Allentate le manette digitali: detox, almeno in vacanza

Durante le ferie ci rendiamo conto di quanto sia difficile godersi il momento e staccare dai device tecnologici, da social e da internet. Ecco qualche consiglio per partire già disintossicati, liberando più tempo per voi

C’è un momento dell’anno in cui ci rendiamo conto di quanto sia difficile avere un rapporto equilibrato con i nostri dispostivi digitali: le vacanze. Nel corso dell’anno, l’incredibile numero di 2617 interazioni quotidiane che abbiamo con smartphone e affini può anche passare inosservato. Ma è nel periodo in cui dovremmo rilassarci che appare chiaro quanto sia difficile allentare le manette digitali. È paradossale, ma in vacanza è tutto più difficile. Subiamo l’ansia da notifiche per le foto e le storie che pubblichiamo sulle nostre esperienze, scontiamo il bisogno di raccontare quello che stiamo facendo in tutte le chat e i gruppi WhatsApp che ci capitano a tiro, e poi c’è il caso peggiore di tutti: l’incapacità di staccare dal flusso di comunicazioni legate al lavoro. L’unica soluzione ragionevole è arrivare disintossicati già prima della partenza: ecco un insieme di risorse e consigli per mettere piede in spiaggia affrancati dal bisogno compulsivo di consultare Facebook e Instagram ogni cinque respiri.

Consapevolezza, non rinuncia. Catherine Price è una giornalista americana che ha scritto uno dei libri più letti sull’argomento negli ultimi anni, appena tradotto in Italia da Mondadori col titolo “Come disintossicarti dal tuo cellulare”. Il testo è un ottimo punto di partenza per conquistarvi un rapporto più equilibrato con la tecnologia, in appendice ha anche un programma di quattro settimane pieno di spunti e trucchi pratici. L’obiettivo, ci ricorda Price, non è smettere di usare lo smartphone, ma farlo con consapevolezza, spogliarci dall’automatismo di afferrarlo senza nemmeno sapere perché lo abbiamo fatto. Il punto di partenza del suo ragionamento è riformulare i termini della questione: invece di pensare a tutto ciò a cui rinunciate (i post su Facebook, le dirette su Twitter, le storie su Instagram, le conversazioni collettive su WhatsApp), fate un esame di tutto quello che potreste fare con il tempo guadagnato: leggere, cucinare, fare sport.

La verità è nei numeri. Non c’entra niente? Le due cose (cucinare e controllare Facebook, per esempio) non sono alternative? Provate a fare un esperimento, scaricate un’applicazione (gratuita) chiamata Moment. Il suo scopo è mettervi di fronte alla verità: quanto tempo passate al telefono e quante volte lo prendete in mano. Se siete un utente medio (Moment ne ha cinque milioni in tutto nel mondo) la risposta vi spaventerà: quattro ore ogni giorno, quasi trenta alla settimana, oltre cento in un mese. Avere questi numeri nero su bianco sarà un altro passo importante nel processo: pensate a tutto quello che potreste fare liberando questa enorme quantità di tempo. Lo scopo non è la rinuncia, ma spezzare gli automatismi. L’autrice suggerisce che anche una soluzione banale (come un salvaschermo o una fascetta) può farvi sollevare lo sguardo, riflettere su quello che state facendo e fermarvi prima di entrare nel loop digitale. Un’altra app efficace, da questo punto di vista, si chiama Forest: ogni trenta minuti in cui non prendete il telefono in mano cresce un albero. Se lo afferrate, l’albero muore. È un trucco, ma funziona.

Uscite fuori dalla bolla. Un altro modo per aumentare la consapevolezza è fare attenzione alla magica attrazione dello schermo sulla vostra mente e sul vostro corpo. Scenario: siete in treno, lo smartphone è sul tavolino. Lasciatelo lì e concentratevi sul paesaggio fuori dal finestrino. Dopo un po’, se avete un problema di dipendenza, comincerete a sentire il bisogno di afferrare il telefono. Prima di cedere analizzate più che potete questa sensazione, sia dal punto di vista fisico che mentale, sarà un modo utile per decodificare il vostro bisogno e rendervi conto che nella maggior parte dei casi non c’è proprio niente da guardare sullo schermo (e molto di più fuori e intorno a voi). Inoltre, provate a eliminare le scuse per usarlo. Se siete in una località nuova, investite in una mappa invece di usare il GPS. Vi aiuterà a uscire dalla bolla digitale, anche perché molto probabilmente usando le mappe darete più di un’occhiata ai social e alla mail. Con la cartina fisica rischiate di perdervi? Meglio! Sarà l’occasione di chiedere aiuto a qualcuno, fare amicizia, attivare gli eventi che mentre siete nella bolla digitale sono bloccati.

Distanza di sicurezza. Ora veniamo alle soluzioni più pratiche. La più brutale è questa: prima di partire, cancellate le app dei social dal telefono. Poi, se proprio non riuscite a farne a meno, potete installarle al vostro ritorno. Come scritto dal profeta del detox digitale Tristan Harris (ex dipendente di Google, uno che conosce la Silicon Valley dall’interno), tutte queste app sono disegnate in modo diabolico, per costringervi a uno scroll senza fine: non c’è un fondo, l’algoritmo vi propone sempre nuovi post, tweet e foto, è come tirare centinaia di volte la leva di una slot machine senza vincere mai niente. Potete accedere ai vostri account social anche dal browser sul telefono (Safari, Chrome): è più scomodo e meno appagante, ed è esattamente questo lo scopo, farlo solo se è proprio necessario. Un’alternativa più soft è conservare le app, ma disattivare le notifiche. Un altro metodo utile è, infine, darsi piccole di comportamento, come concedersi passeggiate o uscite senza telefono. Se siete in coppia, fate a turno. Sarete reperibili per eventuali emergenze ma una volta a testa anche un po’ più liberi.

Come siete messi in quanto a dipendenza da smartphone e social? In vacanza riuscite a staccare?

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