L’anno che sta per concludersi sarà ricordato per l’ottima performance dei nostri indici finanziari, ma anche per il rinnovato interesse delle nostre PMI nel tornare a quotarsi in Borsa Italiana
L’economia italiana ha oramai intrapreso la strada della crescita. A certificarlo, nel mese di novembre è anche arrivata la nota positiva dell’agenzia di rating Standard & Poor’s che per la prima volta dal 1988 ha corretto al rialzo il rating del nostro Paese. Inoltre anche l’Istat, nella sua ultima nota mensile sull’andamento dell’economia nostrana, ne ha delineato un quadro positivo determinato dalla ripresa della domanda interna, delle esportazioni e degli investimenti.
Un 2017 al rialzo per il FTSE MIB. La rinnovata vitalità dell’economia italiana, si riflette anche nella realtà finanziaria del nostro Paese: il principale indice azionario di Piazza Affari, il FTSE MIB, si avvia a concludere l’anno registrando la migliore performance tra i mercati azionari principali, con un netto + 18% da inizio anno. Tuttavia non è il solo a crescere, infatti anche gli indici considerati “secondari”, come il FTSE STAR e il FTSE AIM, sono sulla buona strada per concludere questo positivo 2017 con performance rispettivamente del 39% e del 24%.
Fenomeno PIR. Uno dei fattori di successo per quest’ultimi mercati, su cui sono quotate alcune delle principali piccole e medie imprese del mercato industriale italiano, è determinato dal “fenomeno PIR”. Lo strumento finanziario introdotto con la Legge di Stabilità dello scorso anno è infatti nato con un duplice obiettivo: offrire una nuova possibilità di investimento ai risparmiatori italiani, e aprire un nuovo canale di finanziamento alle realtà industriali italiane portandole così sul mercato dei capitali, sulla piazza finanziaria.
Boom di quotazioni nel 2017. Le nostre PMI hanno accolto positivamente questa possibilità e per capirlo è sufficiente osservare il numero delle nuove quotazioni (IPO – Offerta Pubblica Iniziale) di questo 2017: sono 30 le quotazioni effettuate da inizio gennaio, al ritmo di 5 nuove IPO ogni bimestre. Il dato assume ancor più rilevanza se viene confrontato con la media storica di IPO tra il 1994 e il 2016, periodo in cui è stata effettuata solamente una quotazione ogni due mesi. Nuove società quotate in Borsa alla ricerca di nuovi capitali si riflettono anche sulla vitalità di questi indici finanziari. Non solo performance, accanto alla crescita dell’indice si affianca un sostanziale aumento degli scambi e dei volumi, fenomeno indicatore di un rinnovato interesse verso questi segmenti azionari presenti a Piazza Affari. Il Ftse Star infatti registra un aumento dei volumi del 61% rispetto alla media dei volumi del 2015-2016; ancora più marcato l’incremento dell’attività sul Ftse AIM, dove i volumi sono cresciuti del 125%, sempre in relazione al precedente periodo.
La tendenza per il 2018 è destinata a proseguire e a migliorare. Infatti, in base alle parole di Raffaele Jerusalmi (amministratore delegato di Borsa Italiana), per l’anno a venire sono attese ulteriori 50 nuove quotazioni a Piazza Affari, di cui almeno una ventina relative ad IPO di piccole e medie imprese italiane. Un chiaro segnale di come le nostre società stanno sempre più provando a sfruttare il canale di finanziamento del mercato dei capitali, affiancandolo al “classico” canale bancario che storicamente ha sempre rappresentato la forma di finanziamento preferita.
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