Sono passati cinque anni da quando le Nazioni Unite hanno sottoscritto l’Agenda 2030, che contiene 17 Obiettivi per lo sviluppo sostenibile. La finanza gioca un ruolo cruciale nel loro raggiungimento, grazie agli investimenti socialmente responsabili, usciti vincitori dalla crisi
Ti ricordi? Era il 2015 quando 193 stati dell’Assemblea Generale Onu hanno redatto l’Agenda Globale per lo sviluppo sostenibile, articolata in 17 obiettivi (i cosiddetti SDGs), da raggiungere entro il 2030. Dalla povertà zero alla parità di genere, passando per la lotta al cambiamento climatico, l’Organizzazione delle Nazioni Unite ci propone obiettivi ambiziosi, che pongono Stati e cittadini di fronte ad un’amara realtà: il nostro pianeta ha bisogno di tutti noi per salvarsi. Come possiamo fare? Promuovendo il benessere umano e ambientale tramite sforzi condivisi, che devono coinvolgere tutti, dall’investitore privato ai governi dei Paesi in giro per il mondo.
Cinque anni di lavoro, a che punto siamo? Qual è il bilancio a dieci anni dalla fatidica scadenza del 2030? Positivo, stando all’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, secondo cui la povertà globale continua a decrescere; sempre più persone hanno accesso a fonti d’acqua pulita; un maggior numero di bambini frequenta le scuole e importanti investimenti mirati alla lotta contro la malaria, l’Aids e la tubercolosi hanno salvato milioni di persone. Certo, la pandemia e il conseguente lockdown hanno segnato gioco forza una momentanea battuta d’arresto – l’accesso all’istruzione, con la chiusura delle scuole, è diventato in molti Paesi difficoltoso, i casi di violenza domestica sono aumentati ovunque e la crisi economica ha reso attuali come non mai le tematiche legate all’eliminazione della povertà e della fame. Ma in un simile contesto diventa ancora più significativo il ruolo giocato dall’Onu, come cartina di tornasole verso uno sviluppo economico sostenibile.
Come si sta adeguando l’Italia alla crescita sostenibile? Veniamo a noi. Se sul fronte della fame, della povertà e della salute l’Italia è ben posizionata rispetto ai target delle Nazioni Unite, sotto altri aspetti c’è ancora molto lavoro da fare. Per quanto riguarda clima e ambiente siamo un po’ indietro. La riduzione del livello di inquinamento atmosferico da particolato ha subito una battuta d’arresto negli ultimi anni e anche sul fronte della gestione dei rifiuti, i target di raccolta differenziata sono ancora lontani. In tema di uguaglianza sociale? Purtroppo lo sappiamo, il divario di genere resta ampio nel nostro Paese, soprattutto nei luoghi decisionali, economici e politici. Per non parlare del tasso di mancata partecipazione al lavoro delle donne, che attualmente è quasi doppio rispetto a quello medio dell’Ue, Nota positiva il tasso di occupazione, che ha continuato a crescere dal 2018.
Obiettivi Onu e finanza: un matrimonio vincente. Su molti temi professati dall’Onu, il mondo -non solo l’Italia- è ancora abbastanza indietro, ma non disperiamo: puoi ancora fare la differenza attraverso i tuoi investimenti. I temi ambientali e sociali sono infatti i protagonisti degli investimenti socialmente responsabili disponibili oggi sul mercato. Esistono ormai approcci diretti su cui fare affidamento, come ad esempio l’impact investing e l’active ownership, che combinano il raggiungimento di risultati finanziari con la generazione di un impatto positivo sull’ambiente o la società, seguendo appunto il Piano d’azione delineato dall’Onu. Questi nuovi fondi Esg offrono non solo un valido sostegno per indirizzare i tuoi sforzi a favore di un mondo più sostenibile, ma anche ottime performance. Gli investimenti Esg sono infatti tra i vincitori della crisi: durante la pandemia, si sono dimostrati tra i più resilienti, superando la performance dei fondi tradizionali.
Il futuro sembra quindi in mano alla sostenibilità. Anche i governi nazionali hanno realmente dimostrato di puntare su di essa. Stando alle stime, entro il 2030 verranno attivati infatti investimenti pubblici e privati pari a 2.400 miliardi di dollari all’anno nei settori della sostenibilità a livello mondiale per raggiungere gli obiettivi dell’Onu. Impegni che, a braccetto con i nostri investimenti, possono veramente fare la differenza.
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