Le nuove tendenze della sharing economy a due ruote

Dalle bici a flusso libero di Mobile alle elettriche con incentivi da spendere di Spine: ecco le soluzioni per muoversi in città pedalando

A flusso libero dalla Cina o elettrica e legata a una moneta virtuale? Sono queste le novità per gli appassionati di bici e sharing economy nelle città italiane, con l’arrivo di OFO, Mobike e Spine. I primi due servizi hanno diversi aspetti in comune: vengono dalla Cina e sono basati sul modello «free floating» (prendi e lasci dove vuoi). Spine invece è un’idea tutta italiana, legata a una concezione diversa di bike sharing: la bici (elettrica) è in condivisione tra gruppi privati e il suo uso è legato a una serie di incentivi. Insomma, con Spine più si pedala, più si guadagna, in una moneta virtuale con benefici reali. Ma vediamo come funzionano i due diversi modelli di bike sharing.

Flusso libero: liberi di prendere e lasciare ovunque. L’idea del free floating per le bici arriva dalla Cina (dove la sharing economy sta vivendo un vero e proprio boom, si fa anche con gli ombrelli) ed è basata sul flusso libero di bici. Quando gli utenti di Mobike e OFO hanno finito di usare il mezzo, non sono costretti a trovare una rastrelliera, come accade con i sistemi tradizionali, ma possono lasciarlo dove gli è più comodo, a patto ovviamente di non intralciare automobilisti e pedoni. Il principio del free floating è lo stesso della maggior parte dei servizi di car sharing: si può parcheggiare dove si vuole, a patto che non sia in divieto di sosta o di intralcio a pedoni e automobilisti. Anche la ricerca della bici funziona attraverso un’interfaccia molto simile al car sharing: l’app geolocalizza le due ruote più vicine, la prenotazione dura quindici minuti e il lucchetto si apre scansionando il QR code del mezzo con la fotocamera dello smartphone.

Preferite il giallo o l’arancione? Mobike si è lanciata a Firenze e Milano, dove è partita con 8mila bici. OFO (il cui nome in teoria dovrebbe ricordare la forma del mezzo a due ruote) soltanto a Milano con 4mila, anche se a livello globale è un colosso presente in 170 città e tra i suoi investitori c’è anche Alibaba. Come riconoscerle in città? È facile, Mobike è arancione, OFO è gialla. Hanno le ruote piene, tutte in gomma, senza camere d’aria, quindi non aspettatevi una particolare velocità. Hanno un cestino portapacchi e le luci a LED. I mezzi Mobike hanno un solo rapporto e sono di dimensioni più ridotte rispetto a quelle di OFO, che hanno anche un cambio a tre velocità. Il pagamento viene effettuato tramite carta di credo via app, di Mobike si conoscono già i costi (30 centesimi di euro ogni mezz’ora) mentre OFO è in fase di promozione (fino al 31 ottobre è gratis) e non ha ancora annunciato le tariffe.

La sharing economy privata, tra colleghi o vicini di casa. Spine ha un principio completamente diverso: è una bici elettrica che nasce per essere condivisa tra privati. Studi professionali, uffici, gruppi di amici, famiglie, vicini di casa. Il lucchetto intelligente viene gestito attraverso l’app, con la quale si possono autorizzare altri utenti a entrare nel network privato e usare la e-bike. Il principio degli incentivi prevede premi per chi sceglie questa formula di mobilità ecosostenibile: più si pedala, più si accumulano Spinecoin, una valuta virtuale che non può essere convertita in denaro (ovviamente) ma può essere spesa nei negozi Spine o in una serie di esercizi convenzionati per comprare prodotti ecosostenibili. Il prezzo di partenza è alto: dai 1700 ai 2000 euro. Il rapporto di conversione per gli Spinecoin che si guadagnano è di 0,50 di euro al km. Il calcolo è che chi usa la bici almeno 6 km al giorno (per esempio, per gli spostamenti casa lavoro) se la ripaga nel giro di due anni.

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