Avventura, scoperta e altruismo: i consigli per fare l'esperienza che potrebbe cambiarvi la vita
Se non avete ancora piani per la prossima estate (o per la prossima pausa dal lavoro o dagli studi), perché non valutare l’idea di fare un viaggio di volontariato nel mondo? Nessuna esperienza come lavorare a un progetto umanitario o ambientalista all’estero unisce avventura, crescita personale e possibilità di fare del bene agli altri. È un’esperienza che fanno ogni anno circa 10 milioni di persone (dati Virginia Tech), l’industria del «volonturismo» vale ormai 173 miliardi di dollari e comprende ogni tipo di esperienze: a breve, medio e lungo termine, per tutte le preparazioni e le età. E non pensate che sia solo una missione da giovani freschi di laurea o di diploma: l’età media del volontario viaggiatore è 38 anni. Insomma, non è davvero mai troppo tardi per girare il mondo e aiutare le persone. L’importante è avere lo spirito giusto e tanta motivazione.
Perché farlo: per aiutare gli altri e sviluppare se stessi. La prima ragione per fare il volontario in un progetto all’estero è la stessa che sta alla base di qualunque altro tipo volontariato: donare il proprio tempo, le proprie energie e le proprie risorse per fare del bene agli altri. Se vi manca questo spirito, non potrete sicuramente affrontare le inevitabili difficoltà che incontrerete nel corso dell’esperienza. Ma partire per aiutare gli altri non è solo una questione di altruismo. Un’esperienza da volontario apre la mente, cambia il modo in cui vedete la vita, può aiutarvi a sviluppare competenze che vi torneranno utili nel corso del vostro sviluppo professionale, vi permette di perfezionare la conoscenza delle lingue. E, infine, partire in missione può essere la cosa giusta da fare per far ripartire la vostra vita dopo una cesura: la fine di un lavoro, di una relazione, di un percorso di studi.
Per chi farlo: per le tartarughe, per l’Europa o per l’ambiente. Trattandosi di un’industria da miliardi di dollari, è impossibile creare un elenco esaustivo delle opportunità, ce ne sono per tutte le attitudini e su misura per ogni percorso individuale. Esistono progetti legati ad aree geografiche molto specifiche (se avete la passione per l’Islanda provate i progetti di Seeds) o attività altrettanto peculiari (salvare le tartarughe sull’isola di Cefalonia, in Grecia), ma in questo articolo vi raccontiamo i portali più noti e istituzionali. Fate partire la vostra ricerca dal Servizio di volontariato europeo, un programma finanziato dalla Commissione Europea e indirizzato a tutti i cittadini europei, di una durata che va da tre settimane a dodici mesi, da svolgere nei paesi dell’Unione, del Mediterraneo e del Caucaso. Se volete andare più lontano, c’è il programma comunitario Volontari dell’UE per l’aiuto umanitario, aperto sia a senior (con oltre cinque anni di esperienza) che junior (meno di cinque anni). I programmi durano da un mese a un anno e mezzo, tutte le spese sono coperte e i volontari ricevono anche una piccola indennità. Lo SCI – Servizio civile internazionale è un movimento laico e cosmopolita, quasi centenario, che permette di spaziare tra varie aree di intervento (dalla protezione ambientale al supporto ai rifugiati). Con lo SCI bisogna pagarsi il viaggio ma il programma copre le spese di vitto, alloggio e assicurazione. Anche Legambiente organizza campi per volontari all’estero, dall’India alla Cambogia passando per Russia, Repubblica Ceca o Francia, per i quali sono richieste solo «curiosità e motivazione», oltre alla conoscenza della lingua inglese. La durata del viaggio va da due settimane a tre mesi.
Come farlo: altruismo, umiltà e rispetto. Questa è la parte più importante della vostra preparazione al viaggio: l’atteggiamento. Per aiutare le persone, in contesti internazionali che possono essere anche di grande disagio e sofferenza, l’altruismo non basta. Da tempo molte voci evidenziano le contraddizioni del volonturismo, accusandolo di neo-colonialismo e di portare più problemi che soluzioni. Se avete voglia di fare questo tipo di esperienza, non fatevi scoraggiare ma siate al corrente del dibattito e delle problematiche legate alla vostra presenza. Nessun aiuto è neutrale e non tutte le forme di altruismo fanno del bene. Per ridurre gli errori, affrontate il viaggio con umiltà e rispetto, che in un campo di volontariato all’estero sono la prima e più importante forma di altruismo. Venendo da una cultura diversa, sono tante le cose che non riuscirete a capire e va bene così. Ricordate sempre di chiedere, in modo genuino: «Come posso aiutarvi?» senza pretende di conoscere la risposta a prescindere.
E voi? Avete mai fatto volontariato all’estero? Vi ha cambiato la vita? Raccontateci la vostra esperienza (e i consigli che dareste a chi sta per partire).
Per poter visualizzare i commenti devi accettare i cookie facoltativi, clicca qui per cambiare le tue impostazioni sui cookie.