La finanza diventa green grazie ai Millennials

I nati tra l’80 e il 2000 sono i nuovi “eroi romantici”. Il loro reddito e i loro risparmi sono in fase di crescita e quando si tratta di spendere o investire preferiscono premiare le aziende attente al sociale e all’ambiente

Buone notizie per il mondo degli investimenti sostenibili (e per la salute del nostro pianeta, che al momento è anche l’unico a nostra disposizione). Sembra proprio che i giovani siano molto più sensibili alle questioni ambientali e sociali. E come potrebbero non esserlo? I Millennials hanno ereditato un mondo afflitto dal riscaldamento globale, dallo sfruttamento della manodopera a basso costo e dalla crisi economica. E forse, proprio per questo, vedono la sostenibilità come un tema cruciale nelle loro scelte d’investimento.

I nati tra il 1980 e il 2000 cambieranno il volto della finanza? Sembra proprio di sì. Ma cominciamo col dire che l’etichetta “Millennials” contraddistingue la generazione dei nati tra l’inizio degli anni Ottanta e i primi anni Duemila. Ormai stanno per raggiungere la piena maturità lavorativa e non solo la loro potenziale capacità di guadagno aumenta con l’avanzare della loro carriera, ma c’è anche da considerare la ricchezza che riceveranno in eredità dalla generazione dei loro genitori e nonni, i cosiddetti “Baby Boomers” (i nati dal dopoguerra al 1960). Solo negli USA erediteranno infatti circa 40 mila miliardi di dollari di ricchezza ed entro il 2025 saranno il gruppo demografico che genererà più reddito. Insomma, non si scappa: i Millennials hanno la forza demografica per cambiare il mondo. Ma quali saranno le loro scelte d’investimento?

L’impatto sociale è più importante del guadagno. Iniziamo col dire che, secondo una ricerca del 2018 effettuata da Deloitte, il 79% dei Millennials si percepisce come “impact investor”. Cosa significa? Significa che quando decidono di investire i loro risparmi, i giovani vogliono ottenere non solo un ritorno finanziario ma anche un ritorno sociale, per questo scelgono attività o fondi che hanno un impatto in termini di sostenibilità. Attenzione: non stanno dicendo “sono disposto a perdere soldi”, ma stanno dichiarando piuttosto “preferisco ottenere un ritorno economico leggermente inferiore, ma migliorare il mondo in cui vivo”. Vogliono cambiare il mondo, ed essere parte attiva di questo cambiamento.

Investire per influenzare. Uno studio effettuato da Morgan Stanley sulle preferenze d’investimento dei giovani suggerisce come essi abbiano il doppio delle probabilità rispetto ai loro genitori di investire in aziende che incorporano pratiche sostenibili. La fotografia dei giovani Millennials che emerge dalla ricerca ci dice infatti che favoriscono tutto ciò che è legato al miglioramento della società e della salute del pianeta:

  • il 71% degli intervistati crede che le aziende attente ai temi socialmente responsabili rappresentino la scelta ottimale per un investimento a lungo termine;
  • il 75% è convinto che le proprie scelte d’investimento possano avere un impatto positivo nel contrasto dei cambiamenti climatici;
  • l’84% pensa che i propri investimenti possano aiutare le popolazioni più povere a migliorare la loro condizione economica.

Se guardiamo ai consumi, la storia non cambia. Un significativo numero di Millennials non considera il prezzo come l’unico fattore da tenere in considerazione al momento dell’acquisto, e attribuisce più valore ai marchi che agiscono in modo socialmente responsabile: secondo l’Osservatorio PwC, sei giovani su 10 desiderano che i loro acquisti siano sostenibili. Sono anche disposti a fronteggiare un prezzo maggiorato per un prodotto responsabile verso l’ambiente: il 22% degli intervistati spenderebbe il 5% in più per acquistare accessori sostenibili, mentre il 17% arriverebbe ad aumentare la spesa del 10%. Inoltre, i giovani si dimostrano molto sensibili all’etichettatura dei cibi, all’alimentazione biologica, a corruzione e trasparenza, oltre che alla diseguaglianza nella distribuzione della ricchezza.

Una speranza in più per il futuro del nostro pianeta. Naturalmente, queste scelte consapevoli avranno un impatto sull’economia globale, che dovrà adattarsi, cercando di diventare più trasparente, digitale e attenta ai valori sociali e ambientali. Infatti, Merrill Lynch stima che nei prossimi decenni le risorse che verranno potenzialmente iniettate nelle aziende che incorporano pratiche ESG (Environmental, Social and Governance) oscilleranno tra i 15 e i 20 triliardi di dollari. Spazio quindi a quelle società che investono in energia rinnovabile, che si basano su solvibilità e modelli di business sostenibili. Che dire: la “base” spinge verso il cambiamento, ma ora sta agli attori della finanza e dell’economia rispondere a questa spinta con i mezzi e le iniziative necessari. Sicuramente, stiamo assistendo a una trasformazione radicale di prospettiva rispetto alle generazioni precedenti, che fa ben sperare per il futuro del nostro pianeta.

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