Quando la famiglia si allarga far quadrare i conti di casa è una vera sfida. Se possibile però c’è ancora qualcosa di più complicato: barcamenarsi tra i vari aiuti economici dedicati ai neogenitori. Quali sono veramente accessibili e quali è meglio scegliere?
Diciamolo subito: il bonus bebè vecchia maniera – quando lo Stato o le Regioni regalavano anche 1000 euro per ogni nuovo nato – non esiste praticamente più. Ora è necessario avere requisiti ben precisi per poter accedere ai sussidi. Per questo è sempre buona norma avere pronto all’uso un certificato che indichi la vostra situazione economica che potrete ottenere gratuitamente presso i Caaf. Gli indicatori Ise (Indicatore della Situazione Economica) e Isee (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) sono gli strumenti fondamentali per raggiungere questo obiettivo e tengono conto delle disponibilità dei contribuenti (ad esempio conti correnti ecc.).
Assegno di maternità dello Stato. L’assegno ammonta a 2.082,08€ per ogni figlio nato; i soldi arrivano entro 120 giorni dalla domanda che va compilata sul sito dell’Inps entro e non oltre 6 mesi dalla nascita del bambino o l’ingresso del minore in famiglia. Ricordate che se avete diritto alla maternità, l’ammontare dell’assegno non sarà di 2082,08€ ma calcolato sul differenziale.
L’assegno è rivolto a cittadine italiane o extracomunitarie con permesso di soggiorno di lungo periodo, residenti in Italia al momento del parto.
Nello specifico possono richiedere l’assegno le seguenti categorie di mamme:
- Mamme che lavorano e abbiano versato almeno tre mesi di contribuzione nel periodo compreso tra i 18 ed i 9 mesi antecedenti alla data presunta del parto (o da quando il bambino adottato entra a far parte ufficialmente del nucleo familiare)
- Mamme licenziate o che si sono licenziate, anche qui come sopra, con almeno tre mesi di contribuzione che coprano il lasso di tempo tra i 18 e i 9 mesi prima del parto (non devono per forza essere continuativi!)
- Mamme senza un’occupazione o in mobilità oppure che si trovino in cassa integrazione ordinaria o straordinaria, a patto che non trascorrano più di nove mesi tra la perdita di questi diritti e la nascita del bambino.
Un aiuto anche dai Comuni. Non è cumulabile con l’assegno di maternità dello Stato, ma anche i Comuni prevedono un importo per le mamme. Come sopra, è necessario essere cittadine italiane o extracomunitarie con permesso di soggiorno di lungo periodo, residenti in Italia al momento del parto che, ovviamente, deve essere avvenuto nel 2014.
La domanda deve essere presentata entro 6 mesi dalla nascita del piccolo presso il vostro Comune di residenza, di solito c’è uno sportello dedicato: quello delle “Politiche sociali” o “Intervento alla genitorialità”, molto dipende dalla grandezza della vostra città- Per esempio, sul sito del Comune di Milano, si legge che per averne diritto bisogna “non aver superato i 35.256,84 di ISE per l’anno 2014 per un nucleo familiare di minimo tre componenti. Se soddisferete questo criterio vi spetteranno 1.691,05, che vi verranno versati sul conto corrente bancario dall’Inps.
Possono accedere all’assegno previsto dai Comuni:
- le mamme non lavoratrici – quindi casalinghe – e/o disoccupate
- le mamme lavoratrici che però devono soddisfare i seguenti criteri: non avere diritto all’indennità di maternità erogata dall’Inps o a nessun tipo di retribuzione durante la maternità. Se queste ultime due prerogative fossero vere, per avere diritto al contributo, è necessario che l’una o l’altra siano inferiori al valore dell’assegno di maternità.
Per qualsiasi dubbio o domanda, potete rivolgervi al numero verde dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale: 803164, gratuito da rete fissa, e il numero 06164164 da telefono cellulare (in questo caso, il servizio è a pagamento).
Fondo nuovi nati, tutti i dettagli. In attesa di un decreto attuativo che lo renda di nuovo accessibile, vi parlo anche di questa possibilità, il fondo Nuovi Nati, che permette di chiedere un prestito fino a 5000 euro a tassi super agevolati, dove è lo Stato a fare da garante per il 50% del credito. Purtroppo i continui cambi di Governo degli ultimi tempi hanno fatto slittare in agenda la sua approvazione per il 2014, che però – si spera – dovrebbe arrivare a breve.
Familiari a carico, ecco gli assegni familiari. Appena la famiglia si allarga ricordate di chiedere al vostro datore di lavoro gli assegni familiari per figlio a carico (da fare, ovviamente, anche se è la moglie a carico!). Chiedete i moduli ANF/DIP (da consegnare entro il 30 giugno) al vostro datore di lavoro oppure scaricateli sul sito dell’Inps. Quindi, fissate un appuntamento al Caaf per la compilazione. Ne avete diritto da quando vi sposate e/o da quando nasce il bambino – anche se adottato o in affido – fino al compimento dei suoi 18 anni. Vi verrà versato direttamente in busta paga. Tutti i lavoratori dipendenti e lavoratori iscritti alla gestione separata ma anche quelli che sono già andati già in pensione hanno diritto a tali assegni. Si aggiungono alla lista anche gli addetti ai servizi domestici e operai agricolo dipendenti a tempo determinato.
Assegno familiare in presenza di tre figli. Cumulabile con il precedente, si tratta di un ulteriore aiuto dedicato alle famiglie numerose, erogato dall’Inps ma richiesto ai Comuni e ammonta a un massimo di € 139,49 mensili per un periodo di tempo non superiore a 13 mesi (di solito l’intera somma – 1.813 euro circa – viene divisa in due rate semestrali e depositato sul conto bancario). La domanda per il 2014 dovrà essere presentata entro e non oltre il 31 gennaio 2015.
Questi che vi ho appena elencato sono solo i principali aiuti economici dedicati ai neogenitori. In realtà ne esistono anche altri che variano di Regione in Regione, a volte da provincia a provincia. In Lombardia per esempio c’è il fondo Cresco, un contributo di 75 euro fino ai 12 mesi del bambino per garantirgli una sana alimentazione; degna di nota è anche la Social Card 2014 (attiva però solo nelle città di Milano, Roma, Bologna, Bari, Catania, Firenze, Genova, Napoli, Palermo, Torino, Venezia e Verona), una carta prepagata che lo Stato ricarica alle famiglie bisognose con figli fino a 3 anni. Sarebbe impossibile elencarli tutti: vi consiglio però di prendervi un paio d’ore e di visitare il sito del vostro Comune e della vostra Regione. Ne vale la pena! Nella mia storia di blogger ho parlato tante volte con mamme che avevano diritto a un contributo economico e che non ne hanno usufruito per “ignoranza”.
E come sappiamo ‘L’ignoranza della legge non scusa nessuno’!
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