Il 31 marzo è il Backup Day. E tu sai farlo bene? Ti diamo tre semplici regole far diventare un’abitudine il salvataggio dei tuoi preziosi dati personali
Non è un caso che la giornata mondiale del backup cada il 31 marzo di ogni anno.
È una data-monito: precede il giorno del pesce d’aprile ed è un invito a non lasciarsi sorprendere da brutti scherzi. Infatti, secondo i dati di Backblaze, ogni minuto vengono persi 113 telefoni nel mondo, le cancellazioni accidentali causano il 29% dei disastri informatici e – ogni mese – un computer su dieci viene infettato da un virus che compromette i dati. Un backup aggiornato ti aiuterebbe a evitare tutto ciò. Ma – sempre secondo Backblaze – il 48% degli intervistati non ha mai effettuato una copia di sicurezza dei propri dati.
Un backup non è solo una copia di aggiuntiva delle informazioni a cui tieni. Potremmo definirlo l’allenamento quotidiano per mantenere al sicuro i tuoi dispositivi. Come in ogni allenamento che si rispetti, per avere dei risultati, bisogna avere costanza e seguire alcune regole in maniera corretta. Perché la maggior parte dei tuoi documenti è ormai digitale e, se diventasse inaccessibile anche per poche ore, i danni potrebbero essere enormi.
In questo articolo vogliamo darti qualche suggerimento per far diventare il backup un’abitudine che, una volta entrata a far parte della tua dieta digitale, diventerà facile da gestire.
Backup: non solo sincronizzazione dei dati in cloud
Partiamo sfatando un mito. Molte persone credono che, per fare un backup, sia sufficiente sincronizzare i propri dati su una soluzione cloud. Infatti, il 57% delle persone che ha risposto al sondaggio realizzato da ING Italia su LinkedIn a proposito dei metodi per effettuare backup ha scelto questa opzione, mentre solo il 13% ha scelto “tutte le opzioni disponibili”, che si avvicina alla realtà.
Di certo una soluzione cloud ti aiuta se dovessi perdere il computer portatile o lo smartphone, ma si rivelerebbe inutile se fossi colpito dai sempre più diffusi ransomware, come quelli di cui ti abbiamo parlato nell’approfondimento su Eternity, il pericoloso e-commerce di malwarehttps://vocearancio.ing.it/eternity-il-pericoloso-e-commerce-di-malware. I ransomware sequestrano i tuoi dati, cifrandoli e corrompendo quindi anche la versione sincronizzata sul cloud. Un backup è una copia aggiuntiva, che si definisce “immobile”, cioè non deve aggiornarsi in tempo reale, perché trascinerebbe con sé errori, virus o file corrotti. Invece una buona copia backup deve ripristinare l’intero computer alla situazione che precede un incidente. E segue regole precise, che vedremo tra poco.
La regola sicura del backup 3-2-1: cloud, offline, offsite
3-2-1 è la formula che usano gli informatici per ricordare i tre passaggi fondamentali per avere un backup sicuro. E cioè:
- Devi avere tre copie complessive dei propri dati. Una di queste può essere con una soluzione cloud online.
- Devi avere altre due copie offline, su due dispositivi diversi. Nel caso una delle due dovesse corrompersi.
- Tra le due copie offline, una deve essere anche offsite, ovvero in un luogo diverso dal quale ti trovi. Per metterti al sicuro in caso di furti nella tua abitazione o nell’ufficio, oppure di disastri naturali.
Queste precauzioni possono sembrarti eccessive ma, se rispettate, ti garantiscono la protezione da praticamente tutti gli incidenti. E sui tuoi dispositivi hai tutti gli strumenti per renderle semplici da rispettare.
Il primo passaggio: la copia online
È la cosa più semplice da fare perché, una volta impostata, andrà avanti in automatico. E non dovrai più preoccupartene. Se hai dispositivi dell’ecosistema Apple, puoi seguire i passaggi sulla guida di iCloud. Mentre, se utilizzi Windows, puoi seguire questa guida per attivare il backup su OneDrive. Per i dispositivi Android, invece, ecco come attivare il backup attraverso Google One. Usare il cloud ha un costo, ma è irrisorio (va dai 50 centesimi a 1 euro al mese).
Il secondo passaggio: le copie offline
Come abbiamo detto, per essere del tutto sicuri, è bene avere due copie offline, memorizzate su dispositivi diversi. L’ideale sarebbe memorizzarle su due tipi di supporti (per esempio un hard disk o un disco blu-ray), ma per il momento non è necessario soffermarsi su questo punto. Per creare questo tipo di backup, è necessario attivare la funzione “cronologia file” su Windows (qui come fare), mentre su Mac la stessa funzione si chiama Time Machine (la guida è qui). Queste funzioni salveranno i tuoi dati sui dispositivi che avrai scelto.
Il terzo passaggio: la copia offsite
Ti conviene creare due copie con Time Machine o con Cronologia File. Queste copie saranno cifrate e protette da password, quindi nessuno potrà leggere i tuoi dati. Ti conviene custodire una di queste due copie in casa (o in ufficio) e aggiornarla una volta alla settimana. La seconda copia invece deve essere in un luogo diverso, offsite appunto. Puoi lasciarla a casa di un parente fidato o di un amico, oppure in un altro ufficio, e aggiornarla con una frequenza minore: per esempio una volta al mese.
No ai salvataggi manuali. Meglio una soluzione professionale
Tra le cattive pratiche da evitare assolutamente c’è il salvataggio manuale dei tuoi dati su dispositivi come chiavette usb. Perché potresti perderle o lasciarle incustodite e – se non protette adeguatamente – potrebbero lasciare i tuoi dati alla mercé di chiunque. Se hai bisogno di una flessibilità maggiore rispetto alle soluzioni dei tuoi sistemi operativi, ti consigliamo software come iDrive che, con un solo passaggio, effettuano copie multiple, salvano i dati dei dispositivi mobili e – in caso di emergenza – possono spedirti un hard disk con i tuoi dati.
Sei già bravo nel backup dei tuoi dispositivi o ti si è aperto un mondo? Raccontacelo!
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