Basta aver versato almeno 20 anni di contributi e avere compiuto i 63 anni per andare in pensione fino a 3 anni e 7 mesi prima di aver maturato i requisiti di età previsti. Ecco come funziona l'APE volontario e chi può farne richiesta
Chi ha compiuto 63 anni e ha maturato almeno 20 anni di contributi può decidere di anticipare la propria pensione grazie a un procedimento detto APE, acronimo che sta per Anticipo finanziario a garanzia pensionistica. Ma che cos’è esattamente? Si tratta di un prestito che viene garantito dalla pensione di vecchiaia e che, di fatto, consente di lasciare anticipatamente il proprio lavoro, a patto che vengano rispettati alcuni requisiti. In pratica, attraverso l’Inps, banche o assicurazioni erogano un prestito e assicurano al richiedente un assegno mensile di importo pari alla pensione maturata. Il prestito verrà quindi restituito secondo un piano di ammortamento ventennale. È un progetto introdotto in via sperimentale dal 1° maggio 2017 al 31 dicembre 2019 dalla Legge di Bilancio, che permette di anticipare fino a 3 anni e 7 mesi l’accesso alla pensione di vecchiaia.
Gli importi richiedibili prevedono soglie minime e massime. Il prestito viene concesso per un periodo minimo di 6 mesi e fino alla maturazione del diritto alla pensione di vecchiaia. Per la quota di APE, sono stati stabiliti dei limiti: l’importo richiedibile non può essere inferiore a 150 euro mentre per l’importo massimo sono previste alcune soglie. Se la durata di erogazione dell’APE è superiore a 36 mesi, questo non può superare il 75% dell’importo mensile netto del trattamento pensionistico. La quota non può superare l’80% dell’importo mensile netto del trattamento pensionistico se la durata di erogazione dell’APE è compresa tra i 24 e i 36 mesi. Le ultime due soglie prevedono che se la durata di erogazione è compresa tra i 12 e i 24 mesi, la quota non possa superare l’85% dell’importo netto mensile del trattamento pensionistico e, infine, il 90% se l’APE viene erogato per un periodo inferiore ai 12 mesi.
Il prestito viene restituito in 20 anni con una trattenuta sul cedolino. Un altro aspetto da considerare riguarda la rata di ammortamento mensile del prestito richiesto, ovvero quella che dovrà essere restituita. Sommata alle eventuali rate per prestiti con periodi di ammortamento residui superiori alla durata di erogazione dell’APE, non deve superare il 30% dell’importo mensile del trattamento pensionistico, al netto di eventuali rate di assegni di mantenimento dei figli, assegni divorzili o debiti erariali. Il prestito ottenuto deve essere restituito in 20 anni attraverso una trattenuta che l’Inps effettua su ciascun cedolino, a partire dal primo pagamento della futura pensione. Il prestito può comunque essere estinto anticipatamente, anche parzialmente. Chi fa richiesta dell’APE deve considerare che sarà necessario attivare un’assicurazione, in modo da evitare che, in caso di morte, la banca si possa rivalere sugli eredi.
Come farne richiesta e quali requisiti sono necessari. Per ottenere l’APE l’interessato deve farne richiesta: la domanda di certificazione del diritto all’APE deve essere presentata attraverso l’uso dell’identità digitale SPID o utilizzando il PIN. Ci sono però alcuni requisiti da rispettare: in primis l’età del richiedente che non può essere inferiore ai 63 anni, così come gli anni di contributi versati che devono essere almeno 20. Il richiedente deve maturare il diritto alla pensione di vecchiaia entro 3 anni e 7 mesi. L’importo della futura pensione mensile, inoltre, deve essere pari o superiore a 1,4 volte il trattamento minimo dell’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO), al netto della rata di ammortamento per il rimborso del prestito. Il richiedente non deve essere titolare di pensione diretta o di assegno ordinario di invalidità. Sul sito dell’Inps è anche disponibile un simulatore dell’Anticipo finanziario a garanzia pensionistica: sono sufficienti alcuni dati per farsi un’idea di quanto potrebbe costare l’operazione.
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