Amazon, Google, Apple e Samsung, ogni colosso ha la sua “intelligenza artificiale parlante”. Sono davvero utili? Scopriamolo insieme
Sempre più persone li accolgono in casa. Secondo i dati ufficiali Amazon, in giro per il mondo si parla a 100 milioni di assistenti Echo. Chiedere a questi piccoli oggetti di fare qualcosa sta diventando così famigliare che, secondo i trend diffusi da Ericsson, nei prossimi tre anni si imparerà anche a litigare con questi device, proprio come succede tra persone reali.
Sono dispositivi che riconoscono il linguaggio umano senza problemi, o quasi. Insomma, non è più questione di affidabilità quanto di utilità. Dopo averci giocato un po’ e aver lanciato qualche comando, migliorano davvero la vita? Per ora non c’è una risposta definitiva ma , abbiamo pensato di darvi qualche strumento in più su VoceArancio per valutare se ne avete bisogno e per scegliere il prodotto migliore per voi. Ecco la nostra rassegna.
Google Assistant, il più semplice e preciso. L’assistente del gigante dei motori di ricerca eccelle quando la complessità aumenta. È il migliore a eseguire i cosiddetti “comandi contestuali”, cioè a capire dove ci troviamo e a rispondere di conseguenza. E, non appena acceso, è già integrato con il gigantesco ecosistema Google: calendari, Gmail, YouTube e i dispositivi Chromecast. Questa voce digitale “vive” sugli smartphone Android, su app per iOS e sui dispositivi Google Home.
Amazon Alexa impara nel tempo. Questa voce “vive” principalmente sui dispositivi Echo, ma è disponibile anche tramite app o sui dispositivi compatibili, come gli altoparlanti Sonos. Offre la miglior localizzazione in lingua italiana (Alexa riconosce più “modi di dire” rispetto ai concorrenti). Se all’inizio può deludere, le sue capacità crescono con l’istallazione delle “skill”. Che, in altre parole, sono “app vocali” che abilitano l’assistente a fare più cose: a leggervi news, ad aiutarvi in cucina con le ricette, anche a sfidarvi nelle citazioni di film. Insomma, dopo aver imparato a personalizzarlo, Alexa è il più aperto alle integrazioni di servizi terzi.
Apple Siri, per i patiti della Mela. Ha i pregi e difetti dei prodotti della Mela e cioè: si integra alla perfezione con Mac, iPhone e Apple TV e “vive” anche sul device HomePod. Ma rimane chiuso nell’ecosistema di Cupertino. Mentre questi dispositivi però sono tanto più utili, quanto più riescono a controllare gli oggetti in casa e, da questo punto di vista, Apple sembra esser rimasta indietro. Siri scricchiola anche quando deve riconoscere la voce “sussurrata”. Una funzione attiva da tempo sui dispositivi Google e Amazon e che potrebbe servirvi se in casa avete i bambini già a letto.
Bixby, la rivale by Samsung. Confinato nei dispositivi dell’azienda coreana, ha gli stessi svantaggi di Siri, ma non è da sottovalutare. Innanzitutto perché Samsung produce anche elettrodomestici (come lavatrici e frigo smart). Poi perché Bixby imita meglio degli altri i comportamenti umani. Ha da poco iniziato a parlare italiano e, dopo aver impartito un comando, vedrete muoversi lo schermo, come se una persona lo stesse facendo per voi. E poi l’assistente Samsung sa ruotare immagini e svolgere operazioni tecniche, come – per esempio – cancellare la cronologia del browser.
A cosa possono esservi utili gli assistenti vocali?
- Rendere smart la vostra casa. Su VoceArancio vi abbiamo spiegato come sta diventando sempre più semplice rendere intelligenti gli oggetti. E questi assistenti aggiungono la voce all’intelligenza: possono spegnere luci, attivare tv, prese elettriche e termostati. Tutto anche a distanza. Inoltre, sono il punto di partenza per una casa connessa e cioè, fungono “centralina di controllo” per tutti i dispositivi che vorrete acquistare in futuro. Che sia un trend in espansione lo dimostra il catalogo Ikea che fa crescere sempre di più la sua sezione “casa smart”.
- Aiutarvi nelle piccole azioni quotidiane. Certo, pronunciare “accendi la luce” anziché pigiare un interruttore, non sembra una grande innovazione. Ma, come abbiamo anticipato nel nostro articolo sui “maggiordomi virtuali”, la forza degli assistenti vocali sta nella capacità di fare tante attività noiose con un solo comando. Per esempio, con le “routine” di Alexa potrete accendere il lampadario della camera da letto, attivare lo scaldino in bagno (collegato a una presa smart) e far leggere le news del mattino. Tutto pronunciando semplicemente “Buongiorno Alexa”.
- Avere altoparlanti di buona qualità. Anche i modelli più economici, come il Google Home Mini o l’Echo Dot hanno un volume soddisfacente sia per la musica sia per le telefonate. Con un investimento simile a un kit vivavoce (se ne avete bisogno) avrete anche tanto altro.
- Assecondare la vostra pigrizia. Non è uno scherzo. Spesso, a convalidare la bontà di un’innovazione tecnologia è un sincero “sì” alla domanda “quest’oggetto mi farà rilassare?”. Prima di rispondere con un’affermazione, però, dovrete verificare con voi stessi se avete voglia di investire un po’ di tempo nel cambiare lampadine, prese elettriche e a settare tutte le impostazioni. È questa la vera barriera da superare.
E voi avete già scelto il vostro assistente vocale? Vi sta aiutando o avete iniziato a litigarci?
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