Da luglio scatta il cosiddetto taglio del cuneo fiscale: molti lavoratori avranno così una busta paga un po' più pesante. Scopri se sei tra questi
Da luglio scatta il taglio del cuneo fiscale: molti lavoratori guadagneranno di più in busta paga. Scopri con noi se sei tra questi e di quanto potrebbe aumentare il tuo stipendio.
Cuneo fiscale più leggero e busta paga più pesante
A partire dal mese di luglio, se la tua retribuzione rientra nelle fasce di reddito interessate, guadagnerai di più ogni mese. Quanto? Oltre 100 euro, nei casi più ‘fortunati’.
Che cos’è esattamente il cuneo fiscale? Come funziona? Ecco tutto ciò che devi sapere.
Che cos’è il cuneo fiscale
Il cuneo fiscale è, in estrema sintesi, la differenza tra la somma ‘lorda’ che il tuo datore paga per il tuo lavoro e quella netta che ti arriva in busta paga.
Cosa c’è allora ‘in mezzo’ tra il lordo e il netto? Le famigerate tasse. Queste possono venire imposte sul reddito oppure essere contributi previdenziali volti a finanziare il sistema pensionistico nazionale.
Il cuneo fiscale si calcola in percentuale e nel 2022 in Italia è stato pari a 45,9% (contro una media una media dei Paesi Ocse del 34,6%). Facciamo un esempio: se il tuo stipendio lordo è di 2.000 euro, per arrivare al netto devi sottrarre il 45,9%. Cioè 918 euro. Il tuo netto è quindi di 1.082 euro.
Il taglio del cuneo fiscale previsto da luglio 2023
Con il Decreto Lavoro è stato varato un ulteriore taglio del cuneo fiscale da sommare a quello di 2 o 3 punti percentuali previsto nella recente legge Finanziaria. La nuova sforbiciata debutta a luglio 2023 e resta in vigore fino a dicembre dello stesso anno.
Il taglio sarà di 6 o 7 punti percentuali e avrà effetti diversi a seconda delle fasce di reddito, come ti illustreremo tra poco.
È stato previsto l’accantonamento di 3 miliardi di euro per finanziare la misura che vedrà cinque mesi di benefici fiscali concessi dall’esecutivo ai lavoratori dipendenti italiani.
Ma come funziona? Eliminando una parte di ‘tasse’ il testo della legge dice che il taglio è effettuato con “l’esonero sulla quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico del lavoratore”.
Scopri se ne hai diritto
Prima di tutto devi conoscere qual è la tua retribuzione imponibile. Che cos’è? E’ l’importo che guadagni sul quale si calcolano le tasse (a proposito, ricordati che questo è il periodo per verificare il 730 precompilato). Per sapere a quanto ammonta devi sottrarre alla tua retribuzione lorda i costi deducibili, come ad esempio i contributi previdenziali, quelli per la pensione integrativa, gli assegni per il coniuge o le donazioni.
La cifra ottenuta deve essere parametrata su base mensile per tredici mensilità:
se non supera l’importo mensile di 2.692 euro, il taglio del cuneo fiscale sarà di 6 punti percentuali. Se invece non va oltre l’importo mensile di 1.923 euro, il taglio sarà di 7 punti percentuali.
Quanto ti rimarrà in tasca in più
Dopo tutto questo parlare di cifre lorde, percentuali, tasse e contributi, ti starai giustamente chiedendo: “Ok, ma quindi quanto in più del mio guadagno mi rimarrà in tasca ogni mese?”. La premessa, doverosa, è che non possiamo darti cifre esatte perché le variabili sono diverse.
Quello su cui però la maggior parte dei consulenti e di chi si occupa di questi calcoli è d’accordo è che avrai un beneficio maggiore se il tuo reddito imponibile mensile è vicino alla soglia massima dei di 2.692 euro. In quel caso, l’aumento in busta paga sarà superiore a 100 euro.
Se invece la tua retribuzione è inferiore, l’importo dell’aumento mensile sarà proporzionalmente meno. Vediamo, sempre a spanne, di quanto:
- Per chi ha circa 2.000 euro al mese di reddito imponibile, la maggiorazione sarà di 75 euro mensili
- Per chi ha circa 1.500 euro al mese di reddito imponibile, la maggiorazione sarà di 60 euro mensili
- Per chi ha circa 1.000 euro al mese di reddito imponibile, la maggiorazione sarà di 40 euro mensili
Devi fare qualcosa per ottenere il taglio del cuneo fiscale?
La risposta a questa domanda è semplice: no. Il tuo datore di lavoro nel calcolare e corrisponderti lo stipendio mensile dovrà comunicare i tuoi dati retributivi e contributivi all’Inps. Sul suo sito, l’Istituto nazionale di previdenza sociale ha comunicato le indicazioni su come fare.
Scatterà così poi, in automatico, l’accredito in busta paga e, cosa più importante, l’aumento della cifra che ti sarà data.
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