Dall’ambiente ai migranti, dal commercio internazionale al terrorismo: ripercorriamo punto per punto i temi sul tavolo del G7 e le soluzioni (faticosamente) trovate da Germania, Italia, Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti, Canada e Giappone. A partire dal clamoroso strappo sul clima di Donald Trump
Dopo il nulla di fatto al tumultuoso G7 di Taormina del 26 e 27 maggio scorsi, arriva il colpo di scena di Donald Trump: gli Stati Uniti si ritireranno dagli accordi di Parigi sul cambiamento climatico. La due giorni siciliana è stata impegnativa su diversi fronti e si è conclusa con pochi accordi, qualche compromesso e molte tensioni, soprattutto tra la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente USA. Quest’ultimo, che ha cantato fuori dal coro in diverse circostanze, si era preso del tempo per decidere se continuare a far parte degli accordi sottoscritti nel 2015 a Parigi per combattere il riscaldamento globale. E ora, a distanza di nemmeno una settimana, arriva la notizia – si tratta solo di un’indiscrezione, non ancora confermata: la prima potenza mondiale avrebbe intenzione di fare marcia indietro. Prima di analizzare gli (eventuali) impatti sui mercati, ripercorriamo quali sono stati i principali temi in discussione al G7 e quali le soluzioni trovate dai ministri dell’Economia dei sette Paesi riuniti in Sicilia: Germania, Italia, Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti, Canada e Giappone.
Clima. Il dibattito sull’ambiente, come anticipato, è stato il più spinoso, con gli Stati Uniti di Donald Trump che si sono detti fin da subito dubbiosi sull’opportunità di confermare gli impegni presi in occasione dell’ultima Conferenza di Parigi. Gli altri sei Paesi, unanimi nel sostenere le politiche contro il riscaldamento globale, hanno infine concesso più tempo agli USA per prendere posizione sul tema. Poco prima dell’inizio delle conferenze finali, Donald Trump – che in passato ha definito “una bufala” il riscaldamento globale – aveva anticipato in un tweet che avrebbe preso una decisione nel giro di qualche giorno. Nel momento in cui scriviamo, il ritiro dagli accordi è stato annunciato dal sito web Usa Axios che cita “due fonti vicine all’amministrazione”, mentre deve ancora arrivare la conferma ufficiale. La cancelliera tedesca Angela Merkel al termine del vertice siciliano ha definito i colloqui insoddisfacenti e ha aggiunto: “penso che l’accordo di Parigi sia così importante che non possiamo fare alcun compromesso”.
Commercio globale. Anche qui trovare una linea comune non è stata una passeggiata, sempre a causa delle posizioni di Trump e delle tensioni tra Stati Uniti e Germania. Il comunicato finale – un documento di sole 6 pagine in tutto – evidenzia comunque una sostanziale condanna del protezionismo e un impegno a mantenere aperti i propri mercati. Come contropartita però, gli USA hanno ottenuto un passaggio in cui si evidenziano anche i limiti e i possibili pericoli della globalizzazione, oltre a una opposizione generica a ”tutte le pratiche scorrette del commercio”.
Migranti. Nessuna novità particolare sulla gestione dei flussi migratori: il comunicato ufficiale parla della necessità di sforzi coordinati a livello nazionale e internazionale, ma ribadisce anche “i diritti sovrani degli Stati, individualmente e collettivamente, a controllare i propri confini e stabilire politiche nell’interesse nazionale e per la sicurezza”.
Terrorismo. Come prevedibile, la lotta al terrorismo e l’impegno a migliorare la sicurezza sono riusciti a mettere tutti d’accordo. Il comunicato sostiene anche la necessità di cooperare con i grandi internet provider per limitare la diffusione di contenuti a sfondo terroristico sul web. “L’impegno contro il terrorismo, per il momento in cui avviene, è il successo più grande” di questo G7, ha commentato il presidente del Consiglio italiano, Paolo Gentiloni.
La delusione di Angela Merkel. Al termine della due giorni, la cancelliera tedesca Merkel non ha nascosto il suo scontento: “i tempi in cui potevamo fare pienamente affidamento sugli altri sono passati da un bel pezzo, questo ho capito negli ultimi giorni. Noi europei dobbiamo davvero prendere il nostro destino nelle nostre mani”, ha detto.
La (non) reazione dei mercati. I mercati finanziari non si sono scomposti, sia perché probabilmente avevano già messo in conto le tensioni, sia perché effettivamente dal meeting non sono emerse grandi decisioni.
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