La sostenibilità entra in finanza

La Commissione Europea ha presentato a marzo la sua strategia per realizzare un sistema finanziario che sostenga il programma dell'Unione per il clima e lo sviluppo sostenibile. Un passo importante in un momento storico decisivo

In un pianeta sempre più esposto alle conseguenze del cambiamento climatico e delle risorse in via di esaurimento, è necessario fare scelte economiche che vadano verso una maggiore sostenibilità. In Europa, soprattutto, per raggiungere gli obiettivi per il 2030 concordati a Parigi – in particolare la riduzione del 40% delle emissioni di gas a effetto serra – si stima che servano investimenti supplementari nell’ordine dei 180 miliardi di euro all’anno. Non proprio noccioline, insomma.

La tabella di marcia dell’UE. Ecco perché, sulla base delle raccomandazioni avanzate da un gruppo di grandi esperti di finanza sostenibile, a marzo la Commissione Europea ha definito una tabella di marcia per rafforzare il ruolo della finanza nella realizzazione di un’economia efficiente che consegua anche obiettivi di sostenibilità ambientale e sociale. Un vero e proprio piano d’azione, che rientra negli sforzi messi in atto nell’ambito dell’Unione dei Mercati dei Capitali per collegare la finanza alle esigenze specifiche dell’economia europea, mettendo in primo piano i bisogni del pianeta e della società. E un ulteriore passo in avanti verso l’attuazione dello storico accordo di Parigi e dell’agenda dell’Unione Europea per lo sviluppo sostenibile.

Come nasce il piano europeo. Alla radice di questo impegno ci sono non solo l’accordo di Parigi sul cambiamento climatico ma anche l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile: nell’ottica di quanto prevedono i due documenti, entrambi siglati nel 2015, l’Unione Europea e i governi mondiali – seppure con qualche ben nota ritrosia – si sono assunti l’impegno di lavorare per un’economia e per una società più sostenibili. Un impegno che naturalmente non può prescindere dal sistema finanziario, al quale in sostanza si chiede di riorientare i capitali verso investimenti più sostenibili, nel quadro di una maggiore trasparenza e di una visione a lungo termine dell’economia.

Una task force per la sostenibilità. Nel 2016 la Commissione ha quindi istituito un gruppo di esperti di alto livello sulla finanza sostenibile composto da 20 esponenti della società civile, del settore finanziario e del mondo accademico e da osservatori delle istituzioni europee e internazionali. Lo scorso gennaio il gruppo ha pubblicato la sua relazione finale, nella quale presentava otto azioni prioritarie identificate come gli elementi costitutivi fondamentali per realizzare un’azione significativa in materia di finanza sostenibile. Il piano d’azione della Commissione UE reso noto a marzo si fonda proprio sulle raccomandazioni del gruppo di esperti di elevato profilo.

Il piano d’azione. Le proposte si muovono sostanzialmente su due piani. Il primo è quello della classificazione, per aiutare gli investitori a orientarsi fra le varie proposte, il secondo insiste sulla trasparenza da parte delle imprese nella comunicazione del loro impegno sulla sostenibilità. Ne citiamo alcune. Innanzitutto, la Commissione UE punta a creare un sistema per definire ciò che è sostenibile e identificare gli ambiti in cui gli investimenti sostenibili possono incidere di più. Quindi, sulla base di questo sistema, intende dare vita a una sorta di “bollino UE” da assegnare ai prodotti finanziari “verdi”, permettendo così agli investitori di individuare agevolmente gli investimenti che rispettano i criteri ambientali o di basse emissioni di carbonio. Per le imprese di assicurazione e di investimento c’è poi l’obbligo di consigliare i clienti in base alle loro preferenze in tema di sostenibilità e di integrare la sostenibilità nei requisiti prudenziali. E, ovviamente, sarà essenziale anche migliorare la trasparenza delle comunicazioni societarie.

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