Dalle grandi piattaforme internazionali a quelle italiane specializzate in libri, musica e teatro. Ecco la guida definitiva per lanciare o finanziare progetti
Avete in mente un progetto, ma non avete ancora i fondi per metterlo in pratica? La risposta si chiamacrowdfunding? Nel mondo, il finanziamento collettivo delle idee attraverso le piattaforme Web ha raccolto finora 65 miliardi di dollari. La prima vera campagna di crowdfunding ha festeggiato quest’anno il suo ventennale: nel 1997 i Marillon lanciarono una colletta per finanziare un tour negli Stati Uniti: raccolsero 60mila dollari. Allora era tutto molto «artigianale», mentre oggi nel mondo esistono colossi del crowdfunding (come Kickstarter e Indiegogo), mentre in Italia operano decine di piccole piattaforme specializzate, dedicate a temi come i libri o cinema. In questo articolo troverete una guida per orientarvi.
L’economia della ricompensa. Innanzitutto, il crowdfunding per realizzare i vostri progetti personali e artistici si chiama «reward based», «basato sulle ricompense». Ogni sito ha le sue formule e le sue regole ma quasi tutti funzionano allo stesso modo. Ci si iscrive e si presenta l’idea alla comunità indicando un budget e una scadenza entro la quale quale i fondi devono essere raccolti. Il secondo passo, per chi presenta la campagna, è indicare le quote per finanziarla: a ciascuna corrisponde una ricompensa, più grande o ambita col crescere del finanziamento. Ad esempio, se un gruppo rock vuole trovare i fondi per il suo prossimo album, può offrire in cambio il Cd a chi sceglie di offrire la quota più bassa, il Cd e una t-shirt a chi si impegna con una cifra più alta e così via, magari arrivando al Cd più la t-shirt più il pass nel backstage per il tour ai più generosi. Non c’è limite alla creatività per le ricompense che potete offrire. Di solito (ma non sempre è così) la campagna ha successo solo se si raggiunge il budget stabilito, altrimenti i soldi saranno restituiti dalla piattaforma ai finanziatori.
Per imprenditori in cerca di soci. In Italia esiste anche un’altra categoria di piattaforme, quelle che permettono il cosiddetto «equity crowdfunding», che è molto più strutturato dal punto di vista finanziario ed è addirittura regolamentato dalla Consob, la Commissione per le società e la Borsa. Se per accedere al «reward based crowdfunding» vi basta essere un privato con un’idea da mettere in pratica, con questo secondo tipo di campagne si ottengono finanziamenti (di solito molto più alti) in cambio non di ricompense ma dell’ingresso nel capitale sociale dell’impresa, della quale il finanziatore diventa socio a tutti gli effetti. Questo modello è molto innovativo, l’Italia ha una legislazione all’avanguardia nel mondo ed è molto adatto a chi ha una startup o un’impresa medio/piccola. Se siete imprenditori, questo è il tipo di piattaforma che state cercando: tra i siti più interessanti c’è CrowdFundMe, che finora ha già raccolto 2,79 milioni di euro, ed Equinvest, che si definisce una «boutique finanziaria» specializzata in «società di piccola dimensione che operano in mercati in crescita».
Le piattaforme internazionali. Per il mercato del crowdfunding «a ricompensa», partiamo dal gigante del settore: Kickstarter, la piattaforma più grande e generalista al mondo, dove si trovano campagne per ogni genere di idea o prodotto, dagli zaini e le biciclette agli spettacoli teatrali e ai libri di fotografia. È qui che dovete andare se avete in mano un’idea esplosiva che potenzialmente può raccogliere finanziamenti enormi. Sono famosi i casi di Pebble, lo smartwatch che da solo ha raccolto oltre 20 milioni di dollari, o di Storie della buonanotte per bambine ribelli, il libro di due autrici italiane edito in California che ha raccolto oltre 657mila dollari. Nel 2015, Kickstarter è finalmente sbarcato anche in Italia, permettendo l’avvio di campagne per progetti nel nostro paese, senza la necessità di un aprire un conto in banca negli Stati Uniti. Un’altra piattaforma straniera di grande successo arrivata anche da noi è la francese Ulule, che nel mondo ha permesso la raccolta di 50 milioni di euro a sostegno di oltre 16 mila progetti. È su Ulule che il disegnatore Gipi, per esempio, ha raccolto 68mila euro per finanziare il suo gioco di carte Bruti. Ulule, come Kickstarter, è generalista (si trovano designer di accessori, musicisti, autori di fumetti) ma permette di avere accesso a un pubblico molto vasto.
Crowdfunding made in Italy. In Italia la piattaforma più grande e riconoscibile si chiama Eppela. Il loro motto è: «Il futuro si fa in tanti». Ha dodici categorie, alcune insolite e stimolanti (come «Viaggi», dove ci sono campagne di finanziamento di reportage ed eco-avventure). Negli anni questo sito nato in Toscana è diventato uno delle realtà europee più importanti, con numeri davvero incoraggianti: il 60% dei progetti viene finanziato (oltre 3mila in tutto) con un volume di offerte che ha superato i 20 milioni di euro. Un altro aspetto molto interessante di Eppela è la possibilità di accedere al co-finanziamento da parte di brand internazionali o grandi istituzioni, che sono presenti sulla piattaforma per premiare i progetti più meritevoli. Invece, per aziende e privati che intendono investire e diventare “soci” di realtà innovative e aziende c’è We Are Starting, la soluzione di equity crowdfunding vincitrice dell’ultima tappa della ING Challenge.
Il piacere della community specializzata. L’alternativa alle grandi piattaforme generaliste sono quelle specializzate, di solito molto più piccole. Difficilmente qui si muovono grandi volumi, a livello finanziario. Dovesi perde in soldi, però, si guadagna in community. Questi siti infatti possono contare su comunità di persone appassionate e competenti. Per gli aspiranti scrittori, per esempio, c’è BookaBook, dedicata a presentare, finanziare e trasformare i manoscritti inediti in libri, sia in formato cartaceo che e-book. CrowdArts è invece una community dedicata a sostenere le arti performative: sul sito se ne trovano per tutti i gusti, da un musical basato su Nightmare before Christmas all’adattamento teatrale del romanzo Stoner di John Williams. Musicraiser invece è una comunità di oltre 138mila amanti della musica, creata da Giovanni Gulino, il cantante dei Marta sui Tubi. Sul sito convivono le campagne di finanziamento di artisti affermati (in questo momento Patrizia Laquidara, ad esempio) ed emergenti. E il crowdfunding è arrivato anche a scuola, grazie a School Raising, il sito dove trovare sostenitori per progetti scolastici innovativi, come i Fab Lab per la stampa 3D o i laboratori di robotica avanzata.
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