Le azioni remunerano gli investitori in due modi eppure gli analisti finanziari valutano le azioni in modi differenti. Scopriamolo insieme
Dopo aver definito il concetto di azione il passo successivo è quello di avvicinarsi ai principali metodi di valutazione, in modo da distinguere i titoli potenzialmente interessanti da quelli da cui invece è meglio stare alla larga.
Come valutare un’azione. Partiamo da un concetto molto semplice ed intuitivo: si compra un’azione solo quando si è convinti che quella società è in grado di remunerare l’investimento nell’arco di tempo desiderato. Ai più potrà sembrare un consiglio superfluo, ma quando si tratta di mercati e investimenti spesso la nostra parte irrazionale ci può portare a commettere degli errori, quindi è bene tenere in mente questo concetto.
Un’azienda può remunerare i propri azionisti essenzialmente in due modi:
- realizzando utili che poi vengono distribuiti agli azionisti sotto forma di dividendi;
- oppure, attraverso l’aumento del prezzo dell’azione.
Perciò, in estrema sintesi, se un’azionista vuole guadagnare dal proprio investimento, la società in questione non deve fallire e deve essere in grado di generare utili nel corso del tempo, così sarà anche valutata positivamente dal mercato e il prezzo dell’azione tenderà ad aumentare. Quando si tratta di passare alla valutazione delle azioni non esiste una sola filosofia di investimento, ma ce ne sono molteplici; ogni investitore ha il suo approccio, che può essere puramente qualitativo (e quindi non supportato da dati empirici) oppure puramente quantitativo… o un mix dei due. Confrontiamo tra di loro le diverse filosofie
L’analisi fondamentale sul bilancio della società. L’analisi fondamentale ha l’obiettivo di individuare quello che potrebbe essere definito come il “giusto prezzo” di un’azione attraverso l’analisi dei dati di bilancio (ricavi, costi, flussi di cassa). Questa analisi si può ottenere con due approcci:
- facendo un rapporto tra il valore di mercato della società e un dato di bilancio. Questo valore prende il nome di ‘multiplo’. Tra i più noti troviamo il P/E (dall’inglese price earning). Il P/E è il rapporto tra il prezzo dell’azione e il valore dell’utile (per azione) della società. Se il P/E di una società è più basso rispetto alle altre aziende, si dice che l’azienda viene scambiata a sconto rispetto alle altre aziende di settore. A volte tale sconto può essere un errore di mercato (in questo caso si possono fare dei buoni investimenti); in altri casi, invece, è la conseguenza degli scarsi risultati aziendali;
- effettuando previsioni sui risultati futuri della società, partendo proprio dai dati di bilancio, con l’obiettivo di ricavare un possibile prezzo futuro dell’azione. É l’approccio degli analisti finanziari che facendo stime sull’andamento futuro delle principali voci di bilancio ricavano il prezzo futuro o atteso. Quello che viene anche chiamato in gergo target price.
Analisi momentum e analisi tecnica. L’analisi momentum si basa su un concetto che potrebbe essere scontato a prima vista: comprare quando i prezzi salgono e vendere quando i prezzi scendono. Perché questo? Molto semplice gli operatori presenti sul mercato tendono a imitarsi, a seguire il ‘gregge’ e le mode del momento.
Il calcolo del momentum è basato sui dati del passato, registrando continue variazioni di prezzo su intervalli di tempo prefissati. Un valore positivo di momentum indica un prezzo dell’ultima giornata superiore a quello del periodo precedente, viceversa un prezzo inferiore a quello del periodo precedente avrà conseguentemente un valore di momentum negativo. Si calcola un vero e proprio ritmo di crescita. Quando la velocità inizia a rallentare potrebbe iniziare una fase ribassista.
Un altro approccio utilizzato è quello dell’analisi tecnica. L’analisi tecnica utilizza modelli grafici e statistici, che qui per semplicità non approfondiremo, per cercare di intuire i movimenti futuri dei prezzi di un’azione; si basa sul concetto di market timing ovvero in poche parole essere dalla parte giusta del mercato al momento giusto.
Non dimentichiamoci del rischio. Quando si decide di investire in azioni è importante avere sempre un quadro di insieme ampio e non dimenticarsi della componente rischio che, per un investimento azionario, è legato alla “perdita del capitale”; questa perdita può essere totale se si verifica il fallimento della società oppure può essere temporanea come conseguenza di un ribasso del prezzo di mercato delle azioni. A volte la perdita di capitale è legato alle scelte di investimento del management della società altre volte può essere provocato dai grandi trend di mercato (spesso di utilizza il termine ‘macro’). Proprio per questo motivo è bene essere informati non solo sulla società oggetto del nostro interesse, ma anche su quello che accade a livello internazionale; i mercati sono sistemi complessi e strettamente interconnessi e quello che può succedere anche al di fuori dell’Italia può avere un effetto anche sul mercato azionario italiano.
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