Agosto movimentato sui mercati: tanta volatilità e una nuova politica espansiva per la Fed

Le borse chiudono un agosto da incorniciare: per i listini europei il risultato del mese appena trascorso è il migliore dal 2009, per Wall Street bisogna risalire addirittura al 1984. Tutti gli indici principali hanno ormai recuperato i livelli pre-pandemia, ma la volatilità è tornata a farsi sentire

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La corsa all’oro si ferma.  Dopo un mese di luglio caratterizzato da prezzi record, durante le ultime due settimane di agosto il prezzo del prezioso metallo ha cominciato a scendere. Complici i dati macroeconomici incoraggianti e la ripresa dell’economia globale, le quotazioni dell’oro rimangono sotto pressione, perdendo, durante l’ultima settimana, il 7,3% in soli due giorni.

Industria cinese al top. Vola la ripresa dell’economia cinese, tutti i dati macroeconomici di agosto fanno infatti ben sperare: gli utili delle imprese cinesi hanno registrato un +20% mensile. I profitti dell’industria sono balzati del 19,6%, il tasso di crescita più alto da giugno 2018. L’indice Caixin sulla manifattura è in aumento per il quarto mese consecutivo.

L’economia Usa prova a risalire. Complice l’estate e la ripresa delle attività, l’indice manifatturiero statunitense dell’Institute for Supply Management ha registrato una crescita positiva, mentre i consumatori americani si confermano il motore della crescita dell’economia a stelle e strisce. Le spese sono salite nel secondo trimestre del 4,7%, sopra le attese. In crescita anche gli utili delle aziende (+4,8%).

Cina e Usa si riavvicinano? Durante il mese di agosto abbiamo anche assistito a un riavvicinamento tra Cina e Stati Uniti. La Cina, da tempo indietro sugli accordi, ha iniziato a importare di più dagli Usa in modo da tener fede al patto sul commercio raggiunto a gennaio 2020. L’impegno è soprattutto quello di aumentare i flussi tra i due maggiori consumatori di petrolio al mondo.

Amazon dei record.  Complice il lockdown e il conseguente boom dello shopping online in tutte le sue forme, le azioni di Amazon sono salite quasi dell’80% da inizio anno. La ricchezza del suo fondatore, Jeff Bezos ha raggiunto ad agosto la soglia record di 200 miliardi, doppiando Bill Gates.

Apple e Tesla: via al frazionamento. Il gigante tech di Cupertino ha dato il via ad un frazionamento azionario in quattro parti, ossia 1 azione Apple sarà suddivisa in 4. Split azionario anche per Tesla, il colosso delle auto elettriche fondato da Elon Musk; il frazionamento in questo caso sarà di 5 a 1 e permetterà agli azionisti di ricevere un dividendo di quattro azioni ordinarie aggiuntive per ogni azione Tesla detenuta. Lo stock split “renderà la proprietà dell’azione più accessibile ai dipendenti e agli investitori”.

Il Dow Jones cambia pelle. Dopo 124 anni, il Dow Jones Industrial Average ha sperimentato uno dei suoi più grandi rimescolamenti. Exxon Mobil, Pfizer e Raytheon Technologies usciranno dall’indice a 30 membri, per fare posto a Salesforce.com, Honeywell e Amgen che si uniranno al club d’elite.

Svolta espansiva per la Fed. La banca centrale statunitense ha annunciato un cambiamento nella sua strategia di inflazione. Dopo lunghi periodi sotto il 2%, la politica monetaria punterà a “un’inflazione moderatamente sopra il 2% per qualche tempo”. L’idea di fondo è che, a differenza che nel passato, una forte riduzione della disoccupazione non porta a pressioni inflazionistiche da contrastare.

La Bce inizia a preoccuparsi. Molte oscillazioni tra euro e dollaro, con il biglietto verde che continua a deprezzarsi portandosi persino sopra 1,20 per la prima volta in due anni. Un quadro complesso agli occhi della Banca centrale europea, caratterizzato dal crollo dell’inflazione e da un recupero economico ancora lontano. Si attende la riunione del 10 settembre per vedere come si comporterà Christine Lagarde.

Shinzō Abe si dimette. Sembrerebbe dettato dal precario stato di salute del primo ministro giapponese l’annuncio delle sue dimissioni, arrivato la settimana scorsa. La Borsa di Tokyo non ha reagito bene alla notizia: l’indice Nikkei 225 ha perso l’1,41% dopo una settimana di recuperi che stavano consolidando la sua ripresa.

Anche il Giappone prova a riprendersi. Vola la produzione industriale in agosto, giù le vendite al dettaglio. Segnali misti dall’economia giapponese, che prova a rimettersi in marcia nel post lockdown. Nel mese di luglio, secondo i dati diffusi dal ministero dell’Economia, la produzione industriale ha segnato un aumento dell’8% su base mensile, al di sopra delle aspettative.

Il prezzo del petrolio risale. Novità sul fronte dell’oro nero: il greggio ad agosto ha guadagnato terreno, con prezzi sostenuti dalle aspettative di stimolo degli Stati Uniti e un rimbalzo della domanda asiatica dopo il riavvicinamento con Trump. I futures sul petrolio Wti di ottobre sono rimasti stabili sopra i 40 dollari a barile.

Il Rame decolla. La scarsa offerta e la grande richiesta di rame hanno spinto i prezzi in alto. Sul lato dell’offerta, la produzione in Sud America è stata fortemente ridotta a causa della pandemia, proprio mentre la domanda cinese è aumentata drasticamente in risposta alla ripresa dell’economia post lockdown. Nel solo mese di luglio le importazioni di rame grezzo in Cina sono aumentate dell’81% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

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