, ma non a tutti piace la rigidità di una guida professionale. E qui entrate in gioco voi. Ci sono sempre più piattaforme che sono nate per far incontrare questo tipo di domanda e offerta, turisti curiosi e locali esperti, secondo i principi della sharing economy. Su Withlocals per esempio potete costruire un tour su misura delle vostre passioni: conoscete i migliori negozi vintage, le birrerie più interessanti, i musei più insoliti? Create un itinerario, condividete e fatevi pagare. Altre piattaforme utili sono Vayable e ToursByLocals.
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Un posto per voi nel mondo dei blog
L’era dei blogger e degli influencer ha fatto sì che vivere scrivendo o scattando fotografie, provando prodotti e ristoranti e girando il mondo sia il sogno nemmeno troppo nascosto di tanti. In realtà non è un’idea impossibile, la blog economy è reale, esiste e ha ancora spazio. Chi è arrivato qualche anno fa ha il vantaggio di godere di una rendita di posizione, d’altra parte chi arriva dopo ha la possibilità di studiare le mosse di chi lo ha preceduto per capire cosa ha funzionato e cosa no. In ogni caso, i blog non sono mai storie di successo istantanee. Al contrario, per costruirsi audience e credibilità ci vorranno anni. Il consiglio è scegliete un tema ben definito, non troppo affollato ma dove ci siano aziende che investono nel marketing. Una volta trovata una community alla quale rivolgervi, dimenticate le scorciatoie e cominciate a produrre contenuti con continuità e originalità. Quando avrete dei numeri consistenti, anche sui canali social, potrete cominciare a racimolare qualcosa con i ricavi dalla pubblicità e a contattare le aziende per delle partnership (che sono il vero reddito dei blogger). Questo sarà l’inizio della vostra carriera da blogger.
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Professione pet sitter
Alcune persone sono felici solo quando sono a contatto con gli animali. Perché allora non provare a trasformare questa passione in un lavoro? La pet economy non conosce crisi, nei principali mercati europei vale, secondo il Rapporto Assalco – Zoomark, 9 miliardi di dollari nei principali mercati europei. I profili lavorativi innovativi sono tanti per chi vuole professionalizzarsi in modo serio (dog trainer, toelettatori, creatori di abbagliamento per cani e gatti, addirittura fotografi per animali). Ma per chi vuole cimentarsi subito il modo migliore è diventare un pet sitter. La piattaforma Pet Me mette in contatto la domanda e l’offerta, basta crearsi un profilo ed entrare in contatto con la potenziale clientela, che non mancherà di certo: in Italia ci sono 70 milioni di gatti e 62 milioni di cani.
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