Giacomo Putignano, CEO della startup vincitrice della ING Challenge di ottobre racconta la tecnologia per trasformare le piattaforme che confrontano tariffe in veri “consiglieri digitali”, capaci di trovare i servizi più adatti alle vostre esigenze
È quasi un riflesso condizionato. Quando vogliamo acquistare qualcosa, visitiamo un servizio che confronta i prezzi. Ma, finora, queste realtà si sono focalizzate sul generare liste di offerte in base alle vostre autovalutazioni, da scremare con filtri di ricerca, e non alle vostre effettive esigenze. Poniamo che vogliate cambiare tariffa telefonica: i comparatori non sanno come usate davvero il telefono e non segnalano – se cambiate abitudini– un’offerta più vantaggiosa.
È qui che subentra Arbitryum, la startup di Giacomo Putignano che ha vinto la 5° edizione di ING Challenge, contest realizzato da ING e H-Farm (su VoceArancio ne abbiamo parlato qui). La particolarità di Arbityum sta nello sfruttare i Big Data, e cioè la sterminata massa di informazioni generata da qualunque oggetto connesso, per aiutare i comparatori “a non focalizzarsi solo sul prezzo, ma anche sulla qualità. Per capire le necessità reali e consigliare il momento giusto in cui cambiare un servizio”, spiega Putignano. La startup, sta stringendo accordi con i principali servizi italiani che confrontano prezzi, offrendo la sua tecnologia per aiutarli a diventare dei personal advisor, “consiglieri digitali” delle persone. “E, anche, per aiutarli a creare il comparatore del futuro”, continua Putignano.
Ma com’è nata Arbitryum?
“Siamo nati a gennaio 2018 ma, in realtà, si è trattato di un pivot, come si dice nel gergo delle startup: un cambio di rotta. Quattro anni fa avevamo realizzato WalletSaver, il primo comparatore italiano data driven e lo offrivamo direttamente agli utenti. Avevamo sviluppato una tecnologia solida, ma non riuscivamo ad arrivare alle persone. I comparatori investono moltissimo in comunicazione e il nostro brand è rimasto relativamente sconosciuto. Così ci siamo riposizionati come realtà B2B, e di lavorare direttamente con le imprese e offrire la nostra tecnologia ai comparatori esistenti. In media il 65-70% delle persone utilizza un comparatore prima di fare l’acquisto e queste realtà hanno percepito la necessità di innovarsi”.
Può fare un esempio concreto di come funziona?
“Come ho accennato, lavoriamo alla fonte del dato. Per ora siamo molto forti sulla telefonia. Abbiamo informazioni sulla copertura reale di fibra ottica e adsl e uno speed test per verificare la velocità effettiva di navigazione. Così i comparatori possono dire all’utente se c’è una connessione più veloce per il suo indirizzo di casa. Insomma, non solo il prezzo migliore, ma anche la qualità migliore”.
Come fate ad attingere alle informazioni degli utenti?
“Con la nostra tecnologia, alcune app dei comparatori, come per esempio Cambiatariffa di Altroconsumo dopo aver chiesto il consenso agli utenti, leggono i consumi reali direttamente dal sistema operativo dello smartphone. E così consigliano l’offerta mobile più adatta, anche quando cambiano le abitudini di consumo”.
Quali sono le opportunità che vedete all’orizzonte?
“È un ottimo momento per il settore. C’è una congiuntura interessante: l’operatore mobile Iliad ha reso possibile acquistare una sim telefonica senza recarsi in negozio, rendendo il processo di acquisto totalmente digitale. E gli altri operatori si stanno adeguando. Il ruolo dei comparatori, quindi, assume sempre più importanza. Inoltre, a luglio 2020 finirà la “maggior tutela” nel mercato di luce e gas: il 70% degli utenti dovrà scegliere una nuova offerta energetica e le persone useranno un comparatore per cercare la soluzione migliore”.
Come pensate di entrare nel mercato energetico?
“Stiamo valutando soluzioni hardware, dei piccoli dispositivi da installare a casa, in grado di leggere in tempo reale i consumi e consigliare offerte sempre più personalizzate in base a fasce orarie e picchi di utilizzo. Vorremmo offrirli ai comparatori, che poi potranno scegliere se regalarli o chiedere una tariffa irrisoria”.
C’è un altro settore interessante da esplorare?
“Sono le assicurazioni. In Italia questi servizi vengono percepiti come una tassa che si paga malvolentieri. In questo caso. vorremmo offrire strumenti che aiutino a valutare bisogni di cui, forse, forse gli utenti non sono a conoscenza, per suggerire prodotti assicurativi utili”.
Com’è stata la vostra esperienza all’ING Challenge?
Raccontare la nostra tecnologia non è semplice, è importante essere preparati. In 5 minuti abbiamo dovuto raccontare la nostra storia in modo completo. L’ING Challenge è stato breve ma intenso e ha diffuso molta positività: è un aspetto importante per chi vuole fare l’imprenditore. Prossimamente incontreremo le persone di H-Farm che metteranno alla prova la nostra idea.
E cosa vi aspettate dal futuro?
Abbiamo grandi aspettative per il settore bancario che, secondo noi, è solo all’inizio di una rivoluzione. Con la direttiva PSD2, le banche dovranno dare a terzi l’accesso ai propri dati. E per noi sarà un’occasione per aumentare la personalizzazione dei servizi che offrono. Lavorando sui dati di spesa, a disposizione della banca, possiamo capire come le persone spendono i propri soldi. Se, magari, la tariffa mensile che dedicano alla fibra ottica può essere investita in un servizio migliore. Il tutto collegato con le abitudini reali. Sfruttando queste informazioni, le banche potranno aiutare i propri correntisti a gestire il bilancio famigliare e a scegliere servizi più personalizzati. Sarebbe un fattore di differenziazione e un’occasione per presentarsi in modo diverso alle persone.
E voi? Come utilizzate i comparatori? Pensate che il servizio di Arbitryum migliorerà la vostra vita?
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