Tutto sul Padiglione Zero, dove comincia l’Expo

Il Padiglione Zero è la porta d’ingresso dell’esposizione universale. Un viaggio tra archivi del mondo e istallazioni Hi-Tech alla scoperta del tema Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita. I consigli per viverlo al meglio.

Il padiglione Zero è l’inizio di tutte le storie. L‘imponente struttura si trova all’entrata principale di Expo e accoglie i visitatori con un’enorme scritta in latino: “Divinus halitus terrae”, il respiro divino della terra. Attraversando le sue stanze si compie un viaggio nella storia dell’uomo e del cibo, tra progressi e sfide per l’umanità. Tra i tanti contenuti proposti ce ne sono alcuni da non perdere, ecco i nostri consigli per visitarlo al meglio.

Come si arriva? Raggiungere il Padiglione Zero è davvero semplice perché si trova in prossimità dei due ingressi principali dell’Esposizione Universale: l’ingresso Ovest Triulza, per coloro che arrivano con i treni della linea suburbana, con i regionali o con Trenitalia; l’ingresso Ovest Fiorenza, per chi arriva utilizzando la metro rossa M1. Per chi avesse necessità di utilizzare diversi mezzi di trasporto vi segnaliamo che è possibile comprare un unico biglietto valido sia sulla rete Atm, sia sulla rete Trenord. I ticket sono in vendita presso i distributori automatici in metropolitana, gli ATM point e nei rivenditori autorizzati (Andata e Ritorno 5 euro, Giornaliero 8 euro).  Consiglio: per evitare lunghe code è preferibile l’ingresso Ovest Fiorenza rispetto all’ingresso Ovest Triulza.

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Gli ingressi Ovest Triulza e Fiorenza sono i più vicini al Padiglione Zero

Un viaggio al centro della Terra. Il padiglione, progettato da Michele De Lucchi, è composto da piramidi circolari alte da 20 a 26 metri, costruite in legno. La struttura riproduce un pezzo della crosta terrestre, con montagne, colline e una grande valle centrale. Il Padiglione occupa una dimensione di 9 mila metri quadrati di cui 5.500 a spazio espositivo organizzato in nove grandi sale tematiche. Consiglio: mettersi al centro delle sale per ammirare al meglio le imponenti opere e i mega video che si estendono per decine di metri.

Tra archivi del mondo e installazioni Hi-Tech.  Il curatore Davide Rampello propone un racconto che parte dalla memoria dell’umanità, percorrendo le varie fasi dell’evoluzione del rapporto con la Natura – dalle colture di vegetali, all’allevamento di animali, all’invenzione degli strumenti per la lavorazione e la conservazione del cibo – e arriva fino alle forti contraddizioni dell’alimentazione contemporanea e del consumismo. La sequenza di ambienti parte con il grande Muro della Memoria, l’archivio del mondo, maestoso, completamente in legno, pieno di cassettoni custodi del sapere e dell’esperienza.

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La struttura composta da piramidi circolari in legno del Padiglione Zero.

Proseguendo si passa in una sala con una parete di proiezione di circa seicento metri quadri di superficie in cui si trasmettono i filmati, giunti da oltre 53 paesi del mondo, che parlano di cibo, cultura e sostenibilità. Si possono vedere i video online fino al 31 ottobre 2015. Nella stessa sala è stato ricostruito un grande albero, alto 23 metri, che buca il soffitto ed esce dal tetto, per sottolineare il dominio della natura sull’uomo. Poi si passa alle sale dedicate al mondo alimentare per uomini e animali: c’è la stanza delle spezie, che raccoglie i semi utilizzati nelle principali coltivazioni del mondo, e quella degli animali con le riproduzioni in scala delle specie più importanti nella vita dell’uomo.

L’epoca dell’industrializzazione del cibo. Dopo la sala degli attrezzi si fa un salto nell’epoca dell’industrializzazione degli alimenti, in cui un plastico di 320 metri quadri mostra come l’uomo sia riuscito a modificare l’ambiente. Poi si entra nella sala della Borsa, rappresentazione della complessità del mercato alimentare contemporaneo (quanto cibo viene prodotto, quanto ne viene consumato, come se ne stabilisce il prezzo e come viene comunicato). La metafora della borsa dà l’idea di quanto sia grande il mercato dei titoli finanziari legati al cibo e come le materie prime – ad esempio il grano – siano trasformate in beni su cui speculare. Una delle installazioni più impressionanti è quella dedicata allo spreco del cibo: un enorme ammasso di scarti quotidiani ricorda che il 30% della produzione mondiale di cibo viene perduta o sprecata, una quantità pari a quattro volte quella necessaria per nutrire quasi 800 milioni di persone che ogni giorno nel mondo soffrono di fame cronica.

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Le sale del Padiglione Zero: in figura sono rappresentati il muro della memoria, la sala degli animali, la collina del cibo sprecato e il mercato degli alimenti.

Il padiglione Zero si chiude con un messaggio di speranza mostrando le 18 migliori iniziative di sostenibilità come standard di riferimento e modello di sviluppo per tutti i paesi del mondo. Consiglio: durante la visita ci si può unire alla Sfida Fame Zero scaricando “Get to Zero”, il gioco delle Nazioni Unite per Expo Milano 2015. È disponibile gratuitamente per Android e iOS. Si può partecipare utilizzando i QRCode che si trovano sui totem all’interno del Padiglione Zero e negli altri spazi ONU presenti in EXPO.

Mangiare bene nei dintorni. La visita al Padiglione Zero dura all’incirca un’ora. All’uscita, per pranzo veloce e all’aria aperta, c’è la bancarella Toast & Zuppa con prezzi che si aggirano intorno ai 6 euro. L’acqua potabile si trova nel vicino distributore automatico, si può anche scegliere tra liscia e gassata, ma soprattutto è gratis (ricordatevi di portare con voi una bottiglietta vuota). Sempre dietro al Padiglione Zero c’è un chiostro dove è possibile mangiare un risotto alla milanese con 10 euro, cucinato dallo staff di Davide Oldani.

Consiglio: si può anche decidere di andare a visitare un altro padiglione con all’interno un ristorante. In questo caso vi segnaliamo il padiglione della Repubblica Ceca, a poche decine di metri sul Decumano, aperto dalle 11 alle 22.30, propone tartare di filetto di manzo con ovetto di quaglia e pane fritto a 14 euro, la tipica zuppa delle montagne della Boemia a 9 euro o il classico Gulasch di selvaggina a 17 euro. Il personale è cordiale e disponibile a spiegarvi i piatti.

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Mangiare nei dintorni, dalle bancarelle fast food ai ristoranti tipici all’interno dei padiglioni.

Visitare il Padiglione Zero è l’unico modo per entrare e vivere EXPO passando dalla porta d’ingresso. Adesso siamo pronti per proseguire i nostri tour, seguiteci all’interno della sezione Expo e buona visita a tutti!

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