Da Uber al Gruppo Ferretti, molte società si stanno quotando, alcune senza molto successo, in Borsa. Ma come avviene lo sbarco sul mercato borsistico e come fa un investitore privato a parteciparvi?
Come fa una società a quotarsi in Borsa? Un tempo per le società non era facile entrare in Borsa, poiché le regole erano rigide e i requisiti e i costi molto alti. Negli ultimi decenni, invece, le Borse si sono moltiplicate e l’elevata concorrenza ha abbassato i requisiti d’ingresso, oltre ai prezzi dei diritti richiesti alle aziende per essere listate.
Oggi una società in crescita e in cerca di nuovi capitali può sostanzialmente “vendere” una parte di essa nella forma di azioni, così da poter raccogliere nuovi capitali per finanziare i suoi piani. Questo passaggio prende il nome di Initial Public Offering (IPO). Letteralmente significa Offerta Pubblica Iniziale e rappresenta appunto il meccanismo che porta una società a quotarsi in Borsa.
Il passaggio però non è semplice come sembra: da WeWork al Gruppo Ferretti, molte società non sono riuscite a conseguire gli obiettivi che si erano prefissate.
Come nasce una IPO? Con l’IPO la società diffonde le sue azioni fra il pubblico degli investitori, creando così il suo flottante. Come? Le modalità sono essenzialmente tre.
Attenzione: quando scatta un’offerta rivolta agli investitori individuali (noti come “investitori retail”), la società emittente deve darne preventiva comunicazione alla CONSOB.
Le fasi principali di un’IPO. Come si sviluppa un’IPO? Partiamo da un esempio pratico: il management di una società X decide di presentare al consiglio di amministrazione un progetto di quotazione. Cosa succede poi?
La raccolta degli ordini istituzionali prevede che i potenziali investitori istituzionali comunichino al bookrunner l’ammontare dei titoli che intendono acquistare e il prezzo che hanno intenzione di proporre. Dopodiché inizia la negoziazione e si arriva alla fissazione del prezzo da parte del consiglio di amministrazione, quindi all’Offerta Pubblica di Vendita e/o Sottoscrizione sul mercato primario (ovvero, solo per investitori istituzionali, come società private ed enti a controllo pubblico). Ma che ruolo ha, in tutto questo, l’investitore privato?
Come partecipare a un’IPO. Avete appena scoperto che la vostra società tecnologica preferita lancerà un’IPO. Decidete allora di volerci investire, destinando 5.000 euro a questa offerta. Come si può presentare la domanda? Lo vediamo di seguito.
Attenzione: l’esecuzione dell’ordine viene solitamente soddisfatta solo in parte: a fronte di una domanda del valore di 5.000 euro, si potrà ricevere un ammontare di azioni equivalenti a 3.500-4.000 euro. Infatti, se la domanda risultasse molto alta, la richiesta dell’investitore potrebbe non venir soddisfatta al cento per cento o non venire soddisfatta affatto: se la richiesta è stata altissima, i destinatari delle azioni vengono estratti a sorte e alcuni restano fuori. Ma niente timori: i soldi inutilizzati vengono restituiti.
L’alternativa del mercato secondario. Partecipare a un’IPO non è così semplice: ci sono tanti aspetti da approfondire e la piena comprensione può richiedere competenze e conoscenze specialistiche che solo consulenti professionali possono fornire. In ogni caso, informarsi bene sulla società, i suoi numeri e il suo modello di business è assolutamente essenziale. In alternativa, si può aspettare che l’IPO si concluda (e che il mercato faccia le sue valutazioni) e poi acquistare sul mercato secondario le azioni rivendute dagli investitori istituzionali che le hanno comperate durante la fase di Offerta Pubblica Iniziale.
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