I temi affrontati nel corso del meeting internazionale sono stati moltissimi, ma l’attenzione del mondo e dei mercati si è concentrata soprattutto sulle relazioni bilaterali tra Stati Uniti e Cina
Il primo dicembre a Buenos Aires, in Argentina, si è concluso il vertice dei capi di Stato e di governo, dei ministri delle Finanze e dei governatori delle banche centrali dei Paesi membri del G20, il gruppo che riunisce i 19 Stati più industrializzati al mondo più l’Unione Europea: insieme, queste economie rappresentano oltre l’85% del PIL mondiale e i due terzi della popolazione terrestre. Nel corso della due giorni, si sono susseguite riunioni ufficiali e incontri bilaterali, questi ultimi forse ancora più importanti per discutere di crisi specifiche. I temi affrontati nel corso del meeting sono stati numerosi, ma l’attenzione del mondo e dei mercati si è focalizzata principalmente sulle relazioni bilaterali tra Stati Uniti e Cina, da tempo ingaggiate in una battaglia commerciale combattuta a suon di dazi.
USA-Cina, c’è la tregua. Partiamo allora proprio dal tema più caldo: la guerra commerciale tra le due super potenze mondiali. Al termine di un incontro a margine dei lavori del forum, il presidente americano Donald Trump e il suo omologo cinese, Xi Jinping, hanno stabilito una tregua di 90 giorni, periodo in cui proseguiranno i negoziati tra i due Paesi. L’accordo congela il rialzo delle aliquote dal 10 al 25% che gli USA avevano previsto a partire dal primo gennaio 2019 sull’import di 200 miliardi di dollari di beni “made in China” e sancisce lo stop a ulteriori dazi su nuovi prodotti. Un traguardo importante, anche se la strada dei negoziati è ancora lunga e lastricata di insidie. Basti pensare alla parallela vicenda di Huawei: la direttrice finanziaria Meng Wanzhou è stata arrestata a Vancouver dalle autorità canadesi e rischia l’estradizione negli USA, dove è in corso un’indagine sulla presunta violazione, da parte del colosso cinese, delle sanzioni all’Iran.
Cosa si è deciso al G20. Per quanto riguarda i lavori del vertice vero e proprio, la due giorni si è chiusa con un comunicato ufficiale in cui si dà conto degli accordi raggiunti – in particolare su commercio, gestione dei migranti e clima: su quest’ultimo punto però, come previsto, è mancata la firma degli USA, che si sono chiamati fuori.
Commercio: sì alla riforma della WTO .“Il commercio internazionale e gli investimenti sono motori importanti della crescita, della produttività, dell’innovazione, della creazione di occupazione e di sviluppo”, recita il comunicato. I leader delle 20 maggiori economie al mondo hanno detto di “riconoscere il contributo di sistemi multilaterali per il commercio”, ma il riferimento alla lotta al protezionismo – contenuto nel comunicato uscito dal meeting di Amburgo del luglio 2017 – è scomparso del tutto. Si parla invece della necessità di riformare l’Organizzazione Mondiale del Commercio (la WTO) – il presidente Trump ha minacciato di ritirare gli USA, se l’organizzazione non sarà cambiata – anche se i dettagli verranno definiti al prossimo summit. Da segnalare anche – sempre nel capitolo “commercio” – che a Buenos Aires è stato firmato il nuovo trattato commerciale tra Stati Uniti, Messico e Canada, che va a sostituire il vecchio NAFTA.
Clima: “accordo di Parigi irreversibile”. Ma gli USA si sfilano. I leader del G20 – eccetto gli USA – hanno confermato il loro sostegno all’accordo di Parigi sul clima, impegnandosi per la sua piena attuazione. Gli Stati Uniti, dal canto loro, hanno invece ribadito la decisione di ritirarsi dall’accordo e hanno affermato il loro “forte impegno per la crescita economica e la sicurezza energetica, utilizzando tutte le fonti di energia e le tecnologie, proteggendo al contempo l’ambiente”.
Migrazioni, sì ad azioni condivise. I “grandi movimenti di rifugiati sono una preoccupazione globale con conseguenze umanitarie, politiche, sociali ed economiche: sottolineiamo l’importanza di azioni condivise per affrontare le cause profonde dello spostamento e rispondere alle crescenti esigenze umanitarie”, si legge nel comunicato diffuso al termine del G20.
Vis-à-vis fra Donald Trump e Vladimir Putin. Un altro tema a cui i media internazionali hanno dato molto risalto è stato il colloquio – previsto e poi cancellato all’ultimo momento – tra il presidente USA Donald Trump e il suo omologo russo, Vladimir Putin. A poche ore dall’avvio del G20, infatti, Trump ha annullato l’incontro con Putin per via della crisi tra Mosca e Kiev nello Stretto di Kerch. Alla fine, tra i due leader c’è stato comunque un breve scambio informale. “Com’è usuale negli eventi multilaterali”, ha detto la portavoce della Casa Bianca Sarah Sanders, “il presidente Trump e la first lady hanno avuto alcune conversazioni informali con i leader mondiali, tra i quali il presidente Putin”.
Prossimo appuntamento nel Paese del Sol Levante. Questi, in estrema sintesi, i risultati raggiunti dal G20: come spesso succede, sembra che le decisioni più concrete siano state prese nel corso dei meeting bilaterali a margine dei lavori piuttosto che nella conferenza multilaterale. Il prossimo appuntamento per il gruppo dei 20 è fissato per il 28 e 29 giugno 2019 a Osaka, in Giappone.
I mercati hanno festeggiato. Le Borse mondiali hanno accolto positivamente l’esito del G20, in particolare per quanto riguarda la tregua commerciale tra USA e Cina. All’indomani del vertice, i mercati asiatici hanno vissuto infatti un vero e proprio rally e anche le piazze europee e quella USA hanno registrato risultati positivi.
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