Se siete stanchi di sprecare ore sui social network, perché non usarlo per andare al MoMa o agli Uffizi? In Google Arts & Culture c'è un mondo
Qualche settimana fa è diventata virale una funzione di Google Arts & Culture che permetteva di cercare il proprio sosia nei quadri immagazzinati nell’immenso database digitale di Google. È stata una buona occasione per scaricare l’app ed entrare nel mondo di Arts & Culture, uno degli strumenti più interessanti (e sottovalutati) di Google. A svilupparla è stato il Cultural Institute, il dipartimento culturale di Google con sede a Parigi e fondato nel 2011 da Amit Sood sfruttando la regola del 20% (i dipendenti di Google possono dedicare il 20% del proprio tempo di lavoro a progetti collaterali e paralleli). A sette anni dalla sua fondazione, nell’archivio Arti & Cultura di Google ci sono ormai più di 200mila opere provenienti da 1500 istituzioni diverse e da 70 paesi: insomma, un mondo. In questi anni Google ha portato avanti la più massiccia operazione di digitalizzazione dell’arte umana: per voi si traduce nell’opportunità di godere gratuitamente di tutto questo patrimonio, usando l’app o dal vostro computer. Una valida alternativa alla «noia da scroll» dei social network e un modo perfetto per stupire gli amici portandoli a visitare un museo o una mostra dopo cena. Ma cosa si può fare di preciso con Arts & Culture? Ecco una breve guida.
Tutto partì con Van Gogh. Amit Sood, il fondatore del Cultural Institute, è un ingegnere con passione dell’arte. L’idea di proporre questo progetto a Google gli venne perché una sera aveva davvero voglia di rivedere Notte stellata di Vincent Van Gogh, custodita nel MoMA di New York. «Ma ne volevo vedere una versione magnifica, non un’immagine a bassa qualità trovata su Google Immagini, e volevo che un curatore me ne raccontasse la storia, volevo un’esperienza». Vedere Notte stellata sull’app, anche se ad alta risoluzione, potrà mai sostituire l’emozione della visione del quadro di persona? Chiaramente no, ma non tutti possono prenotare un biglietto d’aereo d’impulso per andare a New York a vedere un’opera. Inoltre, averne una versione digitale in alta qualità è un’occasione per rivederlo dopo averlo ammirato dal vivo, per programmare una visita, per studiare, approfondire.
Negli Uffizi in realtà virtuale. L’esplorazione di Arts & Culture può essere fatta in tanti modi diversi. I più semplici sono: per museo o per artista. Si può quindi scegliere di visualizzare tutte le opere di Sandro Botticelli (32 in tutto), Frida Kahlo (35) o di Paul Cézanne (237 quadri). Oppure si può procedere entrando nelle singole istituzioni culturali, esplorando le collezioni di musei e gallerie d’arte, dal British Museum agli Uffizi di Firenze. Per molti utenti, questo è uno strumento prezioso per organizzare in anticipo una visita dentro strutture così grandi, che altrimenti richiederebbero settimane per essere esplorate in modo completo. Una volta entrati dentro il museo virtuale, le opere sono divise per autore, per epoca, per stili, e si può avere anche una visita in realtà virtuale, uno degli strumenti più evoluti dell’app.
Entrare dentro i quadri. Con l’opzione Art Camera si possono ammirare opere digitalizzate a una risoluzione ancora superiore di quella usata normalmente in Arts & Culture. È uno strumento ideale per studiosi o appassionati per avere l’impressione di entrare letteralmente nell’opera, scoprendo dettagli che non si possono vedere nemmeno a occhio nudo. Tra le oltre 6 mila opere d’arte che si possono vedere con Art Camera, ci sono Il Rio dei Mendicanti di Canaletto, No. 16 di Jackson Pollock, la Pala d’Altare di Gent di Hubert e Jan Van Eyck. L’ultra hd di Art Camera è così accurato che la digitalizzazione cupola dell’Opéra di Parigi di Marc Chagall a Parigi è stata effettuata di notte perché le vibrazioni impercettibili della metropolitana di giorno avrebbero danneggiato la cattura delle immagini da parte delle fotocamere ad altissima risoluzione.
Esplorazioni a 360 gradi. Arts & Culture sfrutta anche le potenzialità della realtà virtuale, permettendo di entrare nei luoghi dell’arte utilizzando un dispositivo compatibile con gli strumenti di VR e un headset (non solo quelli più costosi come Daydream, si può usare anche Cardboard, lo strumento low cost di Google per la realtà virtuale con costi dai 7 euro in su). Una volta pronti per entrare, il ventaglio di opportunità è ampio. Oltre ai musei, si possono visitare in realtà virtuale luoghi come la Valle dei Templi in Sicilia o Robben Island, la prigione dove fu detenuto Nelson Mandela in Sudafrica. Ci sono «mostre virtuali a tema», come quella sull’evoluzione architettura e urbanistica di Hong Kong, e potete essere sul palco dell’Opera mentre è in corso un balletto, muovendovi liberamente tra le ballerine.
Le frontiere dell’Intelligenza Artificiale. Infine, sulla piattaforma sono in aumento le applicazioni di Intelligenza Artificiale, che permettono collegamenti insoliti tra le opere e danno un valore aggiunto all’esperienza. Una delle funzioni più peculiari per gli appassionati d’arte è quella dei gradi di separazione tra le opere. Voi ne selezionate due (mettiamo: La grande onda di Kanagawa di Hokusai e Notte stellata di Van Gogh) e l’AI calcola tutte le altre che per affinità stilistica, storica o concettuale le separano, permettendo di compiere tutto il viaggio storico e geografico tra i due quadri. Oppure si possono fare esplorazioni per colore all’interno delle collezioni, scegliendo una particolare tonalità nella palette e scoprendo tutte le opere che la contengono: la versione cromatica dei gradi di separazione. O ancora vere e proprie storie raccontate attraverso i quadri, ultima arrivata la collezione dei ritratti di grandi artisti fatti dai loro amici, come Vincent Van Gogh ritratto da Paul Gauguin, Claude Monet da Auguste Renoir, o Andy Warhol e Jean-Michel Basquiat da Michael Halsband.
Qual è la vostra opera d’arte preferita? Avete mai provato a esplorarla su Google Arts & Culture? Diteci come è andata
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