Gli oggetti smart ad attivazione vocale che ti semplificano la vita

Assistenti vocali, traduttori real time, servizi di trascrizione istantanea: sono tutti servizi tecnologici che si basano sulla voce e possono aiutarti in molte attività, in casa e non solo. Per una tecnologia inclusiva, anche nei confronti di persone con disabilità

La corrente alimenta praticamente tutto ciò che possiedi. È collegata alle mura delle tua casa e sai che c’è, anche se non la vedi. Così sarà Internet, invisibile e sempre disponibile, come l’elettricità. È il futuro che ci attende secondo Leonard Kleinrock, l’uomo che nel 1969 ha lanciato il primo messaggio su quella che sarebbe diventata la rete delle reti. Non ci siamo ancora arrivati, ma questa è la direzione. Lo testimonia il boom degli oggetti connessi che, nei prossimi anni, saliranno a 50 miliardi, com’è è emerso durante l’evento Talks on Tomorrow. Insomma, ci saranno più “cose” collegate a Internet che persone. Tanti gadget smart che iniziano a trovare posto in casa tua, che risolvono per te piccoli problemi quotidiani.

La voce come interfaccia. Parlare è il modo più semplice per chiedere un’informazione o per esprimere un desiderio. Se confronti la naturalezza della voce, qualunque touchscreen, pulsante o cursore è una tecnologia goffa, anche se non puoi ancora farne a meno. Ma gli assistenti virtuali (tra tutti quelli di Google e Amazon) ti capiscono sempre meglio e animano un numero sempre maggiore di dispositivi: dagli smartphone, agli smart speaker, ai televisori. Sono in grado di leggere news e ricette, di azionare luci, tapparelle, prese di corrente, porte di casa (Qui, su VoceArancio li abbiamo raccontati). Ti danno libertà perché, mentre impartisci un comando, puoi fare qualunque altra cosa: cucinare, oziare sul divano, preparare tuo figlio per la scuola. Puoi abbassare il livello di attenzione e pensare a ciò che ritieni più importante.

Verso una tecnologia accessibile. “Ma cosa ti costa alzarti e accendere la luce?”. È una delle obiezioni più frequenti quando racconti di aver acquistato delle lampadine smart, azionabili con un assistente virtuale. Fare alla vecchia maniera non costa nulla, in effetti. Il punto però è un altro: un servizio che ti ascolta e fa qualcosa per te, risolve in modo semplice un piccolo problema. Per esempio se hai le buste della spesa in mano, sei appena entrato in casa – al buio – rischi di inciampare: qualcuno che illumini casa per te, di colpo, ti evita un potenziale ruzzolone. Piccoli problemi che si ingigantiscono quando una persona è affetta da disabilità. E allora, l’ubiquità di queste tecnologie offre possibilità che altrimenti sarebbero negate. Allontanati per un momento dal mondo degli assistenti virtuali, per ragionare su come il riconoscimento della voce in una delle app Google, cioè Trascrizione Istantanea,  semplifica la vita e insieme è una tecnologia accessibile. Questo servizio capta qualunque conversazione e la trasforma in un testo. È un ottimo modo per prendere appunti, come abbiamo spiegato in questa guida. Ma è anche un sistema per permettere a chi non può sentirti di comprendere una conversazione o di seguire uno scambio di battute in un film non sottotitolato. Sono applicazioni che, come Google Traduttore, sono inclusive, perché permettono a tutti di partecipare a un dialogo, in qualunque lingua.

Quando gli oggetti smart ti comprendono. Le “cose” connesse popolano sempre di più le nostre case, dicevamo. Ma è solo il primo passo. Le capacità di interagire con te non possono che moltiplicarsi. Lo ha spiegato Rohit Prasad al Web Summit 2019 di Lisbona, uno dei più importanti eventi dedicati all’innovazione. Prasad è il responsabile dello sviluppo di Alexa, l’assistente virtuale di Amazon (Qui una sua intervista rilasciata all’MIT Technology Review). Presto l’intelligenza artificiale che anima questi oggetti non solo eseguirà i tuoi comandi, ma anticiperà alcune richieste, imparando dalle tue abitudini. Un esempio? Nel caso in cui dovessi ordinare un biglietto per il cinema con Alexa, l’assistente farà una serie di deduzioni: andrai fuori casa all’ora di cena e presumibilmente non avrai voglia di cucinare. Quindi, come un compagno premuroso, ti chiederà: “Vuoi che ordini una pizza, in tempo per il tuo ritorno?”. O, ancora, se il tuo volo è in ritardo, l’assistente leggerà gli orari d’arrivo e comunicherà alla tua famiglia che tornerete a casa – per esempio – mezz’ora più tardi del previsto.

Dentro e fuori casa, oltre gli schermi. Internet diventerà sempre più “invisibile” come l’elettricità, è la profezia di inizio articolo. E, presto, non ti renderai conto di utilizzarla. Gli assistenti virtuali vivono sugli smart speaker (appollaiati su una mensola o un comodino) e sono azionabili anche dalle cuffie wireless del tuo telefono. È una tecnologia pronta a collegare tutti gli ambienti nei quali vivrai, anche in mobilità, senza bisogno di toccarla.

E tu? Quali problemi ti ha risolto un assistente virtuale? Hai mai utilizzato un sistema di trascrizione automatica?

 

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