Un focus eccessivo sul presente ci porta a dare priorità ai guadagni immediati, a discapito degli obiettivi di lungo termine. Avere troppa fiducia in noi stessi, invece, ci spinge ad assumere troppi rischi. Come evitarli?
Quando prendiamo una decisione di investimento capita che non optiamo per la scelta “ottimale perché le informazioni di cui disponiamo sono incomplete e perché la nostra parte razionale è pesantemente influenzata dalle emozioni. Torniamo allora a parlare di finanza comportamentale, andando ad analizzare due trappole cognitive piuttosto frequenti: overconfidence e focus eccessivo sul presente. Quando parliamo di overconfidence facciamo riferimento alla tendenza a fidarci troppo delle nostre conoscenze e capacità. È l’altra faccia della medaglia rispetto all’effetto gregge, di cui abbiamo parlato di recente. In questo caso la nostra mente tende a credere di sapere cose che invece non sa e ad attribuirci capacità superiori a quelle di cui effettivamente disponiamo. Facciamo un esempio per capire meglio: in uno studio del 1981, Ola Svenson, professore e ricercatore di psicologia comportamentale, ha chiesto a diversi studenti quanto si sentissero abili al volante. Quasi il 93% ha detto di ritenersi superiore alla media, un dato semplicemente impossibile. Questo bias colpisce la gran parte degli individui, professionisti e non, e si sviluppa nel tempo, nel senso che una persona si attribuisce caratteristiche errate man mano che la sua esperienza in un certo campo aumenta, alimentando così l’ipersicurezza. In ambito finanziario, l’overconfidence ci porta a sovrastimare la nostra abilità nell’identificare investimenti vincenti. Questo comportamento porta a scelte finanziarie inadeguate – che spesso si traducono nell’assunzione eccessiva di rischio – come ad esempio:
- Errori di market timing. Chi è troppo sicuro delle proprie capacità tende a esagerare nella compravendita di breve periodo, con un impatto negativo sulla performance di lungo termine.
- Basare le scelte sulla performance passata. I risultati passati di un investimento sono l’unico dato conosciuto e facile da interpretare. Un’eccessiva sicurezza può portarci a fidarci acriticamente di questo indicatore, che in realtà non dà alcuna garanzia delle performance future.
- Bassa diversificazione. Convinti delle nostre scelte, rischiamo di dimenticare i principi base di una corretta allocazione del portafoglio.
La brutta notizia è che l’overconfidence fa parte della natura umana ed è ineliminabile. Quella buona è che la consapevolezza può aiutarci a gestirla meglio. Per farlo, è bene tenere a mente alcune regole:
- Non fare troppo affidamento sulle stime, meglio chiedersi come reagiremmo se queste dovessero essere disattese.
- Non inseguire il market timing, meglio dedicare più tempo alle decisioni strategiche.
- Fare attenzione alle possibili bolle speculative, quando i prezzi lievitano senza alcuna motivazione apparente è bene cercare di vederci chiaro.
- Puntare al contenimento delle perdite più che all’inseguimento di performance stellari.
Un altro bias cognitivo molto noto nella finanza comportamentale è l’eccessivo focus sul presente a discapito della pianificazione di lungo periodo. Questa tendenza ci porta a dare la massima priorità ai nostri bisogni immediati, dimenticandoci che la vita è lunga e che i nostri risparmi non sono infiniti. Così, se ci troviamo di fronte alla scelta tra ricevere 100 euro oggi o 120 tra un mese, tendiamo a preferire la gratificazione immediata. Le conseguenze negative sui nostri investimenti sono evidenti: rischiamo di perdere di vista gli obiettivi di lungo termine. Avete presente la storia della cicala e della formichina? Nella famosa favola di Esopo, la formica lavora duramente per tutta l’estate, mettendo da parte le provviste per l’inverno, mentre la cicala passa i mesi estivi a cantare e divertirsi. Ma quando l’inverno arriva, la formica ha accumulato le risorse necessarie per nutrirsi, mentre la cicala sente i morsi della fame. Ecco, mutatis mutandis questa è la morale di chi cede all’eccessivo focus sul presente. Anche qui la consapevolezza è il primo passo per riuscire a evitare l’errore. Una tattica utile potrebbe essere quella di pensare a noi stessi come a due persone diverse: una concentrata sul breve termine e una sul futuro, e, al momento di prendere una decisione, pensare a come la nostra parte lungimirante gestirebbe le esigenze di breve periodo.
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