Rating, a cosa serve per chi investe?

Le valutazioni delle agenzie di rating offrono indicazioni importanti a chi investe. Ecco cosa significa per l’Italia il rating BBB

Italia promossa in affidabilità. L’agenzia di rating Fitch ha migliorato il proprio giudizio sul nostro Paese a BBB dal precedente BBB-, mentre l’outlook è rimasto stabile.

La promozione, hanno spiegato gli economisti dell’agenzia, è dettata soprattutto dalla decisa ripresa economica che sta interessando il Paese e che ha determinato un miglioramento dei conti pubblici, debito e deficit in primis.

Fitch stima, infatti, che il deficit dell’Italia si attesterà all’8,9% nel 2021, in netto miglioramento dalla precedente stima dell’11,4%, mentre il debito calerà probabilmente sotto il 154% del Pil entro la fine del 2021 dal suo picco del 155,6% della fine del 2020.

Insomma, la pagella dell’Italia ora è più bella e questa è senz’altro una buona notizia. Ma cosa significa esattamente un miglioramento del rating e, soprattutto, cosa comporta per chi investe?

Cominciamo col ricordare, in estrema sintesi, che le agenzie di rating valutano la solvibilità di un soggetto (sia esso uno Stato o una società) stimando la sua capacità di generare le risorse necessarie a far fronte agli impegni presi nei confronti dei creditori. Tale giudizio è sottoposto a revisione periodica.

Cosa vuol dire per chi investe?

Per te che investi, il rating è un’informazione molto importante, perché ti dà un’indicazione sulla rischiosità del titolo su cui intendi puntare: più basso è il rating, più alto è il rischio. E più alto è il rischio, più elevato sarà anche il rendimento offerto.

Le valutazioni delle agenzie di rating, infatti, servono per calcolare il rendimento dei titoli obbligazionari e, quindi, il costo del debito per gli emittenti. Il rating rappresenta dunque uno dei fattori che determinano il costo del prestito e le conseguenti condizioni di rimborso, come spiega dettagliatamente Borsa Italiana sul suo sito.

Il rating può anche aiutarti a monitorare il valore del tuo investimento nel tempo: l’eventuale downgrade di un emittente da parte di un’agenzia di rating rappresenta infatti un chiaro segnale di allerta ai mercati e ai singoli investitori che, diversamente, non avrebbero la capacità di rilevare tempestivamente la necessità di rivedere il proprio portafoglio.

Bene, ma cosa significa il rating BBB?

Per rispondere a questa domanda occorre fare una piccola ma doverosa premessa. Le principali agenzie di rating, quelle a cui i mercati guardano per avere indicazioni circa l’affidabilità di Paesi e aziende, sono tre: Fitch, S&P Global Ratings e Moody’s. Per esprimere i loro voti, esse utilizzano delle lettere – dalla A alla D – anche se a seconda della società le etichette possono variare leggermente.

In ogni caso, ti basta sapere che la lettera A, nelle sue varie formule di ripetizione, caratteri maiuscoli o segni matematici di accompagnamento, rappresenta il grado maggiore di affidabilità, mentre la lettera D quello minore – “D” indica infatti lo stato di default.

Oltre alle singole lettere, i giudizi delle agenzie di rating vengono divisi in due grandi famiglie: Investment Grade (o High Grade) e Speculative Grade (o High Yield). Con il termine Investment Grade ci si riferisce a un livello di rischio basso o medio-basso, fino alla notazione BBB- o Baa3, ossia un investimento relativamente sicuro sul quale possono indirizzare i propri capitali anche gli investitori istituzionali come le grandi banche d’affari.

Al di sotto di questa soglia si entra nel mondo dell’High Yield, ovvero aziende o emissioni obbligazionarie che hanno un rischio di default decisamente più elevato. Ricorda: quanto maggiore è il rischio che un investitore corre nell’acquistare un’obbligazione, tanto maggiore è il tasso d’interesse che questa paga. Per questo motivo i titoli più rischiosi sono anche i più redditizi.

Per la società, o Stato, che ha ricevuto un rating basso, la conseguenza è quella di dover offrire un rendimento più elevato, in modo da compensare il maggior rischio e attrarre così finanziatori. Se invece il rating è alto, allora l’emittente è ritenuto sicuro e quindi potrà offrire un rendimento più basso per riuscire ad attrarre finanziatori. La Germania, per esempio, sulle sue obbligazioni offre un rendimento più basso rispetto a quello offerto dalle obbligazioni italiane.

E veniamo a noi

L’Italia, con il suo BBB assegnato da Fitch, si trova nel mezzo della scala di valutazione. Possiamo dire che con l’ultimo upgrade, il rating è salito un gradino più in alto rispetto alla soglia di demarcazione tra Investment Grade e High Yield. Insomma, non siamo più proprio proprio sul filo del rasoio, ecco.

Così commenta il ministero dell’Economia:

“La decisione di Fitch di alzare il rating dell’Italia a BBB corona una serie di valutazioni positive rilasciate da cinque altre agenzie di rating, che in queste settimane hanno migliorato il loro outlook sul Paese”.

Il Tesoro sottolinea poi come venga riconosciuta “l’importanza del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza presentato dal governo” che, attraverso lo stimolo alla crescita, permetterà di rendere “ancora più sostenibile” il debito pubblico.

Oggi titoli di Stato italiani sono percepiti in effetti come titoli per i quali il rischio di default è tutto sommato contenuto e la solvibilità del Paese appare in miglioramento, alla luce della ripresa economica vigorosa di cui si sta rendendo protagonista.

Certo, se il giudizio delle società di rating subisse un abbassamento in futuro, l’Italia si troverebbe costretta a pagare interessi più alti sul proprio debito pubblico, con un conseguente ulteriore aggravio per le proprie casse e per le tasche dei contribuenti italiani. Ma a tutto vantaggio di quegli investitori pronti a mettere in portafoglio un tot di rendimento potenziale in più.

 

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