Non avete il giardino o il terrazzo? Non importa: bastano un davanzale, un orto urbano o un angolo dell'ufficio per iniziare questa pratica che migliora la qualità della vita
«Il giardinaggio è il più puro dei piaceri», scrisse il filosofo inglese Francis Bacon, che all’argomento aveva dedicato anni di studio e diversi scritti. Oggi, soprattutto per chi vive in città, occuparsi di piante e fiori è diventata anche un modo per prendersi cura di sé. Innanzitutto, per il più semplice dei motivi: perché brucia calorie. Il National Institute of Health americano lo considera attività fisica moderata, un’ora di lavoro permette di bruciare qualcosa come 330 calorie. Sessioni da mezz’ora, per tre / cinque giorni alla settimana sono già considerate un buon esercizio. Ma i principali benefici sono per l’umore: secondo una ricerca della Rutgers University (pertinentemente intitolata Flower Power) i fiori sono un naturale moderatore degli sbalzi d’umore, con effetti a breve e lungo termine. Una ricerca portata avanti da Harvard insieme al Brigham and Women’s Hospital di Boston ha scoperto che il giardinaggio riduce i rischi di depressione del 30%. Tanti numeri che raccontano una verità semplice e già nota a chiunque abbia «coltivato» questa passione: occuparsi del giardino, di un terrazzo, di un orto o delle piante, fa stare bene le persone e ne migliora la qualità della vita.
Spazi da coltivare. La garden therapy ha bisogno di spazio, ovviamente, ma la buona notizia è che non avete bisogno di una villa con giardino o di uno spettacolare terrazzo per poter accedere al «più puro dei piaceri». Questa piccola pratica quotidiana è molto più flessibile di quanto possiate immaginare: può bastare un piccolo balcone, sa accontentarsi se necessario di un davanzale, può venire con voi in ufficio e anche aprirvi a nuove forme di socialità, come quelle degli orti urbani, che ormai hanno preso piede in tutte le città italiane.
Un orto in un balcone. Partiamo proprio dal balcone, dove oltre alle piante può trovare spazio la coltivazione di fragoline, pomodori, lattuga, cipolla, aglio, melanzane. La soddisfazione di poter consumare la vostra piccola autoproduzione sarà impagabile. Lo spazio che vi serve è davvero modesto: per zucchine servono vasi di 60 centimetri di diametro e 50 centimetri di altezza, i pomodori, i peperoni, le melanzane, i cetrioli e i cavoli si «accontentano» di 50 centimetri di diametro e 40 di altezza, per lattuga, cicoria, sedani, finocchi, cipolle ed erbe aromatiche bastano 30 centimetri di diametro e 20 in altezza. Sul sito Orto Mio c’è un’utile guida completa, prodotto per prodotto, alla coltivazione da balcone.
La felicità è un fiore sul davanzale. Se non avete nemmeno un piccolo spazio esterno ma avete in ogni caso voglia di un pizzico di garden therapy nella vostra vita, anche il davanzale di casa può darvi soddisfazione. Se avete una finestra molto soleggiata e grande, che riceve luce diretta tutto il giorno, potete posizionare cactus, gerani reali, gerbere. Se invece l’esposizione è limitata a poche ore, meglio puntare su ficus, gardenia, beloperone, zebrina. Infine, per i punti dove non arriva la luce diretta, le più adatte sono felce, selaginella e dracena. Ricordate che le piante tenute sotto luce diretta molte ore devono avere sempre il compost innaffiato e ben umido.
Ufficio verde o città degli orti. Le possibilità non sono limitate al vostro appartamento. La garden therapy può anche seguirvi nel posto in cui probabilmente ne avete più bisogno: il vostro ufficio. Avere cura di una pianta può essere l’intervallo ideale tra una fonte di stress e l’altra, ed è anche un gesto di generosità verso i vostri colleghi. Il ficus e l’aloe aiutano a ridurre l’effetto aria viziata di tutti gli ambienti chiusi, mentre la dracena, per le sue proprietà anti-stress, viene addirittura definita il tronchetto della felicità. Infine, se avete voglia di un progetto più strutturato e sociale, avete pensato a un orto urbano? Gli orti urbani sono sorti in tutte le grandi città italiane come antidoto all’overdose di asfalto, caos e rumore che viene come corredo al fatto di dover vivere in uno spazio urbano. Ce ne sono di diversi tipi, la differenza più importante da conoscere è tra quelli condivisi, nei quali si mettono in comune spazi e risorse ma ognuno coltiva il suo lotto di terreno, e quelli collettivi, nei quali la terra e i suoi prodotti appartengono a tutte le persone che gestiscono il terreno. E poi ci sono gli orti sociali, nei quali lo spazio verde non è solo dedicato alla stretta coltivazione della terra ma all’aggregazione tra persone e famiglie. Il sito Orti Urbani ha una guida molto dettagliata al tema e soprattutto una mappa di questo tipo di spazi in Italia.
Avete il pollice verde? Come vi fa sentire a livello emotivo prendervi cura delle piante?
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